EPISTOLARIO | PARTE NONA | |
giovedì 23 luglio
le nostre lettere si stanno incrociando.
Come stai amore mio? Io bene.
La tua del 15 ha aumentato la mia felicità. Arriverò a Roma il 3 agosto. Così avrò tempo per l'intervista per il lavoro. Poi partiremo direttamente per le ferie.
Cettina ancora nessun cambiamento. Cioè sì, uno piccolo. Oggi ha preso lei la posta. Mi ha dato la tua lettera. Ha detto: "Dal tuo amico". Il tono era gentile.
Ho cominciato a preparare tutte le cose per trasferirmi a Roma. Non sono tantissime. Non sono neppure poche, però. Ti invado.
Ruggiero ti manda i suoi saluti. È felice dell'idea di venire su a Roma con noi, dopo le ferie, per qualche giorno. Non vede l'ora di conoscerti. Ma fa spesso domande su di te. Come sei fatto. Che musica ti piace. Cosa leggi. E così via.
Ieri poi mi dice: "Non devi preoccuparti, quando vengo a Roma. Voi due potete stare tranquilli, in camera vostra."
Io l'ho guardato sorpreso e gli chiedo: "Vuoi dire quando facciamo l'amore?"
E lui pacifico: "Sì, certo. Mica vi darò fastidio. Potete baciarvi anche se ci sono io."
Io allora gli dico: "Sei sicuro che non ti crea problemi?".
Lui mi guarda come se fossi scemo e mi dice: "E perché dovrebbe crearmi problemi vedere che vi volete bene e che ve lo dimostrate? Guarda che non sono mica più un bambino, io."
Ho messo in ordine le cose da portare a Roma. Così ho ritrovato gli album dei disegni dell'Istituto d'arte. Alcuni sono belli. Li porterò su così li puoi vedere. Quando facevamo disegno dal vero avevamo le modelle. Ma qualche volta anche qualche modello. Quando vengo su voglio disegnare te. Nudo, logicamente. Uno dei due modelli non era male. Non me lo ricordavo. Ma tu sei assai più bello. E non lo dico mica solo perché ti amo. Lo dico obiettivamente.
Sono le 23,04 e tra poco vado a letto. Da solo, purtroppo. Cioè senza di te. Anche io divento grafomane col tuo corpo. Ho voglia di scrivere!!!
Ti sei accorto che l'ultima volta t'ho fregato l'acqua di colonia? Sai perché? Perché ogni sera prima di andare a letto me ne metto un po'. E così mentre m'addormento sento il tuo profumo. Così spero di vederti almeno in sogno e di stare un po' con te.
Adesso ti saluto. Mi manchi. Ti amo. Mi pare di scrivere sempre le stesse cose: ti amo - mi manchi - mi manchi - ti amo. Ma sono vere, anzi veraci come si dice a Napoli e dintorni.
Stammi bene. (Questa volta non ho scritto abbiti cura, hai visto?)
Sebastiano (sempre + felice) Roma, 26/7/87
è l'ultima lettera che ti scrivo questa, perché poi saremo finalmente uniti. Credo e spero che ti arrivi in tempo. Credo proprio che le nostre lettere in questi giorni si stiano incrociando.
Ruggiero mi è sempre più simpatico e anche io sento di volergli già bene al mio cognatino. Digli che lo aspetto a braccia aperte e con tanto tanto affetto. Digli che qui a Roma ha una casa, ormai.
Non preoccuparti per Cettina, vedrai che alla fine le cose si sistemeranno e che mi accetterà, se non altro perché ti vuole bene. Comunque sento che io le voglio un po' di bene, se non altro perché voglio bene a te.
Quando arrivi su? Aspetto sempre la tua telefonata in ufficio. Anche se possiamo parlare poco perché dal centralino potrebbero ascoltarci, mi piace sentire la tua voce. E poi tu sai mandare messaggi in codice, come quella volta che m'hai detto che t'era piaciuta la partita a scopa che avevamo fatto e che dovevamo farne più spesso. Mi scappava da ridere perché per me è stato subito chiaro che volevi dirmi che avevi voglia di scopare con me. Ma se la centralinista ci stava a sentire avrà solo pensato che siamo due giocatori appassionati. E in fondo non sarebbe stata neppure troppo lontana dalla verità: noi due lo siamo appassionati: a letto. E sulla poltrona e sul tavolo della cucina e nella vasca da bagno eccetera.
A questo proprosito mi chiedevo se c'è una parte di casa in cui non abbiamo fatto l'amore. Ebbene sì, c'è: lo sgabuzzino delle scope! Quale posto più indicato per scopare? Che ne dici? Ma dovremo farlo in piedi.
Ma adesso basta con le sciocchezze, passiamo a cose serie: ti amo, ti desidero, ti voglio, ti aspetto, ti tutto. E anche di più.
Ah, sono andato a prenotare il camper: è un bel Ducato come avevamo deciso, color azzurro cielo, col letto matrimoniale. Contento? Sarà pronto per il cinque agosto così possiamo cominciare a metterci dentro tutto il necessario per la nostra luna di miele. Alla vaselina e ai preservativi questa volta ci penso io. A proposito, ricordati di mettere la marca da bollo sul tuo passaporto e di non dimenticare le vaccinazioni (fatti dare il certificato) e la patente e il costume da bagno.
Il ficus benjamin sta bene e sta cacciando nuove foglie. Più lo guardo e più mi piace. Sta proprio bene in quell'angolo. Durante le ferie verrà a bagnarlo una vicina di casa che già altre volte s'è prestata per le altre piante, perché lei le ferie le piglia sempre in giugno/luglio.
Anche a te, più ti guardo più mi piaci, più ti conosco più mi innamoro, più sto con te più ho voglia di starci.
Sai, a volte ripenso a quando facevo tutte quelle storie per mettermi con te e adesso mi sembra che ero proprio uno stupido. Pensa quanto tempo ho perso. Ma soprattutto quanto t'ho fatto star male.
Nella tua lettera hai scritto due frasi dette da Giulio Cesare applicandole a noi: "il dado è tratto" e "ho passato il Rubicone". Ma allora avresti dovuto aggiungerne una terza: "veni, vidi, vici". Infatti sei venuto a Roma, hai visto me, mi hai vinto. Mi porterai come bottino di guerra al tuo trionfo? Euohè!
L'unica cosa che mi dispiace ora che cominceremo finalmente a vivere assieme è che non riceverò più quelle tue meravigliose buste decorate, una più bella dell'altra, che hanno sottolineato tutta la nostra avventura dal primissimo incontro alla nostra unione.
Ma tu di persona vali infinitamente più di milioni di miliardi di buste. No problem.
Fammi sapere con che treno arrivi che sarò alla stazione ad aspettarti. Telefonami.
Ciao mio dolce, grande, meraviglioso amante - amato. Ti aspetto.
tuo mercoledì 29 luglio
credo che questa te la porterò a mano. Quando arriverò a Termini. Sennò arriva dopo di me.
Certo che ti dico tutto. Certo che dobbiamo essere sinceri. Uno che dice bugie a se stesso è un pazzo. Tu sei il mio me stesso. E viceversa.
Questa sarà l'ultima lettera, molto probabilmente. Perché vivremo assieme. Allora vorrei che fosse bellissima. Non solo la busta. Ma, qualsiasi cosa penso di scrivere, non mi sembra abbastanza bella.
Sono felice di venire da te. Sono felice che vivremo finalmente uniti. Sono felice di essere tuo marito. Sono felice che tu sei mio marito.
Certo, questa felicità si calmerà. Diventeremo come tante altre coppie. Abituati a stare assieme. Ma si è abituati anche a respirare. Si è abituati anche a mangiare. Ma prova a smettere! E poi, si può mangiar bene o male. Non mi spaventa la routine. Mangiare è una routine. Ma si possono usare ricette diverse. E ogni tanto un pranzo speciale. Allora diventa una piacevole routine. E fare in modo che non sia né crudo né scotto né bruciato...
Sarà bello vivere assieme. Romperci assieme. Scoprire assieme. Soffrire assieme. Gioire assieme. Piangere assieme. Ridere assieme. Invecchiare assieme.
Non vorrei che questa sembrasse una letterina di Natale. Piena di buone intenzioni e di buoni propositi.
Ma io ti prometto che ce la metterò tutta.
Per farti felice. Per superare i momenti neri. Per restare con te per sempre. Per attenuare i miei difetti. Per accettare i tuoi difetti. Per guardarti sempre con occhi innamorati. Per essere sempre sincero. Per saperti stare ad ascoltare. Per avere pazienza. Per avere fiducia. Per amarti + e +.
Fine della letterina di Natale. Ma ci sarebbe tanto altro da dire. Forse a volte si danno per scontate tante cose. Allora a dirle sembra quasi banale.
Il 3 agosto arrivo. Sarà una data importante. Stiamo facendo un passo importante. Comincia l'avventura. Ci stiamo sposando, di fatto.
Ci siamo conosciuti il 12 maggio dell'anno scorso. Ci uniamo il 3 agosto di quest'anno. Due date importanti. Un anno e tre mesi per far sbocciare il nostro amore. Tutta la vita per farlo maturare.
Donarsi all'altro è abbastanza facile. Accettare che l'altro si doni a te, meno. È una responsabilità grossa assai. Ma l'assumo volentieri. Perché ti amo.
giovedì 30 luglio
È quasi tutto pronto: scatoloni per il trasloco, valigie per il viaggio. Documenti a posto, sia per il lavoro che per il viaggio.
Conto i giorni. Presto conterò le ore. Poi i minuti. Faccio il conto alla rovescia.
Ti amo assai, amore. Mi sento tutto agitato. Febbrile. Non sto fermo un momento. Sai perché? Perché sono impaziente di te. A volte chiudo gli occhi e penso a noi due. Vedo il tuo corpo. Nudo, s'intende. Ci passo le mie dita. Lo bacio. Vedo il tuo bel cazzo dritto. Che freme per me. Io lo bacio, lo prendo fra le labbra. Vedo i tuoi occhi che mi guardano. Con desiderio...
Presto potrò rispondere davvero a questo desiderio.
Sabato vado dal barbiere. A farmi bello per te. Oggi è ancora giovedì. Il tempo non passa mai. Invece quando stavamo assieme passava troppo in fretta. Sapessi quanta voglia ho di te.
Finalmente Ruggiero avrà la camera tutta per sé. L'armadio tutto per sé. Io avrò te tutto per me. Vero? Ho voglia di sentirti. Non la tua voce, cioè anche. Ma di sentire il tuo corpo che cerca il mio.
Cettina dice che per domenica invita a pranzo Farncesco e Loredana. Per salutarmi. Loredana non sa niente di noi due. È incinta di quattro mesi. Presto io e te saremo zii. Francesco con me non è tornato mai più sull'argomento. Ma con me non è cambiato per niente.
Cettina pare stia cambiando. Impercettibilmente. Anche lei non è più tornata sull'argomento. Lo evita. Parla di Roma, non di te.
Invece Ruggiero parla di te, non di Roma.
Cioè voglio dire che per esempio Cettina dice: "quando ti trasferisci a Roma..." "quando lavorerai a Roma..." "casa tua a Roma..." eccetera.
Ruggiero invece dice: "quando vivrai con Fede..." "il lavoro con Fede..." "casa vostra..."
Ruggiero insomma ha capito. Non me ne frega granché di Roma. Sei tu la cosa importante.
venerdì 31 luglio
Oggi pomeriggio ti telefono in ufficio. Sono indeciso. Il treno delle 11,31 che arriva a Roma alle 14,05 di lunedì? O quello delle 3,17 che arriva alle 6,30 a Roma? Tu quale preferisci? Io preferisco il secondo. Almeno ci vediamo 7 ore e 35 minuti prima.
È vero che poi tu devi andare quasi subito in ufficio. Ma un'oretta per noi due ci scapperebbe, no? E in un'oretta riusciamo a fare l'amore, no?
Per me partire alle 3 di mattina va bene. Tanto di sicuro quella notte non riuscirei a dormire. Già dormo poco e male. Sono così agitato. Di felicità, s'intende.
Tu come sei? Calmo calmo? Se ti conosco bene, no. Su di giri almeno quanto me.
T'ho appena sentito al telefono. Ok allora. Prendo il treno delle 3,17. L'avrei giurato che anche tu preferivi così. Sentire la tua voce m'ha dato i brividi giù per la schiena. Di piacere, naturalmente.
Speravo di trovare la lettera che dici che m'hai spedito. Sono tornato dalla cabina telefonica correndo. Invece ancora niente. O arriva domattina o arriva dopo che sono partito. Mi dispiacerebbe. Postino, sbrigati!
Dio che supplizio starti lontano. Invece di star qui a scriverti con la penna vorrei che tu stessi scrivendo su di me col tuo corpo. Allargo le gambe, ti accolgo in me e tu scrivi frasi d'amore. E i tuoi occhi mi guardano. Brillano d'eccitazione. E poi sono io che scrivo su di te, in te. Tutto l'amore che ti porto.
Quant'è bello amare. Quant'è bello essere amati.
Ho sete dei tuoi baci.
sabato 1 agosto
Poi sono passato a comprarmi un gilè nuovo. Me lo metterò per il viaggio. Mi sto facendo bello per te. Voglio che quando mi vedi sei così affascinato che non guardi più nessuno. Solo me.
Tornato a casa c'era la tua lettera. Finalmente. L'ho letta tutta d'un fiato, su per le scale.
L'amore nello sgabuzzino delle scope? Dovunque, tesoro, dove vuoi tu. Se ci facciamo l'amore noi due, diventa più bello della reggia di Caserta. Anche se dovremo farlo in piedi.
E poi, hai azzeccato. Ti trascinerò dietro la mia biga. In catene e nudo. No, nudo no, sennò mi ti rubano. Sei troppo bello. Troppo sexy. Sulla biga con me, almeno ti bacio.
Ti amo.
Le altre cose ce le siamo dette per telefono. Ma fa sempre piacere leggerle. Benone per il camper. Benone per tutto.
Ancora due giorni. Meno di 48 ore. Poi finalmente assieme. Ho proprio sete dei tuoi baci, sai? E ho voglia di dissetarmi presto, non resisto. E mi disseterò anche in un altro modo. Non immagini come? Ma facendoti una bella pompa, mio bel maschio. Lo sai che io sono tanto goloso di te, no?
Interrompo per un attimo. Mi sta chiamando Cettina.
Cettina ha voluto che prendessi l'orologio d'oro di papà. Era suo, gliel'aveva regalato papà poco prima di morire. Io le ho chiesto perché me lo regalava.
"È la cosa più preziosa che ho. Voglio che lo porti tu."
"Perché?"
"Perché ti voglio bene." Poi è stata zitta per un po', guardandomi. Poi mi dice: "Cercherò di voler bene a lui pure."
"A Federico? Ci terrei tanto."
"Sei felice di andarci?"
"Tantissimo."
"Se Federico ti fa felice, riuscirò a volergli bene."
Allora le ho detto che dovrete conoscervi. Lei ha detto sì, ma non subito. Vuole ancora un po' di tempo. Poi mi fa: "Quando lo incontro, deve sentirsi accolto. Perciò ti chiedo tempo."
Speriamo bene, amore mio. Lei lo sa che finché non accetta te, non accetta me. Credo che l'ha capito. È intelligente, Cettina. Ma soprattutto buona.
Ti amo tantissimo.
Ancora 37 ore e siamo assieme.
Mi sa che quando ci vediamo a Termini io scandalizzerò tutti. Perché ti bacerò in bocca finché non ti manca il fiato.
Dio, quanto ti amo!
domenica 2 agosto
Peccato che non si può cambiare il cognome. Averne uno uguale, o il mio o il tuo. O tutti e due. O magari anche uno nuovo. Se potessimo scegliere un cognome nuovo io sceglierei Amato. Sebastiano Amato (da Federico) e Federico Amato (da Sebastiano). Sarebbe bello, no? Anche senza le parentesi.
Prima, mentre facevo la doccia, ho fatto un sogno ad occhi aperti. Immaginavo che c'eri tu. Che m'insaponavi tutto il corpo in una bella lunga carezza. E senza toccarmi tanto l'uccello, sono venuto. Oh! Ho detto uccello come dici tu e non cazzo... sto cambiando. Mi sto federicizzando. Mi piace.
Mancano 18 ore e 27 minuti. Sempre che il treno non ritardi proprio questa volta. Sennò scendo e vengo a piedi, di corsa.
Hanno suonato alla porta. Devono essere Francesco e Loredana. A più tardi, amore mio.
Mi hanno riempito di regali. Pare Natale e il compleanno assieme! Dopo pranzo Francesco m'ha dato un pacchetto. L'ho aperto. Lui mi dice: "Per la casa a Roma." Indovina cosa c'era? Un bel completo Capodimonte, vassoietto, le tazzine, zuccheriera e lattiera. Molto bello, fine anche se classico. A me non piace molto il Capodimonte, è troppo lezioso. Ma questo è proprio di buon gusto. Ma non finisce qui. Le tazzine erano due. Bello no? Per me e per te, era chiaro. Infatti Loredana dice: "Io volevo che ti prendesse almeno il servizio da 6 ma Francesco s'è fissato su questo da 2... Vai in una casa piccola?" Ho risposto: "Sì, ha fatto bene Francesco. Due è il numero giusto." e Francesco da dietro a sua moglie m'ha fatto l'occhietto. Quindi l'ha proprio voluto fare per noi due, chiaro.
Poi Ruggiero m'ha regalato il galeone che ha costruito lui. So che ci tiene moltissimo. E sulla fiancata ha sostituito il nome del galeone. A lettere d'oro ci ha messo "FMB+SDD". Prima te. E insieme c'era un biglietto: "Navigate sempre col vento in poppa". Quindi questo pure è un regalo per tutti e due.
Sono proprio contento. Vengo da te con la benedizione di 2/3 della famiglia. Ci sarei venuto anche senza, si capisce. Ma è meglio così, no?
L'unica cosa che mi è pesata durante tutto il pranzo è stata di non poter parlare di te. Se solo potessi, non farei altro. Anche agli amici che mi salutavano nei giorni scorsi perché avevano saputo che partivo. Sapessi che desiderio avevo di dire a tutti che venivo da te. Di parlare di te. Pazienza.
Ciao amore. Domani mattina saremo già assieme. Mancano meno di dieci ore. Stai contando anche tu? Sapessi quanto spesso guardo l'orologio.
Ti amo terribilmente.
lunedì 3 agosto
Alle 2.30 Cettina s'è alzata per salutarmi. Sulla porta di casa m'ha messo in mano un pacchettino. "Per Federico." ha detto. Poi ci siamo abbracciati e è rientrata. Non ho idea che cos'è. Te lo sto portando.
Ruggiero ha voluto accompagnarmi fino al treno. Quando stavo per salire ci siamo abbracciati e lui m'ha dato un bacio. Poi un altro. "Per Federico." ha detto. Ti porto anche quello.
Sono felice.
Amore mio, manca solo 1 ora e 42 minuti. Sto arrivando. Controllo continuamente l'orologio. Il treno non pare che abbia ritardo.
Hai preparato il tappeto di panno rosso per accogliere il tuo amato? A dire il vero ne preferisco un altro di tappeto. Quello rosa, di carne: il tuo corpo adorato. Ma non alla stazione, a casa. È meglio.
Sto arrivando da te. I chilometri diminuiscono velocemente. Ma non abbastanza per me. Ti stai preparando per venire alla stazione? Sei riuscito a dormire un po', stanotte? Guarda che ti voglio in forma, intesi? Anche tu stai guardando continuamente l'orologio?
Adesso mancano 53 minuti. La gente qui intorno sonnecchia. Io non ci ho neppure provato. Sono troppo eccitato. Salerno mi pare già così lontana, ormai. Un altro mondo, un'altra vita.
Fuori dal finestrino è tutto buio. Ma dentro al mio cuore c'è una luce sfolgorante. Il nostro amore. La tua foto ce l'ho in valigia. Che scemo. Adesso avrei voluto guardarla. Ma tra poco avrò davanti a me l'originale.
Un po' scrivo, un po' mi fermo a pensare. A te, naturlamente. A noi. Ancora 21 minuti. Corri treno, corri. C'è l'amore mio che mi aspetta.
Tu adesso scommetto che sei già in moto che corri verso la stazione. A quest'ora le strade saranno quasi deserte. Arriverai in un lampo. Cercherai a che binario arrivo. Guarderai l'orologio.
Mancano 9 minuti. Adesso metto via la lettera. Poi sposto le valigie vicino alla porta. Anzi, passo ai primi vagoni per scendere più in testa possibile. Che sciocco a non averci pensato prima.
A prestissimo, amore. Arrivo! Ti amo.
Ti amo assai.
Avrò cura di te, sai?
tuo FINE DELL'EPISTOLARIO
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