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1 Domenica, 8 maggio 2016 1 7 1
1 io non conosco affatto il Giappone, eppure grazie al tuo romanzo "Se esiste qualcosa chiamato destino" mi sembra di aver capito molto di questa lontana cultura. Poiché ho notato che tu sei sempre molto accuato quando descrivi luoghi e culture lontani, penso che anche in questo romanzo tu sia stata molto accurato.

Grazie a te ho fatto, con la mente, un viaggio in questo paese così esotico, tanto più che la storia si svolge nel passato.

Bruno

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1 Domenica, 13 aprile 2014 1 6 1
1 Andrej

"Se esiste qualcosa chiamato destino" credo che andrebbe letto assieme agli altri tuoi racconti ambientati in Giappone. Essendo io uno yamatologo (studioso del Giappone) ho particolarmente apprezzato tutti i tuoi racconti ambientati nella terra del sol levante, in cui dimostri una profonda conoscenza della cultura (e storia) giapponese

In questo racconto in particolare, illustri perfettamente l'atmosfera della restaurazione Meiji. Ti faccio ancora i miei complimenti e consiglio la lettura di questi racconti a tutti gli amanti della cultura giapponese.

Mario S.

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1 Lunedì, 25 luglio 2011 1 5 1
1 Andrej,

ad esser sincero, il racconto "Se esiste qualcosa chiamato destino" è quello che mi ha colpito di meno, non ho avuto molta empatia con i protagonisti, nonostante l'ambientazione mi piacesse. Forse sarebbe stato bello approfondire la situazione di vicinanza ma al contempo di separazione tra allievo e studente... o forse perchè in quegli anni non è successo nulla di particolarmente importante da mettere in crisi il loro rapporto... non so come se mancasse la spinta antagonista.

Ho finito di leggere "l'Ordine dei Reclusi", ho apprezzato tutta l'impalcatura sociale degli ordini su cui è costruita la storia, però anche questo racconto non mi ha colpito molto.

Per due motivi fondamentalmente:
1) il mondo in cui si muovono è molto lasciato all'immaginazione di chi legge, forse troppo, mi riferisco sia allo stile architettonico che ai paesaggi o alla cultura dei luoghi.

2) l'argomento del triangolo amoroso e della libertà sessuale tra il maestro e l'allievo con terze persone, mi piaceva molto. però non si è andati molto a fondo, e l'arrivo del terzo sembra aver semplicemente sostituito il maestro con il tempo. A tal punto che nelle note finali il maestro scompare del tutto senza sapere cosa ne è stato del loro amore.

Insomma lo sviluppo di questa situazione di amore aperto e semplicemente evoluta in un nuovo amore. Come a confermare l'idea generale sulle previsioni nefaste che di solito si fanno su queste situazioni. Per questo non mi è piaciuta molto.

un abbraccio
Alessio

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1 Martedì, 11 aprile 2006 1 4 1
1 ciao

se esiste qualcosa chiamato destino - cronache di un destino - il giocattolo del boss - il primo no di fabrizio - la vita inizia a 25 anni - per abito un tatuaggio.

spettacolari, non riuscivo a smettere di leggere, mi hanno emozionato tantissimo!!!! Per ora ho letto solo questi, ma sono sicura che anche tutti gli altri sono altrettanto belli! Non smettere mai di scrivere, mi raccomando^_^

bye bye
Giovanna

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1 Martedì, 17 gennaio 2006 1 3 1
1 Andrej

alcune impressioni sui racconti dello scaffale 3:

Se esiste qualcosa chiamata destino
Meraviglioso!!! Ma sembra anche un po' irreale!

Mario

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1 Mercoledì, 6 luglio 2005 1 2 1
1 Ciao Andrej,

Sto leggendo "popolo kea", invece ieri ho letto "se esiste qualcosa che si chiama destino"; è carino però bisogna considerare che non tutti hanno la fortuna di sapere il giapponese, quindi mi piacerebbe ci fosse un glossario dei termini a fine racconto, magari in un capitolo separato cosicché è possibile capire meglio e immedesimarsi di più.

Come racconto è lineare e curato, forse le emozioni sono un po' pacate, ma fondamentalmente la linearità di espressione è adatta al tipo di racconto e all'ambientazione, cioè, diverse volte si incentra sull'attesa, ma non è spasmodica, è delicata e serena, quindi va bene. (Poi questa è una mia opinione, io ti dico solo cosa penso, a me sapere quello che pensano gli altri, anche se poi sembra che non li ascolto perché faccio di testa mia, mi aiuta molto).

Buona notte
Miyuki

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1 Lunedì, 9 settembre 2002 1 1 1
1 Caro Andrej,

In "Se esiste qualcosa chiamato destino..." sei stato mooolto competente nelle citazioni, nei nomi, nelle tradizioni... (un pò sapevo pure io di questa loro "tolleranza" non che delle relazioni tra i samurai... ecc), adesso sono a leggere "Né angelo, né marchetta" (che trovo carinissimo, anche se in alcuni punti mi resta proprio difficile riuscire a credere che delle simili cose siano possibili o meglio, reali), ma poi proverò di sicuro con "Per abito un tatuaggio" o simile (ho una amica fissatissima per gli Yakuza a cui non ho potuto fare a meno di consigliarlo).

Magnolia

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