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Giovedì, 13 agosto 2017 |
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Ciao,
non saprei (davvero) come definire il tuo romanzo "il ritorno" forse (come dice un altro dei tuoi lettori) è un romanzo metafisico. L'ho trovato molto bello e curato nei dettagli. È come un crescendo, prima i rumori, poi le voci, poi la sua capacità di suonare (il pianoforte).
Ma a parte questi fenomeni (che preludono al suo ritorno, appunto), mi piace come prima difende la gayezza do suo fratello Danilo, poi come litiga con la sua fidanzata (un'ochetta patentata), proprio per l'atteggiamento di questa nei confronti dei gay.
Nonostante tu continui a battere (sempre) sul fatto che dobbiamo abolire le etichette, ma può un etero diventare un gay così? No, non mi mandare al diavolo (lo so cosa mi risponderesti tu), ma... non è facile abolire le etichette quando te le ficcano in testa fin dalla culla vestendoti di rosa o di celeste.
Mi piace molto (nel capitolo finale) la comparsa del piccolo Cyrus, e della sua storia (appena accennata), che meriterebbe un altro intero romanzo.
Viky |
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Lunedì, 23 settembre 2013 |
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Andrej,
il romanzo metafisico come "il ritorno" mi ha molto colpito e dato da riflettere. Mi è piaciuto moltissimo. Come tutti i tuoi romanzi non solo è molto gradevole da leggere, ma ti fa anche riflettere su un monte di cose. Dai fenomeni uditivi che lo sconvolgono, allo scoprire di essere un artista del piano alla ricerca...
Come in altri tuoi romanzi, qui ribadisci che non è questione di essere normali o froci, ma di amare. Abbasso le etichette. Non c'e in lui una conversione. Prima credeva di amare una ragazza, ora sa che può amare un uomo. Tutto qui. Mi è molto piaciuta, alla fine, la comparsa di quel ragazzino sieropositivo, Cyrus, che lui e Ciro prendono in casa.
Paolo |
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Lunedì, 17 aprile 2006 |
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Caro Andrej,
Ho letto "Il ritorno": un'idea molto intrigante; quella della trasmigrazione è stata affrontata in tutte le epoche e salse, ma qui mi sembra abbastanza originale. La "beffa" del destino, che trasforma un "normale" in un gay!
Ritrovo anche le argomentazioni che mi piacciono di più; cioè le riflessioni sulla normalità della sessualità omo e le raccomandazioni conseguenti nel "doversi" accettare, facilitate da una famiglia non ostile.
Io avrei evitato l'inserimento del ragazzino, Cyrus, perché la trovo una forzatura, in considerazione della trama del racconto, già molto complicata nel soggetto, peraltro affrontato con garbo e la solita abilità.
Complimenti per questo racconto.
Ciao
Antonio
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