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Martedì, 23 agosto 2016 |
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Caro signor Andrej,
sono stupito che il suo romanzo "Oltre il confino" non abbia decine di commenti. A mio parere è uno dei suoi migliori romanzi. Oltre a essere ottimamente documentato sulla vita degli oppositori del fascismo nel confino, è una storia di una delicatezza, gentilezza, di un calore unico. E di seria introspezione.
In particolare lei analizza molto bene il tragitto che porta il conte a suoerare e smantellare i pregiudizi di cui era schiavo, e infine accettare che lui possa essersi innamorato di un altro uomo. Illuminanti i suoi dialoghi e confronti con le due figure del maestro e del femminiello.
Questo suo romanzo dovrebbe essere fatto leggere nei licei, a mio parere, sia per la sua qualità letteraria, sia per la sua descrizione della vita dei confinati, e infine sul fatto che l'amore dovrebbe poter prescindere dal sesso dei due amanti. Come diceva Sant'Agostino, "Ama et fac quod vis".
Angelo |
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Martedì, 24 febbraio 2015 |
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Ciao Andrej,
"Oltre il confino" è secondo me, il migliore dei tuoi romanzi. Non solo ci presenti la reale condizione di vita dei confinati dal regime fascista, con i soprusi eccetera, ma su questo sfondo costruisci una storia d'amore stupendamente bella! Molto interesante il tragitto che porta Aldemaro, un etero convinto, a vivere un amore gay. Belli gli incontri-scontri con il maestro e con Damiano: ciascuno a modo suo, dà materia di riflessione ad Aldemaro.
Un romanzo da leggere, da meditare, da godere dalla prima all'ultima parola. Inoltre, molto ben documentato sul periodo, sugli avvenimenti, e non ultima, sull'isola di Ventotene. Anche la goffa poesia del medico esiste realmente (ho fatto una ricerca su Google...)
Un abbraccio, Sergio |
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Giovedì, 14 settembre 2006 |
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2 |
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Andrej,
"Oltre il confino"... se vuoi dei complimenti, non posso fare a meno di farteli: le descrizioni che fai dei luoghi sono talmente "fotografiche" che ti fanno catapultare in quel posto, in quel momento... La descrizione di Ventotene, dei paesaggi, delle viuzze è molto realistica: sembra quasi di esserci.
Interessante il periodo storico, in cui è ambientato, e la descrizione degli eventi "reali", penso che gran parte degli italiani che leggeranno, sarà incuriosita e, magari, andrà anche a documentarsi meglio. Lo stesso dicasi per il trattamento riservato ai confinati (per chi non ne ha mai sentito parlare è una scoperta).
Per quanto riguarda la storia vera e propria, è di una dolcezza unica. Ben descritta la lunga e intensa metamorfosi che il professore compie per rendersi conto di quello che prova (a parte il fatto che un iter simile è anche applicabile a qualcuno che sa di essere attratto da una persona del suo sesso, ma vuole avere la certezza che il suo sentimento sia ricambiato), l'esternazione del suo stato d'animo, delle sue incertezze.
In tutto questo concorrono anche i dialoghi tra il professore, il maestro e Damiano, tre personaggi completamente diversi tra di loro, ma che, alla fine, tendono tutti alla stessa meta. I dialoghi sono veramente intensi. In modo particolare mi piace molto lo scambio di opinioni fra il professore e Damiano, soprattutto le argomentazioni di quest'ultimo. Molto bello sia il sogno che il colloquio tra il professore ed il maestro.
Per non parlare poi del modo che ha Aniello per raggiungere il suo scopo: paziente, dolce, delicato, mai invadente e precipitoso. Aniello è determinato ad ottenere quello che vuole, è logico, è innamorato, ma non è precipitoso, non ha fretta, anzi, desidera che le cose seguano il loro corso, è disposto ad aspettare, senza limiti di tempo, che la persona che ama lo contraccambi.
È molto intensa la descrizione del primo rapporto "attivo" di Aldemaro, ma, sul suo primo rapporto "passivo", hai sorvolato quasi del tutto: non ci sarebbe stato bene una descrizione un po' più particolareggiata, visto che era sa sua "prima volta", di quanto provava, sia fisicamente che sentimentalmente?
Il finale è il modo migliore per poter vivere assieme. Bravo!
Giangi
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Giovedì, 14 settembre 2006 |
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1 |
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Caro Andrej,
che bello "Oltre il confino"! L'ho veramente apprezzato molto. È un racconto molto bello. Prima di tutto perché affronta in modo decisamente chiaro il problema del terribile isolamento cui era sottoposto chiunque fosse scomodo al regime, per qualsiasi ragione. Chiarisce anche limpidamente le angherie che i confinati dovevano sopportare pure dall'arbitrarietà di un semplice milite, poliziotto e di chiunque rivestisse il benché minimo grado nell'ampia fauna che circondava il regime.
Poi, ci sono i riferimenti essenziali per capire la caduta del fascismo.
È come una dolce melodia che fa materializzare la nascita di questo sentimento fra i due protagonisti. L'aspetto più intrigante è il sorgere, crescere e manifestarsi del sentimento del professore, prima decisamente "ostile" alla sola idea, nei confronti del giovane isolano.
Specialmente ciò che prova Aldemaro è descritto in un modo così tenue, delicato, ed è pure talmente appropriato il modo in cui egli tenta di frenare quello strano sentire, per lui del tutto nuovo e sconvolgente, nei confronti di Aniello. I turbamenti di Aldemaro, che non sa darsi una logica spiegazione dell'attrazione verso Aniello sono assai ben descritti, con appropriatezza e competenza. Sono pennellate lievi su un quadro impressionista!
Quanto ad Aniello... dove hai trovato la bellissima foto che hai messo in copertina?
Ti abbraccio forte.
Ciao
Renzo
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