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Mercoledì, 7 settembre 2016 |
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Caro signor Andrej,
purtroppo ci sono davvero delle persone che non sono capaci di dire no, come il Fabrizio della storia "Il primo no di Fabrizio". Sono, a mio parere, persone molto, troppo sensibili, che non vogliono dispiacere agli altri. Forse è una specia di patologia, e la medicina per guarirla è, come risulta da questo suo racconto, l'amore,
Certo è che il povero Fabrizio, nella prima parte del racconto, lo vediamo sprofondare sempre più nell'avvilimento, e la gente che egli incontra, sembra solo approfittare di lui. Ma per fortuna incontra prima un omo che lo capisce e che lo rispetta, e poi un uomo capace di amarlo come è.
Nel complesso una bella lezione sull'amore, come molte delle sue opere.
Angelo |
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Sabato, 22 novembre 2014 |
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Andrej,
Mi ha molto colpito il tuo racconto "Il primo no di Fabrizio", in cui Fabrizio è un ragazzo con il complesso di compiacere sempre gli altri, per cui non è capace di dire "no" a quanto gli viene richiesto, a costo di avvilirsi sempre più. Chi lo salva da questa sua discesa all'inferno è l'amore, ma anche la figura chiave di Carlo, che lo capisce, e che lo sa e lo vuole aiutare.
Mi piace anche la figura del prete, l'amante della madre, che nella sua situazione "irregolare", conserva umanità e bontà. Come al tuo solito, Andrej, ci fai vedere che persone che noi potremmo giudicare con severità, sanno anche agire in modo positivo.
Una piacevole lettura. Grazie. Giulia |
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Sabato, 04 maggio 2013 |
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Ciao Andrej,
"Il primo NO di Fabrizio": questa storia mi è piaciuta non poco, sei riuscito a dipingere Fabrizio in un modo molto realistico.
Questo personaggio ha uno spessore particolare, forse proprio perché hai esposto le sue lotte interiori mostrando il percorso dell'accettazione di conoscere se stessi, un percorso lastricato di sconfitte. Tutta la parte della sua "discesa" ti cattura facendoti vivere le sue apprensioni, diciamo che poi hai centellinato ad arte le "coltellate" allo spirito del ragazzo. Si può dire che te lo sei torturato per benino considerando che dopo i vari abusi hai finito in bellezza con le due lettere d'amore di Guglielmo che ancora non sapeva della lettera che gli stava inviando e soprattutto la sua telefonata.
Mi ha commosso, non so, è come se la tensione della storia mi fosse calata addosso e pativo un po' con Fabrizio, quindi leggere di quelle parole così potenti dette in quel modo... le ho sentite particolarmente.
Particolare questo racconto anche per il fatto che se non fosse per la figura di Carlo, probabilmente per Guglielmo sarebbe stato molto più difficile raccogliere i cocci di Fabrizio e cmq tutta la loro storia sarebbe virata in un percorso molto diverso, perché Fabrizio per riuscire a stare insieme a Guglielmo doveva imparare a dire no senza il suo aiuto. Sarebbe stato l'uomo perfetto al momento sbagliato. Invece grazie alla saggezza di Carlo questo non è avvenuto.
Per l'ambientazione il racconto non è adornato di scenari esotici o particolarmente originali e questo aggiunge ancor più realismo alle situazioni che lo investono. Pur rimanendo nella quotidianità hai centellinato scene molto toccanti e carine.
A parte la parte del coming out in cui ormai è quasi scontato che ti riescono bene (sei veramente bravo nel raccontarle), molto bella ad esempio la scena in cui Fabrizio e Guglielmo si stringono il mignolo, intima e racchiude quell'atmosfera da "tempo delle mele" che spesso trovo tra i tuoi scritti. Ho apprezzato anche il loro corteggiamento, che si svolge lento ma deciso, e l'equilibrio che si instaura tra i due, ad esempio la scena in cui parlano al bar con il loro amico "sboccaccione" fa subito risaltare il legame tra i due con Fabrizio che protegge Guglielmo e quest'ultimo che sa riportare la discussione alla calma senza farlo notare.
Mi è molto piaciuta anche la piccola comparsa della vecchietta che regala il presepio, l'ho trovata deliziosa. Persone così per fortuna esistono anche nella realtà, mi ha lasciato un sorriso nel ricordale.
Invece son rimasto sorpreso da Guglielmo nel dire ti amo la prima notte insieme. Non me lo aspettavo da una persona matura come lui, io prima di riuscire a dirlo mi ci vuole sempre molto tempo dato che è un sentimento importante che non deve esser confuso con l'infatuazione.
Chiudo con due passaggi che mi hanno colpito molto e che credo esser particolarmente belli
"Tu stai cercando di fare il cinico con te stesso, ma non ci riesci... di' la verità..." disse dolce.
"Nessun uomo è mai solo ad una dimensione, e neppure a due: siamo tutti a tre dimensioni, cioè complessi, se non a volte complicati."
Un abbraccio
Alex
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Mercoledì, 13 luglio 2005 |
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Ciao, come va?
È stato il 7° capitolo di "Jaume di Sitges" a farmi avvicinare alle tue letture e poi a conoscerti. E ora che ti conosco, ho "visitato" anche l'intero racconto.
É veramente molto bello e specialmente ti lega alla storia fino alla fine. Solo una cosa, all'inizio del capitolo 12, dopo "Jaume sorrise, ma non disse che era lui che Kiril aspettava" si fa fatica a capire chi parla... solo quello, cioè devi leggere con un attimo di attenzione in più. Molto bella la parte del prof... sia nel modo di fare che di esprimersi.
"Amanti skinhead" mi è piaciuto abbastanza, ma non mi piace molto che Jerry continui a fare l'amore anche con gli altri oltre che a Sean. Nel senso che qualche rara volta può anche capitare, però credo che si debba fare l'amore solo con una persona, per dirle che se anche provi un profondo affetto per qualcunaltro, quella persona è speciale.
Secondo me fare l'amore è un modo per donarsi l'uno all'altro e sentirsi un corpo e un anima, il fatto che sia anche molto piacevole ti fa sentire meglio, ma secondo me oltre al piacere c'è un significato molto più profondo. Nonostante mi possano piacere altri ragazzi e voler loro bene, e essere attratta da loro, ritengo che il mio corpo e la mia anima la dono così al mio amore. Sarò all'antica, ma credo che sia giusto così, anche se ognuno è libero di amare come vuole. Io preferisco amare così.
Ho letto il primo no di fabrizio. È molto interessante come descrivi i sentimenti, però non penso che nella realtà un ragazzo si 'svenderebbe'così. Ho capito le tentazioni ma nessuno è così remissivo, almeno credo.
Ho letto anche "doppio scambio" però l'ho trovato un racconto di passatempo, nel senso che era carino però come temi trattati non posso paragonarlo a il "ragazzo dell'acquedotto".
Comunque quelli che leggo li sto classificando per ordine di gradimento e quando li avrò letti tutti ti comunicherò l'ordine.
Ora sto leggendo "l'anima nel telefonino", ma riesco a leggerla solo molto a rilento. Forse perchè sono racconti scollegati, ma non mi prende tantissimo. Alcuni mi piacciono più, altri meno. Anche se è comunque carino. Forse perchè è tutto un racconto e non c'è un rapporto tra i due interlocutori. Mi sembra un rapporto troppo distaccato. Però è piacevole il modo in cui affronti i periodi storici. Si vede che sei colto, sia per il registo che usi che per le conoscenze storiche e geografiche. Non basterebbe documentarsi, perchè il tutto sarebbe molto freddo, ma se tu sai già come è la storia e la approfondisci allora calamiti i lettori in quel mondo.
A presto
Baci, Miyuki
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