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Lunedì, 25 luglio 2011 |
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Andrej,
ad esser sincero, il racconto "Se esiste qualcosa chiamato destino" è quello che mi ha colpito di meno, non ho avuto molta empatia con i protagonisti, nonostante l'ambientazione mi piacesse. Forse sarebbe stato bello approfondire la situazione di vicinanza ma al contempo di separazione tra allievo e studente... o forse perchè in quegli anni non è successo nulla di particolarmente importante da mettere in crisi il loro rapporto... non so come se mancasse la spinta antagonista.
Ho finito di leggere "l'Ordine dei Reclusi", ho apprezzato tutta l'impalcatura sociale degli ordini su cui è costruita la storia, però anche questo racconto non mi ha colpito molto.
Per due motivi fondamentalmente:
1) il mondo in cui si muovono è molto lasciato all'immaginazione di chi legge, forse troppo, mi riferisco sia allo stile architettonico che ai paesaggi o alla cultura dei luoghi.
2) l'argomento del triangolo amoroso e della libertà sessuale tra il maestro e l'allievo con terze persone, mi piaceva molto. però non si è andati molto a fondo, e l'arrivo del terzo sembra aver semplicemente sostituito il maestro con il tempo. A tal punto che nelle note finali il maestro scompare del tutto senza sapere cosa ne è stato del loro amore.
Insomma lo sviluppo di questa situazione di amore aperto e semplicemente evoluta in un nuovo amore. Come a confermare l'idea generale sulle previsioni nefaste che di solito si fanno su queste situazioni.
Per questo non mi è piaciuta molto.
un abbraccio
Alessio
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Mercoledì, 6 luglio 2005 |
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Ciao Andrej,
Sto leggendo "popolo kea", invece ieri ho letto "se esiste qualcosa che si chiama destino"; è carino però bisogna considerare che non tutti hanno la fortuna di sapere il giapponese, quindi mi piacerebbe ci fosse un glossario dei termini a fine racconto, magari in un capitolo separato cosicché è possibile capire meglio e immedesimarsi di più.
Come racconto è lineare e curato, forse le emozioni sono un po' pacate, ma fondamentalmente la linearità di espressione è adatta al tipo di racconto e all'ambientazione, cioè, diverse volte si incentra sull'attesa, ma non è spasmodica, è delicata e serena, quindi va bene. (Poi questa è una mia opinione, io ti dico solo cosa penso, a me sapere quello che pensano gli altri, anche se poi sembra che non li ascolto perché faccio di testa mia, mi aiuta molto).
Buona notte
Miyuki
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