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Martedì, 3 gennaio 2017 |
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Caro signor Andrej,
il suo racconto "Il segno del forcipe" mi ha dilettato, come dovrebbe fare ogni fiaba. Anche se qui non ci sono prodigi, magie o altro, tutta l'atmosfera è picevolmente fiabesca.
Ma come in ogni buona fiaba che si rispetti, vi soggiace una morale, un insegnamento. Anzi, direi più di uno. Ma quello che mi piace, è che lei li diluisce nel testo del racconto, sicché si può dire che non sono mai fastidiosi, o noiosi. Il lettore li assimila senza rendersene quasi conto.
Io stesso, a volte, mi sono reso conto della loro presenza solo ad una seconda lettura del testo. Perciò, ancora una volta, i miei complimenti per la sua opera.
Angelo |
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Giovedì, 29 novembre 2012 |
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Ciao Andrej,
Ho letto "Il segno del forcipe": l'aspetto vagabondiero dei personaggi (l'avventura) e tutte le soluzioni per vivere, compreso il prostituirsi, mi piacciono particolarmente. Quindi potrai capire che anche questo racconto mi sia piaciuto. Soprattutto nella prima parte da quando scappa di casa a quando conosce il suo Guntar. Intendiamoci, anche il seguito mi è piaciuto, ma mi son proprio divertito nel leggere la prima parte.
Ho apprezzato anche l'approfondimento del killer con il suo compagno. Quel capitolo è stata un po' una sorpresa, ma è stato molto interessante vedere il mutamento delle sue azioni. Vedere che un personaggio cambia idea, li rende molto più vivi e tridimensionali non trovi?
Ho trovato delizioso la parentesi finale in cui i ruoli dei due fratelli si sono invertiti, per quanto mi riguarda poteva finire anche in quel modo, senza la redenzione finale ehhe. L'unica cosa forse è che la scoperta dell'identità del principe scomparso è stata troppo veloce... non so è una sensazione che ho avuto.
Un abbraccio
Alessio
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Domenica, 18 agosto 2002 |
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Caro Andrej, grazie per i tuoi racconti. Li ho letti quasi tutti. Mi hanno perfino strappato le lacrime. Alcuni sono veri capolavori. Ho letto tempo fa "La scelta" e simpatizzo per Gustavo. E' evidente che la tua non è una conoscenza libresca del cristianesimo; neppure un vaticanista sarebbe in grado di scrivere di cose religiose come lo fai tu.
Tornando ai racconti mi sono piaciuti anche: "Anche una spia può amare", "Il carro dei guitti", "Il segno del forcipe", "L'ombra del divo", "In fuga", "Memoria", "Buon natale Norman"... ma dovrei citarne più della metà.
Alcuni non li ho finiti per questi motivi: non mi attira il genere fantascienza ; gli epistolari sono troppo impegnativi; in alcuni racconti le scene di sesso prendono il sopravvento su una trama povera, ma di questi non ricordo neppure il titolo.
Una bella eccezione è "Jaume di Sitges", dove nonostante la povertà della trama e l'abbondanza di sesso, il protagonista ha una personalità fortissima e carica di umanità. I finali spesso sono un po' scontati e prevedibili: mettono su una bella bottega... Segno del tuo ottimismo invincibile.
Grazie ancora per aver messo a disposizione di tutti (e gratuitamente!) il frutto della tua esperienza, delle tue letture e dei tuoi viaggi.
Ciao
Eugenio
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