EPISTOLARIO PARTE TERZA

Roma, 18/10/86

Caro Sebastiano,

appena ricevuta la tua, ti rispondo immediatamente e allegata ti mando la ricetta per tua sorella Cettina: non solo non è un segreto ma sono lusingato e fiero che le mie ricette comincino ad essere richieste, perché mi fa sentire un grande "chef" o magari un "cordon bleu" e perché, se dovessi fallire nel mio lavoro attuale, ho un sicuro avvenire in campo culinario.

Bellissimi gli schizzi, sia quelli di Rodolfo che quelli di Theo: quello segnato col numero 10 mi pare il migliore per Rodolfo e quello segnato con la lettera C il migliore per Theo perché secondo me, di tutti i disegni, è il più theoso: ma tu non m'hai detto quale preferisci e mi piacerebbe saperlo. Li posso tenere o preferisci che te li rimandi indietro? Dimmelo nella tua prossima lettera.

Bellissima anche la busta e favolosi i colori, a proposito dei quali mi sto informando qui a Roma sui migliori negozi di articoli per belle arti, almeno quando verrai su ti ci accompagnerò.

Riguardo a me e Stefania, non c'è niente di male che te ne interessi, anzi; siamo o non siamo amici? Tutti i giorni forse no, o forse sì, ma io comunque lo farei più spesso, solo che lei non vuole. Forse, se lei fosse un po' più appassionata aumenterebbe anche in me il desiderio ma io mi adatto alle sue esigenze perché fare l'amore senza averne voglia per lei sarebbe peggio che non farlo avendone voglia per me. Sono d'accordo con te che il rapporto fisico può essere una cosa bellissima, forse la più bella, specialmente se è vissuto in un certo modo. Non mi voglio lamentare di come vanno le cose con Stefy, perché certo che farlo con lei è bello, ma non posso proprio definirlo entusiasmate, perché a volte io ho qualche fantasia, qualche desiderio che non mi pare che sia assolutamente fuori dalla norma, ma lei no, è molto tradizionale e dice che io devo controllarmi. Quando ho provato a farle capire qualcuna delle mie fantasie erotiche, dei miei desideri, lei mi ha risposto che nove settimane e mezzo è un film e non la realtà, eppure a me pare che un rapporto potrebbe benissimo essere così, o se non proprio così come nel film, che ci possa essere un po' più di fantasia, perché la fantasia è un po' come la salsa sugli spaghetti: senza sanno di poco, almeno burro e parmigiano ci vogliono, no? o aglio e olio... mica pretendo i quattro formaggi, in fondo... Credo che tu sia d'accordo con me.

Io non ho mai parlato di queste cose con nessuno e credo che poterne parlare con te mi aiuti un po', anche se credo che mi sia più facile farlo per lettera che a voce, perché di persona e a voce forse me ne vergognerei un po'. Mica per te, ma per me, perché non sono abituato a parlare seriamente di queste cose con nessuno e coi colleghi si fanno battute, anche spinte a volte, ma mai discorsi seri.

Va be'! Adesso ti lascio così posso andare ad imbucare subito. Ciao, caro Sebastiano, a presto.

Salutoni al solito

Federico

P.S. Grazie per l'invito in campagna dai tuoi nonni: se sarà possibile combineremo, promesso.


lunedì 27 ottobre
da Salerno

Federico,

grazie da Cettina per la ricetta.

I miei schizzi puoi tenerli. Io preferisco il n° 7 e il C. Ma anche il 10 per Rodolfo mi piace. Oltretutto il 10 e il C stanno meglio assieme. Vedo di svilupparli. Si può sempre cambiare idea, se necessario. Finché siamo solo agli inizi.

La cosa che apprezzo di + in Carla è la fantasia. Non ha moltre altre doti, ma quella sì. D'altronde, senza fantasia non c'è erotismo. Senza erotismo il sesso diventa insipido. Bella la tua immagine degli spaghetti. Concordo pienamente.

Ogni rapporto può essere 9 settimane e 1/2. Anzi dovrebbe esserlo. Almeno in parte. Capisco a 70 anni. E neppure del tutto, poi.

Mio nonno e mia nonna (lui 74 e lei 71) credo che vivono ancora le 9 settimane e 1/2. Lui è un vero birichino. E lei una civettuola. Quando credono che nessuno li vede. Sennò sono formali assai.

Ma ho scoperto che nonna ha le mutande di pizzo. E nonno si arriccia i baffi e si pettina prima di andare a letto. E quando parlano a quattr'occhi, si tengono la mano nella mano. È un piacere vederli.

Papà non lo so. È morto presto. Mamma, credo, simile a Stefy. Ma a volte ci si sbaglia. Specialmente ora che è vedova. E non sta neppure tanto bene.

Comunque con me puoi parlare quanto vuoi. O scriverne se preferisci. Senza falsi pudori. Non c'è nulla di male in queste cose. Né a farle né a parlarne. Specialmente fra amici veri.

Va bene. Presto vengo a Roma. Non vedo l'ora di vederti ancora.

Per ora statti bene e abbiti cura

tuo Sebastiano


Roma, 14/11/86

Sebastiano,

sono terribilmente imbarazzato, non so da dove cominciare, ma sento che devo assolutamente mettere in chiaro quello che è accaduto la notte scorsa.

Chissà cosa penserai di me.

Non so come sia potuto accadere, me ne vergogno profondamente e te ne chiedo scusa. Perdonami, se puoi.

Io non ho mai fatto quelle cose, non ho mai desiderato farle, non so proprio come sia potuto capitare e mi sento una terribile confusione in testa.

Questa mattina ho fatto fatica a stare in tua presenza e te ne sarai accorto: avrei voluto parlarti ma ogni volta che mi dicevo che dovevo farlo, cominciavo a tremare e mi prendeva come un groppo alla gola e ne ero assolutamente incapace, perciò alla fine ho preferito far finta di niente come facevi tu, ma io mi sentivo nervoso e agitato perché ci tengo troppo alla nostra amicizia e non vorrei davvero che questo increscioso incidente possa rovinarla.

So che tu ora hai altri problemi, altri dolori e che forse non hai neppure voglia di pensare a queste cose, a quello che è accaduto fra noi per colpa mia, ma ti prego di credere che non l'ho fatto apposta, non l'ho premeditato e non capisco davvero che cosa mi abbia preso, come abbia potuto. Non cerco neanche scuse, so bene che non ce ne sono, ma più cerco di capire come sia potuto accadere e meno ci capisco.

Perdonami, Sebastiano, se puoi, se ti è possibile. Perdonami, ti prego. So bene che non si può semplicemente metterci una pietra sopra e fare finta che non sia mai successo niente, ma, se non ti chiedo troppo, cerca di dimenticare e scrivimi qualcosa in modo che possa ancora guardarti negli occhi e sapere che non mi giudichi un degenerato e un vizioso, un anormale e un amorale come posso esserti sembrato.

Ti giuro che non l'ho mai fatto con nessuno, prima, e che non ho mai neanche pensato che fosse possibile che io potessi fare cose simili ma soprattutto ti giuro che io non avevo intenzione di mancarti di rispetto, non volevo assolutamente.

Se vuoi insultarmi, picchiarmi, me lo merito, ma non negarmi il tuo perdono e la tua amicizia.

Spero di ricevere presto una tua lettera, anche solamente due righe. Perdonami.

Federico


venerdì 21 novembre
da Salerno

Federico,

ho ricevuto oggi la tua del 14. M'aspettavo qualcosa di diverso. Venerdì mattina, prima di prendere il treno, volevo parlarti. Ma ti sentivo così strano. Pareva che mi evitavi. Così non t'ho detto niente.

Certo, sono molto addolorato per la morte di mamma. Ma anche per la tua reazione. Per la tua lettera.

Possibile che non ti rendi conto?

Quando giovedì notte è arrivato il telegramma, è stato un colpo. Mi sono sentito come perso. Ero molto attaccato, a mamma. Tu m'hai visto. Ero sconvolto. Tanto più che pareva che migliorava. Non me l'aspettavo proprio.

E tu, da vero amico, hai cercato di consolarmi. Di farmi sentire che mi stavi vicino. Quando poi siamo andati a letto, se non ero scoppiato a piangere, non sarebbe successo. Ma quando hai sentito i miei singhiozzi, tu m'hai carezzato. Poi m'hai stretto e hai cercato di consolarmi. Ho sentito il tuo affetto, il tuo calore. Ne avevo davvero bisogno. Terribilmente bisogno. Così anche io mi sono stretto a te.

I nostri corpi seminudi, il nostro calore, le carezze affettuose. Ecco cosa è successo. I nostri corpi hanno reagito, si sono svegliati. M'hai dato un bacio.

Era ancora da amico, lo so. Ma il mio bacio non era più da amico soltanto. Ero assetato. Assetato di te. Del tuo affetto. Ne avevo bisogno. Ci siamo eccitati. Ci siamo cercati. Abbiamo fatto l'amore.

Ti vergogni persino a scriverlo. Io no. Abbiamo fatto l'amore.

Abbiamo fatto l'amore. AMORE.

Mi giuri che non hai mai pensato a fare l'amore con un maschio. E io ti credo. Neanche io ci ho mai pensato. Per me è la prima esperienza in assoluto. Neanche da piccolo, coi compagni. Mai nulla.

E invece con te sì. Ma tu sei il mio migliore amico. Ti pare tanto strano? Io non sono un ricchione. So che tu non lo sei. Però è stato bello assai. Perché?

Perché io avevo bisogno di affetto. Di sentire il tuo affetto. E tu me l'hai dato. Con tutto il tuo corpo.

Sublime! Ho sentito il tuo amore per me. È stato sublime.

Ma tu mi chiedi scusa. Chiedi perdono. Te ne vergogni. Ma sei malato o che? Ti vergogni di aver dato amore al tuo amico? Io l'ho trovato bellissimo. Perché eri tu. Dici che m'hai mancato di rispetto. È il colmo.

Venerdì sera volevo scriverti. Ringraziarti, pensa. Avrei fatto meglio a farlo.

Ma a casa, questi giorni, il funerale, i parenti, non ho avuto un momento tranquillo. Così, ti confesso, non ci ho pensato più tanto. Ma qualche volta che ci pensavo, ero contento.

Dentro di me dicevo: Federico mi vuole bene veramente.

E tu mi chiedi perdono.

E tu ti vergogni di me. E magari di te stesso. Non ti capisco proprio. Sei così schiavo delle convenzioni? O hai paura di essere un ricchione?

Io no.

Non ho mai pensato di esserlo. Ma se adesso che ho fatto l'amore con te, per questo sono un ricchione, ne è valsa la pena. Non me ne frega niente. Anzi, sono contento. Contentissimo. Arcifelice.

No. Sarei felice se tu non l'avevi presa così.

Anch'io ci tengo moltissimo alla nostra amicizia. Anch'io spero che non si guasti.

E io che m'ero illuso che adesso eravamo più amici di prima. Anzi, più che amici, ormai. Condividere sogni, progetti ma anche il nostro corpo.

Ora la tua lettera mi fa dubitare.

Io ti voglio bene, Federico. Non mi vergogno perciò di aver avuto un rapporto sessuale con te. Affatto.

Sebastiano


Roma, 30/11/86

Ieri ho ricevuto la tua lettera e l'ho letta e riletta e riletta e non ci capisco più niente, a meno che tu mi scrivi quelle cose solo per non farmi stare troppo male.

Sei molto dolce, come al solito, ma non mi pare giusto quello che dici e io in questi giorni non ho fatto altro che pensarci: due uomini non fanno queste cose, per quanto siano grandi amici.

A me era capitato quando avevo quattordici anni, per colpa di un compagno di classe, un ripetente di sedici anni e quella volta ero convinto di esserne innamorato, ma erano cose da bambini, da adolescenti che scoprono l'affettività e la sessualità e le confondono; sono comunque sbandate giovanili, comprensibili ma passeggere e chi me ne ha tirato fuori è stato mio padre che ha fatto cessare quel morboso rapporto, che mi ha fatto capire come sia contro natura e gliene sono ancora grato perché mi ha rimesso in carreggiata.

Ma fra due adulti non è più comprensibile e che sia capitato fra noi, per te è spiegabile per la tua debolezza di quel particolare momento dovuta al tuo enorme dolore, ma per me è stato qualcosa che ancora non riesco a spiegarmi ma che non può e non deve mai più accadere.

Al tuo solito tu esageri nelle tue espressioni, sei iperbolico, ma te ne ringrazio perché è chiaro che l'hai fatto solo per dirmi di stare tranquillo: e adesso in effetti sono un po' più tranquillo.

Tanto più che io ho Stefy e mi piace farci l'amore e se mi stancassi di lei, come potrebbe anche accadere, a me comunque piacciono le donne, di questo sono sicuro. Non siamo dei diversi, né io né tu: non basta un incidente per cambiare una vita, ti pare?

Comunque grazie perché dalla tua lettera ho capito chiaramente che tu mi sei e vuoi restarmi amico. Anche io ci tengo moltissimo e proprio con questa tua lettera in cui cerchi a modo tuo di sdrammatizzare quello che è successo, mi dimostri la verità e la profondità della tua amicizia. Invece gli altri "amici" molto probabilmente non mi avrebbero più rivolto la parola e mi avrebbero etichettato come un anormale e un pervertito, ma non tu, per mia fortuna.

La nostra amicizia ne esce intatta, grazie al cielo e alla tua bontà d'animo e ti prometto che resterà salda e pulita, d'ora in poi, anzi, chissà che questo incidente non sia servito per essere più uniti, più amici? Abbiamo un segreto in comune, uno sbaglio commesso in comune: a volte anche dal male nasce il bene.

Grazie, Sebastiano.

tuo amico affezionato

Federico


martedì 9 dicembre
da Salerno

Federico, sono io che non ci capisco più.

Prima di tutto quello che t'ho scritto è sacrosanta verità. Non è una bella pensata per farti stare tranquillo. Non sono "iperbolico". Non ho esagerato proprio niente.

Io, l'amore con te lo farei di nuovo.

Ma visto che a te fa tanta paura, non lo farò.

Forse è proprio per quello. Tu da ragazzino hai avuto una storia d'amore. Con un maschio. E t'hanno insegnato a vergognartene.

Così adesso lo rifiuti.

Io invece non mi sono neanche mai toccato con un maschio. Niente, neanche una sega. Mai avuta l'occasione. Così ora non mi fa paura.

Tuo padre ti ha imposto la sua soluzione. Ma come fai a dire che era un rapporto morboso? Non ci sono rapporti morbosi fra due adolescenti. Sono ancora troppo puri, i ragazzini.

E che sia contro natura, lo dice chi non conosce la natura. Pure le scimmie e i cani e un sacco d'altri animali lo fanno fra maschi. E senza amore ma per natura. Ma noi siamo esseri superiori! Cazzate.

Per me non c'è stata la debolezza di un momento. Il mio cervello non era offuscato dal dolore. Ho sentito il tuo affetto, il tuo calore. Il mio corpo e la mia anima hanno capito che mi offrivi amore. L'ho accettato, cosciente.

Sapevo bene che tu sei maschio. Sapevo bene che anche io sono maschio. L'ho toccato il tuo cazzo duro e tu il mio. Non potevamo non saperlo, non rendercene conto. E l'abbiamo accettato. E siamo andati avanti. E ci siamo scambiati amore, tramite il sesso.

Ti pare così strano? Così anormale? Così immorale?

Certo, ti voglio rimanere amico. Certo, ci tengo assai. Ma non raccontando palle! Né a me stesso né a te.

Comunque, visto che la cosa ti disturba tanto (proprio perché ci tengo alla nostra amicizia) se vuoi non ne parliamo più. Avremo un'amicizia casta e pura. Castrata. L'inibizione esiste e funziona, se uno vuole.

Ma attento: a volte anche dal "bene" nasce il male.

Cambiamo discorso.

Prima delle feste di Natale verrò di nuovo a Roma. Porto le nuove tavole a far vedere.

Se vuoi per quei giorni mi prenoto un posto in albergo. Se vuoi torno da te. Lascio decidere a te.

Porterò anche un abbozzo delle strips per la sceneggiatura che hai scritto per Rodolfo e Theo.

Ciao. Abbiti cura

Sebastiano


Roma, 16/12/86

Caro Sebastiano,

non so se riceverai questa mia prima di partire per venire qui. Prima di scriverti questa lettera ci ho pensato su per due giorni, anzi, avevo cominciato a risponderti subito, ma poi l'ho stracciata.

Va bene, a te pare che sia tutto normale, giusto, ben fatto, a me no; può darsi che abbia ragione tu, l'unica esperienza che ho avuto da ragazzino mi può avere condizionato e questo condizionamento sarà giusto o sbagliato, ma ce l'ho: per me non è affatto normale che due maschi abbiano rapporti fisici fra loro, neanche due amici intimi come io e tu.

Il maschio è fatto per la femmina e viceversa e anche l'anatomia lo dimostra, mi pare, in modo evidente. Fra due uomini ci può essere amicizia, niente di più e quando c'è amicizia, quella vera, è il massimo: non si può e non si deve andare oltre.

Però, come suggerisci tu saggiamente, credo che sia meglio che non ne parliamo più. Io rispetto le tue idee, le tue convinzioni, le tue scelte anche se non posso condividerle.

Comunque, come t'ho detto quando m'hai telefonato in ufficio, è logico che verrai da me. Non vedo il motivo per cambiare abitudini, non c'è nessun problema, nessun pericolo. Quello che è stato è stato, appartiene al passato. Mi sento sicuro di me e perciò puoi stare tranquillo.

Non vedo l'ora che tu mi porti gli schizzi delle strips per il nostro film d'animazione. Io sto scrivendo una seconda sceneggiatura e ho parecchie idee, o meglio abbozzi di idee: ne parleremo assieme nei prossimi giorni e le svilupperemo assieme.

Tu che farai nelle feste di Natale? Io probabilmente salirò a Bologna dai miei: è parecchio che non li vedo e, di solito, il Natale lo passiamo assieme.

Stefania è stata qui ieri e mi ha detto di salutarti tanto e che anche lei avrà piacere di vederti i prossimi giorni, perché le sei simpatico e dice che sei un ragazzo molto in gamba.

Concordo appieno.

Ciao, caro amico, ricevi i miei saluti e a prestissimo

Federico

P.S. dice il tecnico del colore se puoi portargli su il campionario di cui gli avevi parlato. Non so a che si riferisca ma lui dice che tu sai. E mentre ci sei riporta anche quei disegni che avevi fatto su alle Dolomiti e che mi avevi mostrato l'ultima volta. Credo che possano interessare al dott. Beccacece per una campagna pubblicitaria che sta impostando. Ciao ciao.


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