EPISTOLARIO PARTE SESTA

martedì 10 febbraio
dall'Hotel San Lorenzo

Federico,

io verrei, ma a far che? A toccarti. A svegliarti. Me lo immagino. Tu lì, teso, impaurito, immobile. Io che ti faccio eccitare. Magari pure venire. NO.

Quella prima volta non è stato così. Tu mi davi tenerezza. Non facevi un esperimento. Non si tratta di sapere se riesci a venire. In fondo neanche se riesci a scopare con me.

Il problema è: riesci a fare l'AMORE con me?

Non te lo sto dicendo con cattiveria, credimi.

E poi, adesso dici così, scrivi così. Poi magari mi insulti di nuovo. Magari non a parole. Forse sapresti controllarti. Ma dentro di te sì.

Io non sono un pervertitore di etero. Neanche uno scopritore di gay.

Io non ti tocco più. Neanche con un dito. Finché tu non sarai il mio amante. Felice e fiero di essere il mio amante.

Piuttosto ritorno da Carla. Mi piacciono le donne, ricordalo. Rinuncerei per te, però. Come sposandone una rinuncerei alle altre. Perché se è vero che m'attizzano tante, io sono fedele, specialmente con chi amo.

Ti amo, Federico.

Finché non mi passa, non voglio nessun altro. Non mi interessa nessun altro. Se mi passerà, vedremo. Finché m'innamorerò di nuovo. Di una lei o di un lui, ora so che non importa.

Mi sento triste, lo sai? Perché vorrei essere capace di darti qualcosa, di darti di più

Sebastiano


Roma, 13/2/87

Caro Sebastiano,

forse hai ragione tu. Ma non giudicarmi male, per favore: sto cercando di capire, sto cercando di accettare e non è così facile, almeno per me. Tutto il giorno non faccio che pensare, che pensarci, ma non ne vengo a capo.

Eppure quella prima volta tutto era cominciato in modo così spontaneo, così dolce, così bello... Perché? Se fosse sempre così, come sarebbe magico, come sarebbe semplice, come sarebbe bello.

Invece è venuta fuori la mia reazione violenta e sono cominciati i casini. Già la mattina dopo, appena mi sono svegliato ed ho ricordato quello che avevo fatto con te la notte precedente.

Rileggo le tue lettere, una dopo l'altra. Ho segnato sul calendario la data del 13 novembre 1986: era un giovedì notte. È cominciato tutto lì ed oggi sono esattamente tre mesi.

Forse avremmo dovuto troncare subito. No, non è vero, per fortuna non l'abbiamo fatto.

Io sento di aver bisogno di te, ma non riesco ancora ad accettarlo nella totalità. Cioè, come dici tu, io vorrei ancora solo la metà di te, quella che non mi crea problemi, ma, come dici giustamente, non è possibile e non sarebbe neanche giusto.

Mi sento così sconclusionato.

E mi dispiace moltissimo che tu sia triste, tanto più che so che è per causa mia, per colpa mia. Anch'io vorrei saperti felice, anzi, vorrei farti felice, ma sento di non esserne capace.

Mentre ti scrivo sto sentendo il disco che m'hai portato in regalo dalle Dolomiti. Lo ascolto sempre più spesso e sempre volentieri. Mi fa del bene, forse proprio perché tocca la parte più intima di me e la fa vibrare, tocca i miei istinti più primordiali. Non me ne ero mai reso conto prima, ma questa musica è erotica. Ha il ritmo del battito del cuore. Ha il ritmo di un accoppiamento. È molto bella. E sento che mi sta facendo del bene. Forse anche perché me l'hai regalata tu.

Non ho nessuna tua fotografia: in questi momenti mi piacerebbe averne almeno una per contemplarla. Per vedere il tuo bellissimo sorriso, dolce, allegro, tenero, birichino.

Aiutami, Sebastiano. Non lo so neanche io come, ma aiutami. Aiutami ad accettarmi, ad accettarti, ad amarti. Ormai almeno di questo ne sono sicuro, ormai lo desidero, anche se da solo sento che non ci riuscirò mai.

Ciao, Sebastiano. A presto, spero

Federico


sabato 14 febbraio
da Roma

Oggi pomeriggio devo partire per Salerno. Devo mandare avanti il lavoro. Mi sono fermato anche troppo a lungo qui a Roma. Ma tornerò, stai tranquillo.

Ti manderò una mia foto. Contento?

Sai perché quella prima volta tutto era bello?

Perché eri preoccupato per me. Per il mio dolore. Non pensavi ad altro. Volevi starmi vicino. Non volevi altro. Non pensavi a te stesso.

Perciò sei riuscito a darmi il meglio di te. Istintivamente. Mi hai dato ciò di cui io avevo bisogno: amore. Me l'hai dato senza riserve.

Tutto lì, il segreto.

Poi hai cominciato a pensare a te. Alla tua immagine di te. Quella che dopo i 14 anni t'eri costruito in mente. T'eri cucito addosso. E ti sei accorto che non combaciava con la realtà. Con quello che m'avevi donato. E tutto è rovinato, crollato. Perché hai scelto l'immagine, non la realtà.

Quella notte eri contento.

Il mattino dopo, spaventato.

Ricordi? Non è così?

Sto cercando di aiutarti. Per te, per me. Ma il peso maggiore lo devi portare tu, questa volta.

Abbiti cura. Scrivimi

Sebastiano


Roma, 15/2/87

Caro amico mio,

torna presto a Roma, torna presto da me. Io voglio essere tuo, voglio provarci, almeno. Voglio toccarti, carezzarti, baciarti, darti il piacere e se possibile la felicità. Voglio provare a pensare solo a te, al mio Sebastiano. Ho bisogno del tuo amore.

Mi sento ancora strano a scriverlo, però so che è così, che è vero. Tu hai cambiato tutta la mia vita, tu puoi cambiarla ancora, in meglio, credo. In meglio, lo so.

Domani torno al lavoro: questa settimana di pausa, di solitudine, mi ha fatto bene. Ho avuto un sacco di tempo per riflettere, per riordinare le mie idee, per leggere e rileggere le tue lettere.

Ti ho fatto soffrire, star male, vero? Eppure tu m'hai aiutato moltissimo, non m'hai abbandonato per un solo momento. Non sei egoista, no. Mi ami davvero tanto, molto più di quello che merito, di questo sono ormai più che certo.

Ho fatto la mia scelta. Stefania è tornata a cercarmi ma le ho ripetuto che fra noi tutto è finito. Lei mi ha chiesto il perché. Le ho detto che mi sto innamorando di un'altra persona, ma non ho avuto il coraggio di dirle che mi sto innamorando di un maschio, che mi sto innamorando di te. Vedi, sono ancora un debole. Ma almeno lei se n'è andata e credo proprio che non mi cercherà più e mi sento molto meglio, liberato quasi. Sì, è vero, lei era solo una scusa per affermare la mia virilità, per sentirmi maschio.

Ho tagliato l'ultima ancora.

Sono pronto a partire per un lungo viaggio, per esplorare terre sconosciute, vergini, a cui ero approdato per caso undici anni fa e che credevo perdute per sempre. Voglio andarci con te, però: da solo non saprei ancora navigare. Mi ci vuoi a bordo? Mi vuoi con te? Verrai da me, questa volta? Ti aspetto con ansia, con anticipazione, con desiderio.

Ciao, a presto

tuo Federico


sabato 21 febbraio
da Salerno

Federico,

eccoti non una me tre mie foto. Ora la tua lettera:

Non ti amo più di quello che meriti. Ti amo quanto sono capace.

Dici che Stefania era la scusa per la tua virilità. Perché? Forse che ora sei meno virile? Forse che fare l'amore con un uomo rende meno virili? O lo sei o non lo sei, al di là di tutto. E tu lo sei. Mica adesso ti metti i tacchi a spillo o le giarrettiere, no?

Tu sei sempre tu, vuoi capirlo?

Se tu fossi effeminato, poi, neanche mi piaceresti. Sicuro. Mi piaci così come sei sempre stato. Virile, appunto.

Quante idee balorde hai in testa.

Però ti voglio bene assai.

E non è necessario che adesso ti metti ad urlare ai 4 venti che vuoi metterti con un maschio.

Quando verrò a Roma, andrò ancora in albergo. Se le cose non dovessero andare, meglio non dover stare assieme tutto il giorno.

Dici che ho cambiato la tua vita. Credo di no. Spero di no. Forse t'ho solo aperto gli occhi. Se non ci fossimo incontrati, forse ti sposavi. Ma forse poi incontravi un altro di cui innamorarti. Ognuno di noi può innamorarsi di una lei o di un lui. Se è onesto, lo accetta. Se no, fugge. Reprime. Nasconde. La gente studiata direbbe "sublima", parola elegante per dire che reprime, che nega la realtà.

Tu finalmente hai deciso di provare a smettere di fuggire.

Sì, ti ci voglio a bordo. Ma prima bisogna essere più sicuri, sennò si rischia di naufragare. Di me, lo sono. Di te non ancora. Scusa la sincerità.

Anch'io vorrei una tua foto. Magari nudo. Scherzo.

Sì, ti amo.

Sennò ti avrei mandato a quel paese da un secolo e mezzo. Solo l'amore dà la pazienza. Ma non illuderti. Se funzionerà tra noi due, anche tu dovrai avere molta pazienza con me. Mica sono tutto rose e fiori. Ho anche le mie spine. Come le rose, d'altronde.

Mi manchi. A dire il vero da circa tre mesi mi manchi.

Ho visto un film: "My beautiful laundrette". È un film inglese. Due maschi si innamorano. Mica due che erano già ricchioni. Due ragazzi qualunque. Come noi due. E si danno amore senza storie, senza problemi. Dovresti vederlo. Ti farebbe bene. A me è piaciuto un sacco. Mi ha commosso e divertito.

Cettina ti saluta. Pure Ruggiero.

Abbiti cura, per favore

Sebastiano


Roma, 1/3/87

Caro mio Sebastiano,

grazie mille per le tue fotografie: sono molto belle tutte e tre.

Capisco, o meglio credo di capire, perché tu non vuoi ancora venire da me quando sarai a Roma. Però mi dispiace e penso che meno stiamo assieme e più sarà difficile per me accettare completamente quello che sento per te, accettarmi completamente, compreso il lato fisico della cosa.

Ormai tu popoli i miei sogni erotici ad occhi aperti. Però mi chiedo: è veramente l'accettazione di un desiderio anche fisico o è solo un tentativo di autoconvincimento? Non potrò saperlo finché non vedrò come reagirò ad un rapporto fisico reale, completo, con te. Completo, cioè fare l'amore fino in fondo, non solo toccarsi e carezzarsi, magari baciarsi, ma tutto, veramente tutto quello che di solito fanno due maschi che fanno l'amore fra di loro. Attivo e passivo, voglio dire, e di sopra e di sotto. Hai capito no? Mi sto abituando all'idea, così sarà più facile poi abituarsi anche alla cosa concreta, non ti pare?

Comunque mi sento ancora strano: a volte mi pare di essere uno scolaretto impreparato durante un'interrogazione. Altre volte mi sento intimorito come penso si debba sentire una verginella al primo rapporto sessuale. Non mi sento ancora come mi sentivo con le ragazze: voglia di portarmele a letto, voglia di fare, di prendere l'iniziativa, di goderle. Fantasie a volta scatenate, eccitanti.

Persino con Stefania provavo quel senso di anticipazione, quella voglia di portarmela a letto, quel calore animale così intenso e così bello.

Ma sono deciso a farlo con te e, spero, se riuscirò a sbloccarmi del tutto, sarà uguale anche con te. Perché ti voglio bene, di questo ne sono più che certo.

Guardo le tue foto: anche quella sul bordo della piscina, in costume. Hai un bel corpo, davvero bello. E in quella a mezzo busto hai un bellissimo sorriso. Ma anche la foto in cui sei semisdraiato sull'erba, in calzoncini corti, con la mano sollevata in un gesto che pare d'invito, è molto bella. Pare che tu stia invitando qualcuno, magari proprio me, a stendersi accanto a te, al tuo corpo. Almeno così sto fantasticando io, mentre la guardo. Sì, voglio rispondere al tuo invito.

Ho cercato una fotografia da mandarti. Nessuna mi sembra abbastanza bella per te, ma ti mando quella in cui mi pare di essere più simile a come mi vedo io. Magari tu ne avresti scelta un'altra, chissà? Mi chiedo come mi vedi tu, mi chiedo perché ti sei innamorato di me, cosa ci trovi di interessante in me, sia come carattere che fisicamente.

Poco fa, dopo aver fatto la doccia, mi sono guardato lungamente allo specchio cercando di vedermi con gli occhi di un altro. Sai che non l'avevo mai fatto prima? Non mi sono trovato né bello né brutto: un maschio di 25 anni, proporzionato, alto 1,75, peso 71, capelli castani appena ondulati, occhi castani, naso dritto, bocca dritta: normale, insomma, nella media, voglio dire. Medio o mediocre? mi sono chiesto. È così difficile giudicarsi, valutarsi da soli. Alle ragazze piacevo abbastanza: nessuna è impazzita per me ma nessuna è scappata via. Fin qui nel fisico. Come carattere è ancora più difficile valutarsi, perché se per il fisico esistono dei canoni di bellezza, per la personalità è tutto molto più soggettivo.

Tu comunque, secondo me, hai un bel corpo ed una personalità bellissima: la tua personalità mi ha affascinato fin dal nostro primo incontro e via via che ti conoscevo meglio, il fascino aumentava.

Ho guardato il giornale, ma qui a Roma il film che mi dici non è in programma in nessuna sala. Se lo daranno lo andrò senz'altro a vedere. Io vado molto di rado al cinema e di solito vado a vedere solo i film dei registi che più amo, per imparare qualcosa per il mio lavoro di sceneggiatore.

Sono andato alla Sip per sollecitare il telefono: mi hanno detto che sono in lista di attesa, ma che ci vorrà ancora qualche mese e non hanno neppure saputo precisarmi quanti!

Vorrei almeno poter sentire la tua voce, anche se per telefono forse non saprei dirti le cose che riesco a dirti per lettera. Tu ci riusciresti, vero?

Ma meglio di tutto è parlarsi di persona, guardandosi negli occhi, perché uno mentre parla può vedere che effetto hanno sull'altro le parole che dice e mentre ascolta può cogliere anche quei messaggi che le sole parole non sono sufficienti a comunicare.

Ma ti vorrei chiedere una cosa: perché, oltre ad un eventuale desiderio fisico di piacere, il corpo di un altro può essere così importante? Credo di intuirlo, ma vorrei sapere come la vedi tu, la cosa.

Spero che tu possa venire presto a Roma e che si possa stare assieme di nuovo un po', anche se tu starai in albergo.

Ciao. Salutami Cettina e Ruggiero. Mi piacerebbe conoscerli. Aspetto una tua lettera (e la tua nuova busta)

tuo Federico


martedì 10 marzo
da Salerno

Spero che questa mia arrivi in tempo.

BUON COMPLEANNO, salame!

Quando verrò a Roma ti porterò anche il regalo.

Veniamo ora alla tua lettera.

Io popolo i tuoi sogni erotici. Vuoi dire che ti fai seghe pensando a me? Impara a parlare chiaro. Come parli di rapporto fisico. Non puoi dire inculare, fare una pompa? Ti dà così tanto fastidio?

Riguardo a attivo e passivo credo che ti sbagli. Secondo me non è attivo chi incula. Non è passivo chi si fa inculare. Uno può farsi inculare attivamente. È passivo chi a letto fa fare tutto all'altro. Un maschio può essere passivo, una femmina attiva.

Butta via le etichette. Rifiuta i clichè.

Anch'io mi sento una verginella come te. Anche per me tu sei il primo maschio (anzi, per te, in fondo, io sono il secondo). Ma io non sono spaventato, anzi, pieno di voglia. Sarò forse un maialetto o solo forse disinibito.

Grazie per la foto. È bella. Sei proprio come ti vedo io. Non importa che non sei nudo. Tanto ti ho già visto dal vivo. E ti ricordo bene. Sei un bel maschio, stai tranquillo. Mi piaci. Anche come carattere. Nonostante le tue inibizioni, le tue incertezze, le tue paranoie e la tua capa tosta.

Il corpo può comunicare cose che nessun discorso sa fare. Specialmente proprio attraverso il sesso. Per questo trovo naturale che anche due maschi possano fare sesso fra loro. Specialmente se si amano. Dire "ti voglio bene", "ti amo" non basta ad esprimere tutto quello che uno sente. Il corpo lo sa dire molto meglio. Io so che te lo saprei dire. Col mio corpo, cioè. Ma voglio vedere se tu ne sarai capace. Quello che m'aspetto da te non è una goduta. Ma che mi dici con tutte le parti del tuo corpo che mi ami. Se mi ami davvero. Con tutto quel tuo bel corpo di maschio. A tutto il mio corpo di maschio.

Dici che mi ami davvero: dimostramelo. Col tuo corpo. Offrimi la tua verginità. Prenditi la mia. Unisciti a me entrandomi dentro in bocca, in culo, dappertutto. E lasciandomi entrare in te dappertutto. Fondiamoci in un corpo solo per dirci quanto e come ci amiamo: senza limiti.

Esci dal bozzolo, larva! Trasformati in farfalla. Voliamo assieme nel cielo azzurro. Posiamoci assieme su fiori profumati. Godiamoci l'un l'altro. Scriviamo il nostro amore. Coi nostri corpi. Sui nostri corpi.

Sto diventando troppo romantico. Colpa tua. Ti amo.

Verrò presto a Roma, spero.

Tu, frattanto, abbiti cura.

S.


Roma, 19/3/87

Carissimo Sebastiano,

la tua lettera con gli auguri è arrivata giusta giusta ieri. Come facevi a sapere la mia esatta data di nascita? Mi ha fatto moltissimo piacere, sai? Aspetto il tuo regalo, ma il più bel regalo sarà rivederti.

È molto bella la tua immagine di scrivere col proprio corpo sul corpo dell'altro il proprio amore. Spero di imparare a scrivere: mi sento un analfabeta, ma vorrei diventare un poeta e se tu mi aiuterai sono certo che ci posso riuscire.

Questa lontananza, questa separazione, questa attesa mi stanno facendo maturare.

Ebbene sì: pensando a te mi prendo l'uccello in mano e me lo meno e con l'altra mano mi tocco dappertutto pensando che sia la tua mano a farlo. Non ogni volta che penso a te, certo, in ufficio o per strada non potrei, ma abbastanza spesso.

Immagino di mettermi in ginocchio fra le tue gambe aperte e di succhiarti l'uccello. Poi immagino che mi fai alzare in piedi e che ti chini tu a succhiare il mio.

Immagino che mentre dormo, nudo, a pancia sotto, tu ti sdrai su di me e me lo infili in culo e io mi sveglio sentendoti andare su e giù dentro di me. Immagino che tu, tutto nudo, stai per entrare sotto la doccia e io ti vengo alle spalle di sorpresa, ti afferro per la vita e te lo faccio scivolare tutto dentro e mentre ti inculo chiudo gli occhi per il piacere.

Sono riuscito a scriverlo, come vedi. Non è stato difficile.

A volte immagino queste cose mentre sto nudo davanti allo specchio e sogno che, invece della mia immagine riflessa ci sia tu, nudo per me.

Ieri sera, prima che facesse buio, passavo davanti alla scalinata del Campidoglio. C'erano due maschi, sui venti-venticinque anni come noi due, quasi certamente stranieri, seduti sui gradini. Stavano semiabbracciati e si sono dati un lungo bacio. Proprio un linguinbocca, mica un bacetto. Mi è piaciuto vederli, anche se mi vergognavo un po' a guardarli. Erano belli, era bella quella loro intimità. Allora mi sono immaginato che lì ci fossimo stati noi due che ci baciavamo così. E mi è venuto duro senza toccarlo: buon segno, no? Mi sto abituando all'idea e mi sta piacendo sempre più. Uno dei due ragazzi s'è accorto che passando li guardavo e mi ha fatto l'occhiolino e mi ha sorriso. Io credo di essere arrossito ed ho continuato per la mia strada, allontanandomi. Avrei voluto fermarmi a parlare con quei due, ma mi sentivo imbarazzato.

Ma poi, ripensando a quella bella coppia, ho capito una cosa: vedi, per me la coppia di due uomini che stanno assieme era un po' come quella del "Vizietto", patetica se non ridicola. Invece quei due ragazzi, chiaramente amanti, erano proprio come te e me: due normalissimi ragazzi, dolci e virili ad un tempo, assolutamente non effeminati, neanche quello coi capelli lunghi, puliti.

Sì, penso che hai ragione tu: non c'entra attivo e passivo. Quei due ragazzi m'han dato l'impressione di essere molto attivi tutti e due, anche se per caso uno dei due si facesse solo inculare e l'altro solo inculasse. O magari fanno tutti e due una cosa e l'altra. O magari invece solo appassionati sessantanove. Non cambia.

Mi sono chiesto se a me piacerà di più inculare o essere inculato e come sarà per te. Vedremo, no? Proveremo tutte e due le cose e troveremo il nostro equilibrio, in modo che si possa stare bene insieme. Lo troveremo o lo costruiremo, comunque.

Farà male le prime volte? Ci vorrà un lubrificante, non credi? Forse si perde un po' di sangue come le ragazze quando sono sverginate?

Mi sembra di essere un ragazzino che scopre per la prima volta la sessualità. Non ti faccio ridere? Tu le sai queste cose?

Mi ricordo la prima volta che ho fatto l'amore con una donna: come ero imbarazzato! Mi sento proprio nello stesso modo. Ma allora ho imparato e alla fine non avevo più problemi, così penso proprio che sarà lo stesso con te, no?

Però, mi ricordo anche quando l'ho fatto con quel mio compagno di scuola a quattordici anni. È vero che ci siamo limitati a farci una sega reciproca ed a baciarci in bocca, ma mi ricordo che lo facevo con curiosità, forse, ma senza nessun imbarazzo: mi pareva tutto così naturale!

Forse la differenza sta nel fatto che col mio compagno tutto era avvenuto spontaneamente, come con te, anche se allora aveva cominciato lui. Io gli volevo bene e perciò l'ho seguito senza problemi, anzi, con piacere. Con la mia prima ragazza, invece, avevo deciso di farlo io perché lei mi piaceva, certo, ma anche perché così mi pareva di diventare uomo, adulto voglio dire.

Anche prendere il tuo uccello duro fra le mie labbra, nella mia bocca, che effetto mi farà? Quando mi verserai il tuo seme in bocca, cioè quando sborrerai nella mia bocca, che effetto mi farà? Che gusto avrà? Stefania non me l'ha mai succhiato, ma una ragazza prima di lei me lo faceva spesso e le piaceva e anche a me piaceva moltissimo. Le piaceva di sicuro perché era sempre lei a prendere l'iniziativa, non gliel'ho mai dovuto chiedere. Ma quando ho provato a chiederlo a Stefania quasi mi sbranava: "Io non faccio quelle porcate!" m'ha detto rossa d'ira... ma senza gridare. Era così autocontrollata...

Beh, vedremo, no? Per ora ciao, ti mando un abbraccio forte e ti aspetto

tuo Federico


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