EPISTOLARIO | PARTE PRIMA | |||
Roma, 18/5/86
ieri, dopo che Lei ha lasciato Roma per tornare a casa, ho ripensato molto ai trascorsi giorni ed ho sentito la necessità di scriverLe queste due righe per dirLe quanto io sia contento di averLa conosciuta e ciò non solamente per il lavoro ma anche su un piano personale: per quanto riguarda il lavoro, oltre ad apprezzare molto la Sua vena creativa e la Sua eccellente preparazione tecnica, mi ha piacevolmente sorpreso la facilità con cui Lei ha afferrato le mie idee, idee che io stesso avevo difficoltà a mettere bene a fuoco.
Sul piano personale ho scoperto in Lei una sensibilità notevole, accompagnata da una grande gioia di vivere e da non comuni doti di simpatia, per cui attendo con vero piacere la Sua prossima venuta a Roma sia per poter nuovamente apprezzare le Sue proposte per il nostro lavoro, che attendo con anticipazione, sia per poter nuovamente godere della Sua tanto gradevole compagnia.
Riceva i miei migliori saluti ed i miei rinnovati complimenti
Federico Maria Pirazzoli lunedì 26 maggio
la vostra gentile lettera mi ha sorpreso.
Piacevolmente, è chiaro. Voi siete gentile assai a scrivere queste cose. Ma mi pare che esagerate un poco. Non vorrei proprio deludervi.
Sono ancora giovane assai. Alle prime armi. Questo è il primo lavoro importante che mi è affidato. Spero di esserne all'altezza.
Lavorare con voi penso sarà piacevole. Anche voi, infatti, siete un creativo. Per questo sara facile capirci. E poi anche voi siete giovane.
Inoltre il vostro lavoro mi è piaciuto assai. Questo rende più facili le cose. Niente è peggio che tentare di rendere interessante una cosa che non mi interessa. Il vostro lavoro, invece, mi interessa assai.
C'è poesia, freschezza. C'è originalità. Mi piace, come ho detto. Subito mi sono sentito coinvolto.
Comunque ancora grazie per la vostra lettera. Il primo del mese entrante vi porto i primi bozzetti. Come d'accordo. Spero che vi piaceranno.
Statemi bene
De Donato Sebastiano Roma, 2/6/86
la Sua lettera è arrivata questa mattina e, tornando a casa dal lavoro, ho avuto la piacevole sorpresa di trovarla nella cassetta delle lettere: bella la busta decorata da Lei, elegante, colorata e festosa. Decora sempre così tutte le Sue buste? È una vera e propria opera d'arte, da conservare tanto è bella.
Ma veniamo subito al contenuto: no, non esagero in quello che Le ho scritto, anzi, ho espresso solo una parte di ciò che provo e sento e sono certo che il Suo lavoro non mi deluderà, perché se pure è vero che Lei è giovane e alle prime armi come dice, Lei è già straordinariamente bravo: non mi stupirei di sapere che Lei si è diplomato a pieni voti.
D'altronde, se il produttore ha scelto proprio Lei fra i molti che han fatto domanda, e mi creda sono stati davvero molti, per la grafica della nostra campagna pubblicitaria, è perché ha molto apprezzato il work-book che Lei aveva inviato. Il dottor Mancinelli è un vecchio volpone e sa circondarsi di veri talenti: fino ad ora non ha mai sbagliato in nessuna delle sue scelte.
Ho qui davanti a me la Sua busta e più la guardo più mi piace: Lei è solare nelle sue opere ed infonde un senso di pace e di gioia in chi le guarda.
Attendo di rivederLa e di avere i Suoi bozzetti.
Cari saluti e a presto
Federico Maria Pirazzoli martedì 10 giugno
forse arrivo io prima di questa.
Non decoro così tutte le mie buste. Solo quelle che mando a chi mi è simpatico. Voi mi siete simpatico. È stato istintivo. Forse sono troppo istintivo, io. Ma funziono così.
Ho quasi finito i bozzetti. Il 16 di questo mese sarò a Roma. Più mi lodate, più ho timore di deludervi. Se non vi piaceranno, li rifaccio. Nel mio lavoro si deve fare e rifare spesso assai. Anche nel vostro? Voi siete il primo sceneggiatore che incontro. Devo capire meglio in che consiste il vostro lavoro. Mi pare affascinante.
Oltre al lavoro per voi, sto facendo altro. Uno è la copertina per un libro di esoterismo. Un altro è la "giacchetta" per un disco di Merola. Tutti e due mi interessano relativamente. Non saranno granché. Per fortuna il vostro mi interessa. Ma per mangiare si deve fare di tutto. Specialmente agli inizi. Anche se non piace assai.
Spero che questa busta vi piaccia. Ma soprattutto i miei bozzetti. Io ne sono abbastanza soddisfatto. Dicono che l'artista non è mai soddisfatto di quello che fa. Evidentemente non sono un artista.
A presto. Statemi bene
De Donato Sebastiano Roma, 28/6/86 Caro Sebastiano,mi sarebbe piaciuto se tu avessi potuto fermarti qui qualche giorno in più: in questi dieci giorni sono stato molto bene con te soprattutto perché, al di là del piacevole rapporto di lavoro, mi pare che stia nascendo fra noi anche una bella amicizia. Non finisco mai di sorprendermi per come tu riesci a capire le cose che ho in mente appena le accenno: pare quasi che tu sia telepatico, oppure che nella tua mente si svolgano gli stessi processi che nella mia, sì che tu li puoi riconoscere subito, al minimo indizio, e svilupparli. È comunque una sensazione molto bella e non solo sul piano del lavoro ed è certo che tu ed io stiamo costituendo un team davvero formidabile e il produttore pare che se ne stia rendendo conto, visto che proprio ieri sera mi ha detto che ha l'impressione di aver scelto le persone giuste da far lavorare assieme per questa campagna pubblicitaria, e parlava di te e me. Come prevedevo i tuoi bozzetti hanno fatto centro, vanno proprio bene, così ora aspettiamo che tu sviluppi le idee che ci hai sottoposto. Mi ha fatto piacere che, delle tre soluzioni che ci hai presentato, quella che a te piaceva di più è proprio quella che preferivo anche io e soprattutto che è proprio quella approvata dai grandi capi; comunque erano belle anche le altre due. Penso proprio che tu sia un artista, anche se per modestia tu lo neghi. Un artista modesto è una cosa rara e bella. Stefania ti manda tanti saluti: anche lei è rimasta molto colpita da te e dalla tua personalità e potrei quasi essere geloso, tanto continua a parlarmi di te in termini di ammirazione. Naturalmente sto scherzando: a me fa piacere quando altri apprezzano ciò che io stesso apprezzo. Saluti anche da Monica (quella del Settore Amministrativo) e Renzo (il ragazzo delle Public Relations) e da parte mia un saluto affettuoso e tanti auguri per il tuo (nostro) lavoro. Federico M. Pirazzoli domenica 29 giugno grazie per l'accoglienza. Ho l'impressione che lavoriamo proprio bene, io e te. Ho passato dieci giorni belli assai a Roma. Grazie anche per avermi fatto da cicerone. Non conoscevo la Capitale. Mi ha conquistato. I colleghi del tuo ufficio sono simpatici. M'è piaciuta quella serata in pizzeria. Anche se a Napoli la pizza è "altra cosa". Ma voi siete speciali. Non ho mai amato gli alberghi. Si è sconosciuti fra sconosciuti. Finito il lavoro si è soli. Io sono un animale sociale. Ma tu sei stato cortese veramente. Hai speso il tuo tempo libero con me. Anche la tua fidanzata Stefania. È una ragazza fine. Vi vedo bene assieme. Sono contento che avete scelto la proposta A. Come sai è quella che preferisco. Mi è venuta quasi di getto. Da sola, direi. Anche a te piaceva di più, vero? Ho notato che abbiamo gusti vicini assai. In varie cose. Quando m'hai invitato da te e m'hai mostrato i tuoi video, mi ha fatto piacere. Essere ammessi in casa è varcare un confine. Prima sei estraneo. Poi non più. Belli i tuoi video. Anche casa tua. Vedere la casa di uno è quasi vedere la sua carta d'identità. E quella è veramente casa tua. Ci sei tutto tu, lì dentro. La tua anima, voglio dire. La fortuna di vivere soli. Io invece vivo in famiglia, ancora. C'è sempre casino, qua. Spesso lavoro di notte, per stare tranquillo. Almeno gli altri dormono. Anche ora che scrivo a te è notte. Dipendesse da me, preferisco il giorno alla notte. Il sole alla luna. L'estate all'inverno. Non è che non mi piace la notte o la luna o l'inverno. Li amo. Ma preferisco luce e calore. Sbaglio o è così per te pure? Devo dirti una cosa. Ci penso da un po'. Mi pare di conoscerti da sempre. Da quando ci si è visti la prima volta. Ho sentito che mi sei un amico. Sai, uno di quegli amici che hai da sempre. Che ci sei cresciuto assieme. È una sensazione rara. Ma bella assai. Con te posso parlare schietto. Tu non interpreti male. Posso non fare cerimonie. Tu non formalizzi. Posso dire tutto quello che penso. Tu non ti scandalizzi. È così. È bello. Ciao, amico. Abbiti cura Sebastiano Roma, 7/7/86 Caro Sebastianocerto che ti sono amico e sento anch'io che il nostro non è un puro e semplice rapporto di lavoro ma sta nascendo e formandosi una vera amicizia, infatti raramente io mi sono aperto ad altri come ho sentito di poter fare con te. Gli amici sono rari, quelli veri voglio dire, quelli che sanno starti a sentire e sanno capirti e che ti accettano come sei: con te sento proprio di poterlo essere e questo è molto bello, forse proprio perché è piuttosto raro. Sì, vivere da soli dà molti vantaggi, specialmente quello di non dover rendere conto a nessuno di come vivi e poi anche quello di metter su casa veramente a modo tuo. Sono contento che ti piace come ho sistemato il mio appartamentino: come hai notato tu ci ho messo proprio tutto me stesso, ci vivo da quattro anni e l'ho arredato a poco a poco e forse ancora non ho finito, nel senso che, credo, una casa deve evolvere e cambiare con chi ci vive dentro: una casa che resta sempre uguale è un museo, è abitata da un morto non da un vivo, morto dentro, voglio dire. Qualcuno dà molto peso all'abbigliamento, all'aspetto personale, e io non è che non li curi, ma do molto più peso a dove vivo: deve essere confortevole sia per il corpo che per la mente: corpo e anima, un'unica realtà e non due cose separate o addirittura contrapposte come pensa qualcuno. Comunque, filosofia a parte, amo casa mia e sono lieto che ti sia piaciuta e devo dirti che ci sto molto bene, anche perché è all'ultimo piano e dalle mie finestre, come forse hai potuto notare, si vedono tutti i tetti della vecchia Roma e a me piacciono molto i vecchi tetti, i gatti che vi regnano, le macchie di verde delle piante grasse che vi crescono spontaneamente qua e là, i comignoli con le loro mille fogge, gli abbaini che paiono casette di fiaba in un paesaggio incantato. A volte sto a guardare per decine di minuti: penserai che sono un po' strano e forse hai ragione, eppure scommetto che se tu fossi venuto su di giorno saresti rimasto affascinato da quel panorama di tegole e comignoli e abbaini e da quel mare di luce e di colore che sono i tetti, quel mare in cui lo sguardo può nuotare spensierato e felice. La prossima volta verrai su da me di giorno. Anzi, pensavo, perché invece di stare in albergo non vieni a stare da me quando torni a Roma? A parte che così spendi di meno, ci si fa compagnia e oltretutto si può andare e venire dal lavoro assieme con la mia motocicletta. Che ne dici? Spero proprio che tu non faccia complimenti, che non sia proprio tu a formalizzare. Bene, attendo la tua prossima lettera con un'altra bella busta dipinta. Cari saluti ed auguri e saluti anche da Stefania Federico lunedì 16 luglio grazie per la lettera. Grazie per l'amicizia. Ti sento veramente amico. Dopo la tua risposta, anche più. Ad amare si può essere soli. Per essere amici si deve essere in due. E poi è un po' come per i bambini. Sai, quando dicono: quello è amico a me! C'è fierezza. Io sento così. Dentro mi ripeto: Federico è amico a me! E c'è fierezza. E allora, certamente, non ci sono cerimonie. Non ci possono essere. Così accetto il tuo invito. Se non eri amico dicevo: no, grazie. Non si disturbi. Ma a un amico non si può dire di no. Cioè non c'è spazio per i convenevoli. Prima lei, no prima lei, si figuri, prima lei. E stanno lì fermi tutt'e due come due baccalà. Due amici no. Non possono, semplicemente. È cosa bella essere amici. Un fratello, ti capita. Un amico, lo scegli. Però è pure cosa impegnativa essere amici. Richiede disponibilità, pazienza. Per questo gli amici veri sono rari. Spero di esserlo veramente, con te. Stavo ripensando ai tuoi video. Hai fatto cose belle veramente. Hai mai pensato di realizzare videoclip? Dovrebbe essere divertente. È un buon mercato, pure. E tu riusciresti egregiamente. Mi è piaciuto assai quello spezzone dei due cagnetti innamorati. Faceva tenerezza. Tu sai guardare le cose più semplici con tenerezza. La sai scovare dove nessuno la nota. Per questo ti apprezzo veramente. Le cose più semplici, viste da te, nei tuoi video, diventano affascinanti. E poi sai usare la cinepresa da maestro. Credo però che è anche questione di montaggio, vero? E anche di musiche di sottofondo. Tu usi l'arte visiva come me. Però tu ci metti in più il movimento e il suono. Quello che fai è più completo. Io invento le forme e i colori. Tu li crei, gli dai vita. Forse, a metterci assieme, si potrebbe fare animazione. Ma ci vuole tempo e mezzi. L'esperienza, quella si può farla. Io, a scuola, avevo seguito un corso sull'animazione. E pure uno di computergrafica. Beh, adesso ti lascio. Aspetto con piacere una tua lettera. Bacioni a Stefania. Saluti a Renzo e Monica. E agli altri. Tu abbiti cura Sebastiano Roma, 26/7/86 Caro Sebastiano,ho ricevuto la tua telefonata ed è un peccato che tu non possa venire su, comunque aspettiamo i tuoi bozzetti tramite corriere, anche se certo avrei preferito avere te qui a commentarli, illustrarli, ma vedrò di farlo io e di essere bravo come te. Spero comunque che tua madre si rimetta presto e che tu riesca a fare una scappata a Roma prima delle ferie: ricordati che qui chiudiamo tutto dal 10 al 31 agosto compresi. Tu che farai nelle ferie, hai già deciso dove andare? Io e Stefania pensiamo di fare un giro in Grecia, quest'anno, e abbiamo pensato che ci piacerebbe se veniste pure tu con la tua ragazza: non c'è niente da prenotare perché noi si è deciso di affittare un camper ad Atene e di girare e se veniste voi due basterà affittarne uno più grande. Hai la patente, tu? Se sì, ci alterniamo alla guida, ma non è per questo che vi invitiamo ma per stare assieme e conoscere la tua ragazza: pensaci su e scrivimi qualcosa o telefonami una risposta. Ma siccome purtroppo non mi hanno ancora installato il telefono a casa, sai come sono, dicono sempre presto, presto e non arrivano mai, mi dovresti chiamare in ufficio. Hai il mio numero personale, no? Amici che ci sono stati dicono che la Grecia sia molto bella specialmente se si va fuori dai soliti giri turistici e dalle grandi città e se si è indipendenti, e dicono pure che la vita costa poco laggiù, specialmente nella campagna. A te piace viaggiare? A me moltissimo e se potessi sarei quasi sempre in giro a scoprire altre terre ed altri paesi, altri popoli ed altri costumi, per allargare i miei orizzonti, capire cose sempre nuove, diventare a poco a poco cittadini del mondo. Forse penserai che sono troppo romantico e sognatore e in fondo è vero, è proprio così e non mi dispiace per nulla. Tu, in apparenza, sembri un realista coi piedi ben piantati per terra, e forse lo sei davvero, ma i tuoi disegni e le tue bellissime buste decorate fanno capire che anche tu in fondo sei, almeno un poco, un romantico ed un sognatore come me. A proposito della tua ultima lettera: mi chiedevi se non mi piacerebbe fare animazione con te, coi tuoi disegni: io non avevo mai pensato seriamente a questa possibilità, anche perché io non so disegnare decentemente, ma credo che con te mi piacerebbe almeno provarci, anche perché penso che con l'animazione si può dar corpo a qualsiasi idea, a qualsiasi sogno, a qualsiasi fantasia molto più che con la fotografia, e tutto questo deve essere proprio bello. Stefania non ha molta fantasia, come ti sarai reso conto, e a volte mi chiedo perché mi sono messo con lei: è bella, sa fare l'amore come si deve, è anche buona ed intelligente, ha un sacco di doti, insomma, però è così diversa da me: non capisce, non apprezza le mie fantasie, i miei sogni. Anche in Grecia lei non ci voleva quasi venire, preferiva andare a New York, ma poi ha accettato di fare, per questa volta, a modo mio se la prossima volta io farò a modo suo; insomma un onorevole compromesso. Sì, sa fare l'amore bene davvero, è molto sexy, ma può bastare per decidere di stare con una ragazza? A volte mi chiedo come sarebbe la mia vita con lei una volta sposati e in fondo mi accorgo che mi fa un po' paura e forse per questo non mi sono ancora deciso di parlarle di matrimonio. Tu che ne dici? Sono io a farmi troppi problemi, forse? Mia madre mi dice sempre che io esagero i problemi, che li ingrandisco, che penso troppo alle cose e mi chiedo se per caso non ha ragione. Però è anche vero che so adattarmi, ho un grosso spirito di adattamento e perciò saprei forse anche adeguarmi a vivere accanto ad una donna priva di fantasia, viste tutte le sue altre doti. Ma adesso basta con questi pensieri: spero di avere tue notizie presto, che tua madre si sia rimessa, ed è un peccato che neppure tu abbia il telefono a casa tua, perché sarebbe molto più semplice e rapido comunicare. Un forte abbraccio e cari saluti Federico venerdì 1 agosto come t'ho accennato per telefono, non mi è possibile venire in Grecia. Le ferie le ha già prenotate Carla. Sulle Dolomiti. Mi sarebbe piaciuto, però. Mia madre ancora non sta bene. Perciò ci potremo vedere solo dopo le ferie. Devo passare tutte le mattinate in ospedale per ora. Proprio per poter essere libero poi. Poter fare le ferie, cioè. Per quello che dici di Stefania, ti capisco. Io la trovo bella, elegante e pure simpatica. Ma la conosco appena. Che a letto sia brava è importante. Ma non è tutto. Un uomo non vive di solo letto. Io al matrimonio non ci penso ancora. Non so se sposerei Carla. Se mi sente m'ammazza. Ma c'è tempo. Siamo giovani tutti e due. E poi magari sarà proprio lei a incastrarmi. Carla ha fantasia. Persino a letto. È meglio di un kamasutra vivente. Mica che mi lamento, perciò. Io non ho l'idea del maschio meridionale. Mi piace la donna che ha iniziativa. Non dico solo a letto. La donna moderna, libera. Credo che non sarei neppure geloso. Meridionale atipico, insomma. Anche se sono riccio e scuro. Tu pure sei atipico, però. Come settentrionale, voglio dire. Forse perché vivi a Roma da qualche anno? O forse solo perché sei un artista? Comunque mi piace il modo come sei fatto. Sto facendo i bozzetti per la seconda parte. Come da programma. Mi pare che stanno venendo bene assai. Ho dovuto rifare una tavola. Mia sorella Cettina l'aveva macchiata col latte. Mi sono incazzato. Ore di lavoro gettate a mare. Ma serve a poco incazzarsi. Anzi, a niente. Avessi un posto tutto mio! Siamo in troppi in questa casa. Però ci vogliamo bene. Questa è la cosa essenziale. Qualche volta penso che Cettina e Carla hanno la stessa età. Mi fa un effetto strano. Carla è una donna, la mia donna. Cettina mi pare una ragazzina. La mia sorellina. Pensare che può fare con qualcuno le cose che Carla fa con me, mi fa impressione. So che è stupido, sono io che sbaglio. E magari Cettina le fa davvero. Però preferisco non pensarci. Tecnica dello struzzo? Tecnica dello struzzo! Madri e sorelle: la Vergine Maria. Le altre: la Maddalena. Ma prima del pentimento, s'intende. Assurdo, no? Eppure uno ci casca sempre. Uno che sarei poi io. Se Cettina fa la Maddalena, affari suoi. Ma devo dirlo razionalmente. Spontaneamente non mi viene. Sarà che sono più meridionale di quello che vorrei. A proposito del telefono. Se Cettina in autunno trova un lavoro, forse facciamo richiesta. Per ora solo coi soldi miei e di Francesco, non ci esce. Passeranno mesi, comunque. Per il momento devi contentarti delle mie lettere. E delle mie buste. Questa l'ho disegnata di getto. Spero che ti piacerà. Ma le conservi davvero? Tutte? Speri che divento famoso per poi venderle? Va bene. Abbiti cura, amico mio Sebastiano
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