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Mercoledì, 16 novembre 2016 |
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Caro signor Andrej,
il suo romanzo " Centoundici " mi ha notevolmente interessato, poiché come sfondo ha la storia della città di San Francisco su cui lei, come suo solito si deve essere ben documentato. E nel protagonoista ritrovo molte delle sue "visioni" della vita, innanzitutto ka sua capacità di amare, il suo aiutare i ragazzi più diseredati, e non ultimo il fatto di scrivere romanzi a tematica gay.
Eppure non credo che sia, neppurein parte, una sua autobiografia. Ma noi lettori spesso ci chiediamo quanto, nell'opera di un autore, vi sia di autobiografico. Certamente vi sono lesue esperienze, infatti nessuno può scrivere di cose di cui non ha esperienza, diretta o indiretta. Rivelatore è il passo in cui il protagonista dice che ha preso note dei racconti di chi incontrava, li ha rimescolati, li ha cambiato e ne ha creato racconti nuovi. Forse anche lei ha fatto cosi?
Anche io ho molto apprezzato la similitudine che lei fa fra i ragazzi sradicati con le pianticelle e il fiume. Questa, se necessario è una prova della sua sensibilità. Un applauso, quindi, anche per questo suo romanzo.
Angelo |
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Giovedì, 3 luglio 2014 |
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Caro Andrej,
il tuo romanzo " Centoundici " mi ha molto divertito, l'ho trovato bellissimo! E anche molto istruttivo su come doveva essere la vita a San Francisco nel tempo della corsa all'oro e in seguito: l'arrivo del gas, dell'elettricità, dei tram a cavalli e poi del treno e la profonda trasformazione della città.
Ma quello che mi è anche piaciuto è che il protagonista, che "inventa" il primo locale gay, poi i primi romanzi gay, ha soprattutto a cuore aiutare i poveri ragazzi gay costretti a prostituirsi per sopravvivere, gettati in strada, soli e abbandonati. Bella la similitudine con le pianticelle e il fiume.
Claudio |
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