Matt & Andrej Koymasky Homelogo


pin Un'altra possibilità
Seconda parte
CAPITOLO 4
Il rientro a casa

Marino ha acconsentito che sia Roberto a raccontarmi tutto quello che sa, per la ricostruzione del mio "passato" dimenticato, mentre lui si riserva di raccontarmi degli affari, almeno quelli che conosce, principalmente relativi alla conduzione dei poderi. Mi ha assicurato anche che il notaio Ottaviani cura tutti i miei affari di Roma ed è persona affidabile, tanto da potergli accennare del mio problema e farmi ragguagliare sulla situazione. Concordiamo insieme un programma di visite ai poderi e, alla fine, ottengo il permesso di tornare a casa mia.

Sono finalmente a casa, fra le mie cose e soprattutto con Roberto la cui vicinanza mi dà sicurezza, calore e mi fa capire di essere amato, anche se non come io speravo. Questa consapevolezza, del tutto nuova per me, mi fa sentire bene, mi fa desiderare d'amare anch'io chi mi sta vicino, senza alcuna riserva né attesa di gratitudine. Voglio essere diverso, anzi lo sono già. Godere anche della sola compagnia di amici, essere indulgente per le loro debolezze, aiutarli nel bisogno, sopportare le loro piccole disattenzioni.

Quanto tempo perso senza accorgermi quale stato d'equilibrio e soddisfazione possono procurare queste sensazioni! Percepire e nutrirsi solo delle cose positive è meno faticoso e più naturale. Non devi sempre essere sul piede di guerra.

Abbiamo varcato il cancello del giardino e ci avviamo in fretta verso la casa. A pochi metri dalla porta d'ingresso, con la chiave già in mano, ritorno con i piedi per terra, perché mi assale la preoccupazione che Roberto possa trovare strane alcune delle cose che sono in casa, anche se ho fatto sparire le più evidenti, quelle che facevano bella mostra di sé. Ma quello valeva per un visitatore occasionale. Cosa accadrà, quando il ragazzo entrerà in una doccia con idromassaggio, anziché in una tinozza piena d'acqua scaldata sui fornelli? E quando azionerà lo sciacquone del water, invece di usare un secchio d'acqua? E se dovesse aprire il frigorifero? Non so nulla di quello che c'è in giro. Magari alcune cose sono già in uso, ma le conosceranno in quel casale di questo sperduto e periferico paesone?

Marino ha parlato genericamente delle diavolerie che ho in giro per casa. Forse lui le ha anche viste, ma ne avrà parlato in modo esaustivo in casa? Se sì, lo avranno capito? Lui stesso avrà capito di che cosa si trattava? Forse mi sto preoccupando più del dovuto, affronterò le cose quando se ne presenterà la necessità. Ora mi giro verso Roberto e gli sorrido.

"Sei mai stato in casa mia, Roberto?"

"No, se si esclude l'altro giorno, quando ti ho portato sul letto. Per la precisione non ci sono mai stato da quando l'hai modificata, perché prima ci venivo con Stefano, quando eravate troppo piccoli anche voi e non si poteva stare fuori per il brutto tempo. Allora venivamo a giocare in camera tua e poi tua nonna ci preparava la merenda."

"Dunque non sai nulla delle cose nuove che ci sono?"

"Sì e no."

"Cosa vuol dire sì e no?"

"Che non le ho mai viste, ma ne ho sentito parlare tanto da mio nonno. Lui le ha viste e dice che tanta roba viene anche dall'estero, dove hanno inventato tante cose, e altre cose esistono pure qui in Italia, ma se le possono permette solo i signori. Però una cosa ce l'ha anche mia mamma e le fa tanta compagnia, perché sta poco bene ed esce raramente."

"Di che si tratta?"

"La radio. La mia mamma ha la radio, invece la nonna non la vuole, perché pensa che fa perdere troppo tempo."

Rispolvero le mie conoscenze scolastiche e ricordo, con certezza quasi assoluta, che la radio non dovrebbe esserci in quest'epoca. Roberto forse confonde la radio, di cui ha sentito dire dal nonno, con il fonografo di sua madre. In fondo da entrambi si ottiene musica. Così cerco d'approfondire, con la chiave ad un centimetro dalla toppa.

"Com'è questa radio di cui parli? Come funziona?"

"Vuoi prendermi in giro, Antonio? Lo sai benissimo come funziona e io non sono più il bimbetto che tu e Stefano mettevate alla prova per vedere se sapevo davvero le cose che dicevo, magari perché le avevo sentite dire da uno grande, specialmente da voi due!"

"No Roberto! Non voglio prenderti in giro, ma voglio verificare se stiamo parlando della stessa cosa. In fondo sono io che ho perso la memoria e potrei confondermi sulle cose."

"Non mi pare che hai perso la memoria per le cose! A me sembra che hai perso solo la memoria dei fatti!"

Roberto ha il tono leggermente risentito e mi guarda con aria di sfida, come se davvero lo stessi schernendo. Mi viene istintivo fargli una carezza sulla guancia e uso il tono più conciliante che riesco a cavar fuori.

"Giuro Roberto, non mi sognerei mai di prenderti in giro! Sei troppo importante per me, ma prima di entrare in casa ho bisogno di capire se davvero stiamo parlando della stessa cosa. Io lo so come funziona una radio, ma non sono sicuro che quella di tua madre è una radio."

Roberto, impercettibilmente arrossito per la mia carezza, cosa che lo rende più desiderabile, diventa subito arrendevole e sorride.

"Va bene, Antonio, ti credo. Allora ti spiego: è una specie di scatola lavorata molto bene, con un vetro dove ci sono scritti tutti i nomi delle stazioni che trasmettono. Quando si accende, una lampadina illumina il vetro e si leggono bene quei nomi e dietro c'è una piccola astina che ti fa vedere su quale sei sintonizzato, sempre che l'antenna sul tetto riesce a captarla. C'è una manopola per alzare il volume e un'altra per fare muovere l'astina, così puoi scegliere il programma che vuoi sentire. A mamma piacciono molto le storie a puntate."

Non c'è alcun dubbio, si tratta proprio di una radio!

"Grazie Roberto! È proprio come pensavo. Ora entriamo."

Chiedo subito a Roberto se preferisce dormire in una camera per conto suo, ma lui, ligio al mandato che gli assegna il ruolo d'infermiere, e per mia felicità, dice che preferisce dormire con me, possibilmente nel lettone al mio fianco. Sistemiamo le nostre cose e mi rendo conto che lui non ha quasi nulla nella piccola sacca che porta con sé.

"Come mai hai portato questi pochi panni?"

Roberto ride divertito: "Stai già perdendo di nuovo la memoria! Non ti ricordi che dobbiamo andare a mangiare sempre da nonna?"

"Sì che me lo ricordo, ma che c'entra?"

"C'entra. Nonna mi ha detto che devo portarle tutti i giorni i panni da lavare e lei ci dà quelli lavati e stirati. Non ti sei accorto che mancano i panni che hai cambiato stamattina? O ne hai così tanti che non ci fai caso?"

"Hai ragione, sono proprio sbadato. Però non mi va che tua nonna lava e stira anche la mia roba, con tutto quello che ha da fare. E poi... io ho una diavoleria che la lava da sola e un'altra che ti fa perdere poco tempo per stirarla."

"Guarda che questo lo sa anche nonna, ma ora che sei anche nelle sue mani, come ha stabilito anche il dottor Marconi, devi per forza fare come dice lei. O la vuoi far star male? Non sai quanto ha sofferto perché non poteva fare le cose per te, da quando sei rimasto solo."

"D'accordo, per il momento faremo come dice lei, poi si vedrà."

Confortato dal fatto che sembra che tutti sappiano delle mie diavolerie e non se ne stupiscono più, almeno a casa di Marino, mi rivolgo a Roberto con più distensione.

"Senti Roberto, dato che hai tanto sentito parlare delle mie diavolerie, se vuoi, te le mostro."

Gli occhi gli s'illuminano e un sorriso da orecchio a orecchio mette in mostra la sua dentatura perfetta.

"Sì, sì, sì! Non sai quanto ci speravo!"

"Bene! Allora cominciamo dalla più strana."

Roberto non si mette a saltellare per la gioia per non sembrare troppo infantile, ma ho l'impressione che lo farebbe volentieri. Io sono completamente rilassato, ho la certezza che non mi tradirà mai. Lo precedo in studio e comincio a disporre sulla scrivania schermo, tastiera e mouse. Roberto non sa più dove guardare, perché nel credenzino spalancato c'è tutto il resto. Sgrana gli occhi e segue con molta attenzione quello che faccio, ma non apre bocca, aspettando con impazienza che io abbia finito.

Sistemato il tutto, prendo una sedia, la sposto di fianco alla mia e invito Roberto a sedersi vicino a me: "Roberto di questa cosa non ne devi parlare con nessuno. Forse neanche tuo nonno sa esattamente come funziona. Me lo prometti?"

"Ti perdono perché non ti ricordi. Sai che per te e Stefano mi facevo ammazzare piuttosto che tradirvi. Comunque prometto e giuro che non lo dico a nessuno."

"Scusami Roberto. Non ti volevo offendere, ma ora me lo ricorderò per sempre."

"Scusato, per questa volta, ma ora andiamo avanti." replica buffamente e la sua voce tradisce l'impazienza che prova.

"Sai come funziona la radio?"

"Più o meno. Il maestro ce lo aveva spiegato in quinta. Ci sono delle valvole che trasformano i suoni in segnali elettrici, che si chiamano onde radio, poi un'antenna le manda nell'aria, ma non si vedono e attraversano le cose; se tu hai una radio che ha le stesse valvole e l'antenna, i segnali sono ricevuti, letti e mandati all'altoparlante che li trasforma in suoni."

Questo Roberto è proprio sveglio, nella sua schematicità ha descritto il fenomeno in modo comprensibile e semplice: "Bene, funziona proprio così. Quindi ti è chiaro che i suoni si possono trasformare in segnali elettrici ed essere ricevuti a distanza, senza la presenza di fili?"

"Sì, certo!"

"Però non sai ancora che, con certi apparecchi, anche le immagini, gli scritti, si possono trasformare in segnali e, se uno è bravo e ha lo strumento giusto, si possono creare immagini mettendo insieme, in un certo ordine, tanti segnali. E se fai tante immagini con posizioni diverse, puoi far sembrare viva la cosa che hai ideato."

"Sì, lo so, è come il cinematografo. Prima si faceva solo con le lanterne cinesi, ora mettono insieme tante fotografie in una pellicola che poi fanno girare con una lampadina molto forte accesa dietro e sul muro di vedono le persone."

Sempre più sveglio e intelligente il mio Roberto. Non ci saranno problemi a fargli capire in modo semplice questa diavoleria.

"Bravo! Questa diavoleria è un misto fra un cinema, una radio, tanti libri, tanti giornali, tante altre cose. Qualcuno che è stato capace d'inventarlo ha messo dentro quell'apparecchio, che vedi in basso nel credenzino, delle istruzioni per farlo funzionare. Questo davanti a noi è come un piccolo muro bianco dove proiettare la pellicola, quest'altra è la tastiera, come una macchina da scrivere per dare le istruzioni, in base a quello che vuoi fare, quella è una piccola stampante, che funziona come quella per stampare i libri o giornali, solo che prende le istruzioni dall'apparecchio nel credenzino."

Per adesso mi limito solo a questo. Roberto è un po' perplesso e sta meditando. Infine replica.

"Ma come fai a vedere le cose su questo coso che è completamente nero?"

"Aspetta, Roberto! Un po' di pazienza, prima voglio essere sicuro che fin qui ti è chiaro il principio del funzionamento."

"Se tu dici che per il muro nero devo aspettare, non ho altri dubbi, mi sembra di avere capito."

"Andiamo avanti, allora? Fino ad ora ti ho detto le cose che può fare questo aggeggio o che ci puoi trovare dentro se ce le metti tu, con le tue istruzioni. Mi segui?"

"Sì... sì... vai avanti."

Roberto è irrequieto e si agita sulla sedia, come un bimbo sotto l'albero di natale con un pacchetto che non riesce ad aprire.

"Però l'apparecchio è piccolo e, per quanto sono microscopici i segnali, non puoi riempirlo all'infinito. È come se nella dispensa di casa, per quanto grande, ci vuoi mettere le scorte di ogni cosa per tanti anni. Non vale la pena di farlo, se non in minima parte e per le cose che t'interessano di più, il resto lo prendi di volta in volta da chi ce l'ha. Per esempio nonna Eugenia farà le sardelle sotto sale per tutto l'anno, ma il pesce fresco lo compra dal pescatore solo quando ne ha bisogno. È vero?"

"Sì... sì... vai avanti."

Il bellissimo Roberto non è ancora riuscito ad aprire il pacchetto!

"Allora, come in una grande città, qualcuno ha pensato di fare tanti negozi, lontani da noi. Così ci sono tanti apparecchi con specifiche cose immagazzinate. Hanno un nome come le stazioni radio e sono collegate con onde elettriche simili. Quando hai bisogno di una cosa che non hai sul tuo apparecchio, la cerchi su quello che ce l'ha. Ti è chiaro?"

"Sì e no. Come fai a sapere chi ce l'ha?"

"È molto semplice! Ci sono degli apparecchi che hanno solo la lista delle cose che ci sono in giro e i loro nomi sono conosciuti. Tu vai su uno di questi apparecchi, scrivi il nome della cosa che cerchi e lui ti dice tutti i nomi degli apparecchi che ce l'hanno."

"Uah... ma allora è un fenomeno questa cosa!"

"Sicuro! E c'è di più!"

"Cosa? Cosa? Cosa?"

"Questi apparecchi con le liste ti danno la possibilità di dare un nome anche al tuo apparecchio, così, se hai un amico o se qualcuno si mette a disposizione per corrispondere con te, puoi mandare e ricevere lettere e, se hai quella specie di macchina fotografica che vedi lì nel credenzino e ce l'ha anche lui, puoi parlargli e vederlo direttamente."

"Impossibile! Questo è uno scherzo! Ma se è vero, posso scrivere a Stefano di comprare anche lui un apparecchio come il tuo, così ci possiamo vedere e parlare quando vogliamo?"

Roberto è elettrizzato.

"Non credo che questa cosa si può fare, ti prego di credermi sulla parola. Il motivo te lo spiegherò più avanti. Prima devo fare dei controlli. Ti dispiace?"

"Un po' sì! Ma se lo dici tu... vuol dire che è così!"

Il tono è deluso e mi si stringe il cuore.

"Non pensarci per il momento. Affrontiamo una cosa alla volta. Ora ti faccio vedere come funziona. Vedi questo tasto? Sì? Ecco, si schiaccia e si aspetta che si accende tutto e che l'apparecchio si prepara a mettere a disposizione i suoi schemi locali."

Roberto è affascinato. La luce azzurra del PC che lampeggia, a segnalare che sta caricando i programmi, lo schermo che si illumina e tutte le scritte che scorrono veloci, il rumore della ventola in sottofondo. Quando tutto si ferma, Roberto è ancora magnetizzato, resta a fissare lo schermo in attesa di altre magie. Io agito una mano davanti ai suoi occhi, per svegliarlo come fa un ipnotizzatore. Lui si scuote.

"È tutto qui?"

Sembra deluso.

"No... no... questo è servito solo a dare il tempo all'apparecchio, che si chiama Personal Computer, detto PC, di prepararsi per lavorare. Ora possiamo fare quello che ci pare fra le cose che sono possibili."

"Dai... fammi vedere."

Prima mostro a Roberto, in modo molto veloce e superficiale, le possibilità locali del PC poi passo a internet, e gli spiego che quello è il programma con cui collegarsi con gli altri computer remoti più potenti. Intanto gli descrivo anche l'uso del mouse e di alcuni comandi della tastiera. Poi gli mostro la finestra di ricerca.

"Ora possiamo provare una ricerca, così ti mostro come funziona. C'è qualcosa che t'incuriosisce?"

"Non so... non mi viene in mente niente d'importante."

"Su... dai... per provare basta una parola qualunque."

"Beh... una cosa ci sarebbe... ma non so come dire..."

"Forza! Fatti coraggio. Tu spiegamela e io vedo cosa si può fare."

"Ecco... io... voglio... vorrei... sapere se quelli come noi sono normali o scherzi della natura, come dicono in giro." Roberto conclude tutto d'un fiato, quasi timoroso di avermi associato alla sua "anomalia".

Io rido di gusto e gli spiego che tutti siamo normali e un giorno, magari non troppo lontano, nessuno più si preoccuperà di cosa ognuno fa e con chi la fa in quel campo. Poi gli di chiarisco che c'è un termine molto preciso per definire la nostra situazione e la ricerca darà frutti.

"Ora proviamo a scrivere qui omosessualità, come ti ho spiegato, poi inviamo e verranno fuori gli indirizzi dove si possono trovare notizie. Anzi, facciamo così, siediti al mio posto e prova tu."

Roberto è palesemente emozionato, quasi tema reazioni pericolose da parte del PC, ma io lo tranquillizzo e lui procede. Rimane sbalordito dal numero di siti che emergono dalla ricerca. Gli spiego che non tutti quei siti riportano le informazioni che ci aspettiamo. Alcuni hanno materiale fotografico, brevi filmati, altri sono misti, altri affrontano l'argomento in termini seri, altri fanno una gran confusione.

"Allora come si fa a scegliere dove cercare?"

"Quando si ha una certa esperienza è più facile, ma già quello che vedi scritto nella descrizione ti aiuta a capire in parte. Comunque, se entri e non trovi quello che t'interessa, esci e vai su un altro, fin quando riesci a trovare ciò che cerchi. Dai... prova ad entrare sul primo."

"Come di fa?"

"Muovi il mouse finché la freccia fa cambiare colore all'indirizzo e poi schiaccia il tasto di sinistra."

Roberto rimane incollato al PC fino all'ora di pranzo, quando lo devo forzare per andare da Eugenia, prima che mandi Marino a farci una filippica. Lungo il tragitto per arrivare a casa sua mi sommerge con un diluvio di domande, vuole conoscere tutte le possibilità, per fare altre ricerche su cose che lo hanno sempre incuriosito, ma che non ha mai avuto la possibilità di farsi spiegare da qualcuno. Mi dice che è anche soddisfatto del materiale trovato sull'argomento che gli sta a cuore ed è più tranquillo. Ora è sicuro che non sono solo i nonni a rasserenarlo sulla sua condizione perché gli vogliono bene, ma è una cosa del tutto normale, tanto più che quelli come noi sono molti di più di quanto credesse. Ha scoperto che lo era persino qualche eroe riportato sui libri di scuola.

"Scusami Roberto. Ho capito bene quello che hai detto o mi è solo sembrato? I tuoi nonni sanno di te?"

"Certo che lo sanno. Lo hanno sempre saputo. Non ricordi che sapevano anche di te e Stefano? Noi non abbiamo segreti. Però i miei genitori non lo sanno e i nonni mi dicono di stare attento, perché i miei possono non capire queste cose, perciò è meglio tenere il segreto."

Penso che i due vecchi sono delle persone eccezionali.

"Sì Roberto! Hanno ragione loro... è meglio così."

"I nonni sanno anche di me e Pio, e sono contenti, perché dicono che è un bravo giovane, come me. Nonno, qualche volta che Pio è libero, trova una scusa per chiamarmi a dargli una mano, così mio padre mi lascia andare e possiamo stare un po' insieme. I nonni sanno pure quanto ti desideravo, perciò mi hanno detto di non mettere in piedi dei casini... adesso che sto con te."

"Stai tranquillo. Ora che so di te e Pio, non succederà più niente. Saremo come due fratelli."

Nonna Eugenia ci accoglie festosamente e, assumendo un tono un po' burbero: "Dovete essere più rispettosi dell'orario. Qui non sono mica tutti come voi che non avete niente da fare, qualcuno deve andare a lavorare ed è già mezzogiorno e mezzo!"

Notando Marino seduto a tavola con l'aria un po' truce e impaziente, non riusciamo trattenere le risa, cui fanno eco quelle di Eugenia. Marino cerca di rimanere serio, ma, infine, scoppia in una allegra risata.

"Per questa volta vi perdono, ma solo se non succede più!"

A tavola chiacchieriamo allegramente, però Roberto tenta di liquidare in fretta ogni argomento che affrontiamo, ma io, che ne conosco la ragione, mi diverto a mettere in campo nuove questioni ogni volta che la conversazione sembra esaurita. Sulla strada del rientro a casa mia Roberto mi rimprovera giocosamente.

"Sei stato peggio di un genitore che ti mette in castigo e non ti dà dolci per punizione, ma continua a comprarli per gli altri e ti lascia guardare mentre li mangiano."

Replico, stando allo scherzo: "Lo so che genere di dolci ti fanno gola, ma bisogna stare attenti a non fare indigestione. Dopo si sta tanto male! E poi... i dolci bisogna meritarseli."

"Cosa devo fare per meritarli?"

"Non lo so ancora, ci devo pensare."

Rientriamo in casa e, come mi aspettavo, Roberto corre subito in studio, seguito da me, e si piazza davanti al PC.

"Guarda Antonio, c'è questa cosa che lampeggia."

Ho un sussulto, è l'icona della posta elettronica. Possibile che possa ricevere anche posta? Vuol dire che sono collegato anche con persone reali del mio "passato nel futuro"? Esito molto prima di rispondere, anche perché non ho la minima idea di cosa possano contenere le comunicazioni ricevute e temo di espormi troppo con Roberto. Devo renderlo partecipe fino in fondo di quello che mi è accaduto? E dove sarà finito il "suo" Antonio? Come prenderebbe la notizia? Mi crederebbe completamente pazzo? In fondo sembra che, per qualche strano e misterioso artificio, ha visto, avendone testimonianza anche dal nonno, il "suo" Antonio rimettere a posto la casa e introdurvi diavolerie arrivate da fuori.

Sento istintivamente che posso fidarmi di Roberto e ho un profondo bisogno di condividere con qualcuno la mia straordinaria vicenda: "È il segnale di arrivo di posta, Roberto."

"Bene... allora hai degli amici con cui ti scrivi! Chi sono... dove stanno? Come si fa a leggere?" Roberto è impaziente come un bambino, ma infine conclude: "Scusa... scusami Antonio. Non ho pensato che la posta è una cosa personale. Non è giusto che tu la fai vedere anche a me. Ora vado di là così la puoi leggere con comodo."

"No... no, Roberto! Ti prego, rimani. Non voglio segreti fra di noi."

"Sei sicuro, Antonio? Non voglio che lo dici perché sono stato tanto sfacciato."

"No, stai tranquillo! Lo voglio davvero... ho bisogno di qualcuno vicino... per affrontare le cose... Clicca sul simbolo!"

Si apre la finestra della posta elettronica e rilevo che c'è una sola mail proveniente da un indirizzo che non conosco: newlife.com.

Sono agitato. Il nome evoca qualcosa che ha attinenza con la mia condizione, perciò temo fortemente di scoprire cose spiacevoli. Rifletto a lungo, sono dibattuto, nervoso, e mi sudano le mani.

"Che si fa adesso?"

La voce di Roberto mi riporta alla realtà, che è qui, immutabile. Ormai sono in questo mondo, la mia nuova condizione mi piace sempre di più, non credo di poter cambiare le cose con la mia sola volontà e nemmeno eludere il mio destino non aprendo una mail.

"Clicca sul disegnino della busta gialla."

Roberto esegue e la mail si apre. È breve! Lo invito a leggerla.

Salve,

sei stato scelto, come pochi altri soggetti, per partecipare al programma newlife, in considerazione del tuo forte desiderio di cambiamento.

Con questa comunicazione ti invitiamo a contattare il sito, il cui link è in calce alla presente, utilizzando il codice accesso che ti abbiamo assegnato: 18.06.2005anfo12.18.

Appena collegato e digitato il codice accesso, devi scegliere una password per proseguire nel sito.

Buon viaggio.

Link: http://www.beginnerassistance.org/

"Antonio, cosà vuol dire questa strana comunicazione?"

Roberto mi guarda con aria interrogativa, pieno d'attesa, ma anche un pochino nervoso. Forse ha afferrato il contenuto della mail, ma non riesce a decrittarne a pieno il significato. Oppure pensa ad uno scherzo che gli voglio fare e non se ne spiega la ragione. Forse sono solo mie eccessive preoccupazioni, perché ancora non gli è possibile immaginare la sostituzione di persona. Può solo immaginare che qualche strana vicenda mi stia accadendo, ma certamente non che io abbia sostituito il "suo" Antonio. Però, credo che, se proseguiamo, lo scoprirà presto e devo decidere come metterlo al corrente. Concludo che è meglio entrare nel sito e informarlo in funzione del proseguimento.

"Non lo so bene nemmeno io. Per lo meno, non ancora. Prova ad entrare nel sito e vediamo cosa succede."

Il sito si è aperto e viene richiesto il codice di accesso, poi l'inserimento di una password. Chiedo a Roberto di digitare Roberto&Pio e di confermare. Siamo entrati!

Sei pregato di seguire attentamente le istruzioni, prima di procedere.

Ti è stato assegnato un tutor, che si chiama Leonardo, e puoi contattarlo digitando il suo nome nell'apposita casella e chattare con lui, o puoi inviargli messaggi e ti risponderà immediatamente.

Se disponi di webcam e microfono, puoi dialogare direttamente, digitando il nome del tutor nella casella "interactive".

Se non vuoi utilizzare nessuna di queste due opzioni, procedi e leggi il regolamento relativo alla tua nuova condizione.

Sono letteralmente sbalordito. La situazione è diversa da quella che mi aspettavo; non so perché, ma è diversa. La possibilità di parlare direttamente con un tutor mi attira più delle altre.

"Antonio, cosa facciamo?"

Roberto sembra prendere la faccenda con naturalezza. Si fida completamente di me e non pone più domande suscitate da apprensione.

"Spostati un momento che monto la webcam e il microfono e poi parliamo con questo Leonardo."

Mentre eseguo l'operazione, Roberto è eccitato per la novità e continua a porre domande.

"Ma davvero possiamo vedere Leonardo? E dove sta? E lui, può vedere noi?"

Rispondo meccanicamente: "Sì... non lo so... sì."

Siamo pronti. Digito Leonardo nell'apposita casella e attendo. Solo pochi secondi e appare il volto sorridente di un uomo sui settanta anni. Completamente canuto e pieno di rughe, ma con occhi così vivi da sembrare quelli di un bambino.

"Salve Antonio, sono il tuo tutor e rimarrò a tua disposizione ventiquattro ore su ventiquattro. Però vedo che c'è qualcuno vicino a te. Sei proprio sicuro di voler rendere partecipe della situazione un altro?"
"Si, ne sono sicuro! Lui è Roberto ed è come se fossi io."
"Sei più veloce di quanto pensassi! Ti sei già trovato un compagno?"
"No... purtroppo non è il mio compagno... anche se mi piacerebbe... ma per me è meglio di un fratello."
Guardo di sottecchi Roberto e vedo che ha un aria soddisfatta. Anche Leonardo mi piace. Non ha fatto obiezioni ulteriori.
"Bene, come vuoi tu. Ora puoi fare tutte le domande che vuoi e richiedere i chiarimenti necessari per comprendere meglio la nuova situazione"
"Prima di tutto vorrei sapere che fine ha fatto il sostituito, perché non riuscirei a sopportare che abbia subito qualcosa di spiacevole per causa mia"
"Molto encomiabile la tua preoccupazione, ma stai tranquillo. Anche il tuo sostituito si macerava nella convinzione di aver causato la disgrazia, dimenticando che quel pellegrinaggio era una consuetudine dei suoi, perciò quello che è accaduto sarebbe successo comunque. Ma siccome desiderava immensamente poter tornare indietro e ne aveva i requisiti è entrato nel programma."
"Ma come mai nessuno si accorge dell'evento? E perché il sostituito è identico e ha fatto cose che giustificano anche l'esistenza dello strumento che stiamo usando?"
"Su questi argomenti non posso risponderti con sicurezza. Credo che tutto sia predisposto fin dall'inizio e accade quando deve accadere. Se vuoi risposte più precise devi farne espressa richiesta scritta, ma credo che non ti sarà dato riscontro. Almeno, che io sappia, è sempre andata così."
"Vuoi di dire che anche per me è arrivata una sostituzione?"
"Non è detto. Potrebbe darsi che sul punto dove ti sei appisolato abbiano trovato il tuo corpo."
Tremo all'idea del significato di queste parole di Leonardo. Forse si esprime in modo meno esplicito per la presenza di Roberto, ma sono contento perché non ha detto crudamente che potrei essere morto.
"Quindi capita che il ciclo, prima o dopo, finisca?"
"Sì."
"Come mai, in questo periodo in cui mi trovo, è possibile usare questo strumento, se ancora non esiste? E come può funzionare se non c'è rete?"
"In genere lasciamo a disposizione le cose esistenti nell'epoca di provenienza e questo strumento ci è molto utile per evitare ai nostri assistiti brutte sorprese. Però non è sempre possibile assicurarne il funzionamento. Tu sei stato uno dei pochi fortunati perché hai un collegamento satellitare."
"Cosa intendi per brutte sorprese?"
"Voglio dire che può essere molto pericoloso che altri scoprano che disponete di strani strumenti e possedete conoscenze non ancora di larga diffusione. Fino a un centinaio di anni fa abbiamo perso parecchi assistiti, spesso su un cumulo di legname incendiato."
"Che utilità può avere la conoscenza se non si può usare? E questo strumento, che ti dà maggiori opportunità, a che mi può servire?"
"Non ho detto che non si possono usare le conoscenze. Bisogna usarle con cautela, senza strafare né volerne trarre vantaggi inappropriati o, peggio, illeciti. Tutto deve essere calibrato, dosato, opportuno."
"Ho capito. Se per esempio gioco al lotto, sapendo quali sono i numeri che usciranno, non va bene. Ma come fate ad impedirmelo?"
"Non c'è alcun bisogno di impedirtelo. Te lo spiego subito. Tu vivi in uno dei tanti mondi paralleli, dove il tempo scorre allo stesso modo e il progresso civile e tecnologico sono simili, ma le cose che accadono non sono le stesse."
"Quindi, in questo mondo, le estrazioni del lotto non sono le stesse del mio."
"Esatto!"
"Ma almeno, potrei mettere in allarme le popolazioni per i cataclismi naturali che devono accadere, o informare gli stati in procinto di essere aggrediti di preparare le difese, o aiutare la ricerca nell'accelerare la scoperta di cose utili all'umanità."
"Guarda che non sei Dio! E poi ti ho detto che gli eventi non sono gli stessi e il progresso non è allineato."
"Che vuol dire esattamente?"
"Ti faccio capire con un esempio chiaro: il grande terremoto che ha distrutto Messina nel 1908 del tuo mondo, in questo non ci sarà."
"Ora ho capito! Quindi la grande massa di informazioni di cui dispongo con questo strumento, non mi serve a niente?"
"Come puoi dire una cosa simile? Non puoi pretendere di fare il salvatore di un intero mondo, sarebbero sovvertiti infiniti equilibri se si potessero modificare gli eventi. Però la grande quantità di informazioni può servire ad altro, anche se sono esclusivamente quelle del mondo da cui provieni. Una tecnica agricola rimane sempre una tecnica agricola e se non è ancora attuata si può fornire qualche suggerimento. Ma non puoi pensare di anticipare le biotecnologie, anche per l'indisponibilità di tutta la serie di tecnologie che ci sono a monte."
"Adesso mi pare di avere capito esattamente. Si può contribuire a migliorare le cose con discrezione e compatibilmente con il grado di accettabilità esistente."
"Bravo! È proprio questa l'essenza. Un certo Galileo stava finendo male per aver voluto anticipare troppo. E come lui tanti altri. Tu hai la fortuna di avere più strumenti e un tutor con cui dialogare in qualsiasi momento. Non hai idea di quanto sia difficoltoso farlo in altre epoche, specialmente le più remote."
"Toglimi una curiosità. La radio, è stata inventata prima che da dove vengo, qui?"
"Sì. Almeno venticinque anni prima. Però sono più arretrati riguardo alla trasmissione delle immagini, questo perché ci sono e ci saranno meno esigenze belliche, almeno per il tempo che conosciamo."
"Posso sapere fino a quando siete arrivati? Voglio dire: siamo in tempi infiniti o c'è un limite oltre il quale deve ancora tutto avvenire?"
"Questa informazione non sono autorizzato a dartela!"
"C'è qualcosa d'importante che devo sapere subito? Altrimenti ti lascio in pace e ti contatto quando ne avrò necessità."
"Prima di tutto devi sapere che anch'io potrei aver bisogno di comunicare con te, perciò tieni sempre d'occhio la posta. L'altra cosa importante è che i tuoi strumenti si possono guastare e non hai possibilità di trovare tecnici in grado di ripararli nella tua epoca. Ma noi siamo in grado di dare assistenza molto più rapida via PC, come nel tuo caso. Prima di salutarci lancerò un download del programma necessario e tu mi confermerai la sua corretta installazione. Questo programma consente di trasferire oggetti e persone, sia temporaneamente che permanentemente, perciò, appena installato, seguendo le mie istruzioni, ti devo trasferire subito un PC e la sua dotazione, da tenere di riserva in caso di avaria. Anzi è consigliabile trasferirne due."
"Ma com'è possibile far materializzare cose e persone dal nulla?"
"Hai mai sentito parlare di fantasmi, di presenze strane, di oggetti che appaiono e scompaiono, di UFO? In tutti i tempi?"
"Sì"
"E cosa pensi che siano? Siamo noi!"
Roberto è al mio fianco, annichilito e confesso che lo sono anch'io. Non avrei mai pensato di essere "dentro" una situazione del genere e che esistessero le possibilità appena comunicate da Leonardo, ma in fondo ora alcune cose assumono una logica del tutto diversa da quella che mi ero costruita nella vita precedente. Non avevo mai creduto a tutti i fenomeni accennati, pensando che fossero il frutto di menti non perfettamente a posto o trucchi d'imbroglioni e ciarlatani, ma ora, a seguito delle parole di Leonardo, sono preoccupato per la possibilità che qualche estraneo possa accorgersi di quello che succederà qui fra poco. È evidente che in alcuni casi le cautele sono state insufficienti, altrimenti tutto sarebbe rimasto sconosciuto.

"Roberto... sei spaventato... non devi preoccuparti... io sono Antonio... comunque."

"No... non sono spaventato... e ho anche capito che... Antonio è sempre Antonio... anche se qualche volta deve ricostruire il suo passato... nel nuovo posto dove lo mandano..."

"Grazie Roberto. Non avevo dubbi sul fatto che tu avresti capito perfettamente, ma ti vedo così strano."

"Antonio... vuoi che porto uno specchio... non sai che faccia hai anche tu!"

Nonostante la situazione mi viene da ridere. La risata e il nostro dialogo sono stati uditi anche da Leonardo, che interviene.

"Molto bene ragazzi. Avete preso la cosa dal verso giusto, ma ora sbrighiamoci a fare le operazioni essenziali."
"Scusa solo un momento, Leonardo. Fammi chiudere le imposte della finestra, prima che qualcuno veda fantasmi."
"O.K. io ho tutto il tempo."
"Fatto! Ora possiamo procedere."
"Ci vorranno solo pochi minuti, durante i quali non devi toccare assolutamente nulla e non ci vedremo. Dopo il riavvio automatico del PC ti mando il materiale, ma prima orienta la webcam sullo spazio intorno per farmi vedere dove farlo arrivare, prima che finisca in precario equilibrio, magari sul bordo della scrivania."
"Fatto! Va bene così?"
"Sì! Ciao a fra poco."
In pochi minuti l'operazione si conclude e Leonardo riappare sorridente.
"Ora provvedo ad inviare il materiale e ti consiglio di cambiare macchina, trasferendo tutti i tuoi programmi su una di quelle in arrivo, perché sono piu potenti. Quando avrai fatto, ricollegati con me per reinstallare il programma di trasferimento."
"Devo farlo subito?"
"No, non è necessario, anche perché ci vuole un po' di tempo per il trasferimento di tutti gli oggetti ed è già tardi. Penso che abbiate anche altro da fare o persone da incontrare ed è meglio non destare sospetti. Dopo che saranno arrivati gli oggetti c'è una sufficiente sicurezza ed è inutile avere fretta, l'unico accorgimento da prendere è quello di custodire le due macchine di scorta in due luoghi diversi, escluso quello dove vi trovate ora, così se dovesse succedere qualcosa che ne distrugge una, le altre due saranno salve."
"D'accordo, farò come mi hai consigliato!"
"Ora è meglio che usciate dalla stanza, per non interferire con il trasferimento. Ci vorranno almeno due ore, perciò andate pure dove vi pare, tanto non c'è bisogno di alcun intervento vostro. Arrivederci al prossimo appuntamento."
"Ciao Leonardo."
"Ciao Leonardo." fa eco Roberto.

Ci spostiamo in soggiorno e cerco di cogliere qualche segnale di disagio di Roberto, ma lui sembra più tranquillo di me. In effetti sono io che ho parecchie cose da chiarirgli e non so da dove cominciare, che cosa omettere o correggere, e cosa riportargli. Restiamo in silenzio, seduti uno di fronte all'altro. Roberto mi sorride comprensivo, con dolcezza, come volesse trasferirmi tranquillità, offrirmi solidarietà, rassicurarmi della sua amicizia, ma aspetta che superi il mio turbamento e sia io a parlare.

"Roberto?"

"Sì?"

"Hai capito quello che mi è successo?"

"Sì."

"E non dici niente?"

"Io dico che sei sempre il "mio" Antonio, così ha detto anche Leonardo. Per me tutti gli Antonio che vivono nei diversi mondi sono sempre la stessa persona, che mi vuole bene e che gli voglio bene, perciò non fa nessuna differenza. L'unica cosa che conta è che tu ora sei qui e hai superato i tuoi problemi e io sono contento perché so che l'Antonio che qui stava male ora è in un posto dove sta meglio, e io sono felice due volte."

Senza volerlo, mi alzo per abbracciare Roberto, che è già in piedi ad accogliermi nelle sue braccia. Con carezze che dicono più di un fiume di parole restiamo a lungo ad ascoltare ed assaporare il nostro reciproco affetto, senza riserve né altre finalità.

Poi, lentamente, ci sciogliamo dall'abbraccio e io racconto la mia vita precedente a Roberto, senza riserve né omissioni, risparmiandogli solo i dettagli. Lui mi ascolta in un raccolto silenzio, manifestandomi la sua partecipazione con lievi carezze sulle mie mani, che tiene fra le sue.

Al termine del racconto un pesante macigno è tolto dal mio cuore ed io mi sento rinascere ancora una volta e definitivamente.


Capitolo precedente
back
Copertina e indice
INDICE
Scaffale degli scritti inviatimi
shelf 1
Capitolo seguente
next


© Matt & Andrej Koymasky, 1997 - 2006
navigation map
recommend
corner
corner
If you can't use the map, use these links.
HALL Lounge Livingroom Memorial
Our Bedroom Guestroom Library Workshop
Links Awards Map
corner
corner