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Sabato, 19 gennaio 2013 |
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Ciao Andrej
La "storia di amore e malavita" mi è piaciuta perchè è permeata di quei sogni e scoperta del mondo di cui è satura la giovane età dei personaggi. in questo non deludi mai. Molto intrigante sia le situazioni dei furti in casa sia la situazioni delle prigioni, solo due passaggi mi hanno lasciato stupito.
Secondo me Alain perdona e accetta troppo velocemente l'attività del suo amato... Ma forse proprio perché nè è innamorato lo giustifica. E in secondo la decisione di Gilbert di andare via di casa l'ho trovata troppo repentina... Poi speravo che la relazione con il carcerato, pur rimanendo nei limiti, fosse un po' più... calda. Cioè non a far ridurre Gilbert come un uomo oggetto. Alla fine in prigione è stata una figura protettrice...
Particolare è la figura del ragazzo che va a vivere con Alain, aiutandolo con il suo bene a superare il momento difficile. È un tipo di figura che ricorre spesso nei tuoi racconti. A volte è il compagno della storia di chi sta nel momento difficile, altre volte, come in questa, è un personaggio che appare dal nulla come se fosse mandato a posta. Non sto dicendo che è una figura forzata anzi l'opposto. Queste cose accadono anche nella realtà, come se nel nostro disegno di eventi passati e presenti, nulla fosse casuale.
Mi piace e mi rincuora leggere di questi legami nei tuoi racconti. E questo come il fattore "scoperta" di cui ti parlavo sopra è uno degli elementi che più mi piace nei tuoi racconti, Andrej :)
Un grande abbraccio
Alessio
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Sabato, 21 gennaio 2006 |
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Ciao,
ho letto alcune storie... "In fuga", "Contando fino a dieci" (davvero stupenda) "amore e malavita", mentre "seconda giovinezza" non l'ho ancora finito perchè sono stanca in questo momento...alcune le ho lette ieri sera sul tardi, le altre poco fa, e come al solito mi sono piaciuti i tuoi punti di vista...non mi ricordo se ti ho scritto questo pezzo ma siccome è piuttosto bello...
"Ma perché dev'essere così difficile voler bene davvero, amare, capire? Perché?"
"Perché... perché siamo piccoli e brutti e limitati. Perché non siamo capaci di andare avanti senza schemi, in bianco e nero, magari sbagliati ma ben definiti. Perché è scomodo e difficile e pesante valutare volta per volta ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, bene o male... E perché mai niente è completamente giusto o completamente male."
"Perché non siamo abbastanza umili, insomma."
"Ecco... sì, io non l'ho mai pensato in questi termini ma credo che sia esatto. Non sappiamo riconoscere i nostri limiti, limiti di giudizio, limiti di comprensione. Perché non sappiamo rinunciare alle nostre sicurezze, a crederci forti... Sì, credo proprio che tu abbia ragione. Perché non siamo abbastanza umili."
Mi sento davvero euforica dopo aver letto le tue storie, anche perché finiscono bene e ne sono contenta....più tardi, quando finisco di leggere seconda giovinezza, ti scrivo di nuovo!
A presto
Laura
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