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una storia originale di Andrej Koymasky


IL SEGNO
DEL FORCIPE
CAPITOLO 8
RE NIELS E LA SUA MAGNANIMITÀ

Dopo cena, finalmente Athal disse a Waltha il motivo della sua visita.

Questi lo ascoltò, poi chiese: "Ma secondo te, quel Niels è un impostore o è davvero il primogenito di re Harold?"

"Non so... che importanza può avere? L'importante è che Bjorn torni a essere il principe ereditario e, a suo tempo, il re. E come re, non potrà che esserci grato per avergli dato il trono, no?"

"Non so... Per prima cosa, se Niels fosse il legittimo erede... non mi va di macchiarmi di un regicidio. E poi, io e te saremmo la cattiva coscienza di Bjorn: credi davvero che ci sarà grato? O piuttosto, non cercherà di toglierci di mezzo?"

"Io ho un documento che mi protegge. E poiché protegge me, nello stesso tempo protegge te."

"Un dardo nel cuore mentre si va a caccia. E se fallissi? Inoltre, non sarà mai solo, avrà le guardie del corpo."

"Tu hai una mira infallibile, non sbaglierai certo il colpo. E non userai uno dei tuoi dardi, me ne sono procurati alcuni con i colori di altri notabili di corte."

"Mmmh. Uccidere un uomo è più facile che colpire un animale, ma... non so, la cosa non mi convince. Per me, Bjorn vale quanto quel Niels. Anzi, di meno. E sai che ti dico? Io, se fossi in te, andrei dal re e gli mostrerei il documento che ha firmato Bjorn. Niels è il cavallo vincente, credi a me, dal momento che il re è convinto che sia suo figlio. E che la corte l'ha accettato come tale. Comunque, mi hai incuriosito: verrò a corte per un po' di tempo. E dopo aver conosciuto questo Niels, deciderò. Ma se decidessi di non ucciderlo, tu dovresti andare a denunciare subito il principe Bjorn, dai retta a me."

"Gli ho dato la parola e lui... il principe in cambio si lascia fottere da me, cosa che desidero da tempo e che lui prima non aveva mai voluto."

Waltha si mise a ridere: "Beh, frattanto ti sarai divertito. La lealtà è una gran bella cosa, ma va riservata a chi poi ti è leale a sua volta. Il principe Bjorn non mi è mai piaciuto molto. Uno che si lascia scopare anche se non gli piace, pur di ottenere quello che vuole. Che re credi che sarà? No, se vuoi il mio aiuto, deve essere a queste condizioni: verrò, mi renderò conto di come stanno le cose e, se accetto, bene, se no, dovrai subito denunciare il principe Bjorn al re. O così, o rinuncio."

"E se invece accettassi, che chiedi come premio?"

"Che chiedo? E che mai potrei chiedere? Io ho tutto ciò che desidero, qui. E comunque, finché non sarà re, che mi può dare? Una manciata d'oro? No, se lo farò sarà solo perché sarò convinto che sia meglio avere come erede al trono Bjorn invece di Niels. Tu, piuttosto, che ne pensi di Niels?"

"Non so. Non mi sono mai posto il problema. So solo che è l'amante di Guntar, il nuovo capo della guardia scelta. E che è un bel ragazzo. E che il re ha fatto grandi feste per il suo ritrovamento."

"Sì, ero stato invitato, ma non mi andava di venire. Stavo riorganizzando qui il mio castello. È l'amante di Guntar? Lo sospetti o ne sei certo?"

"No, ne sono certo: l'ha dichiarato Niels. Quando il re lo ha riconosciuto come figlio e gli ha detto di riprendere il suo posto a corte, lui l'ha detto chiaro e tondo: sono l'amante di Guntar e non voglio perderlo, perciò o posso continuare o preferisco continuare la mia vita di prima."

"Mmmh, mi piace: avrebbe rinunciato a diventare il principe ereditario pur di non rinunciare al suo amante! Mi sa che valga più del fratello Bjorn."

"Ammesso che sia veramente il fratello."

"Se fosse stato un profittatore, non avrebbe certo posto condizioni. Mi incuriosisce davvero, mi piacerebbe conoscerlo. Ma tu devi ancora darmi una risposta. Passaci sopra ancora questa notte, e dimmi domani se accetti o no le mie condizioni. Ma ora, piuttosto, chi vuoi nel tuo letto per stanotte?"

"Il servo che ci versava da bere..."

"Mmmh, sei un buongustaio... Ha diciassette anni, e a letto è molto caldo. Gli farò dire di trovarsi nella tua camera. Sono solo sei mesi che è qui, è il figlio di un pescatore del nord. Pensa che quando il mio uomo l'ha trovato, era ancora vergine. Non l'aveva mai fatto né con maschi né con femmine. Ora è uno dei migliori fra i miei servi, sempre pronto a farlo con chiunque glielo chieda. Passerai un'ottima nottata con lui. Ma domattina dovrai darmi una risposta."

Il ragazzo lo aspettava già nudo, sul letto, con un grande sorriso. Aveva un bel corpo. Athal, eccitato, si spogliò velocemente e salì sul letto. Il ragazzo, rapido e agile, si girò in modo di poter prendere fra le labbra il membro duro del cavaliere che baciò, leccò, succhiò con vera golosità e arte. Athal si stese, le gambe larghe, in modo di facilitargli il compito e frattanto gli carezzava il corpo giovane e fresco con crescente desiderio. Se i tre che gli avevano fatto il bagno erano stati bravi, questo ragazzo era eccezionale. Sembrava che fosse nato apposta per fare l'amore: sapeva come far provare a un uomo il massimo piacere. E quando si accorse che l'uomo era eccitato al punto giusto, il ragazzo si alzò e si mise a sedere sul palo dritto e vibrante, infilandovisi con un solo gesto esperto.

Athal gemette per il piacere, e il ragazzo, appoggiate le ginocchia ai fianchi delle sue anche, iniziò a muovere il bacino su e giù in un ritmo dapprima lento, facendo palpitare l'ano ad arte attorno alla grossa verga rigida e dura. Il giovanotto si alzò a sedere sul letto mentre il ragazzo continuava a molleggiargli sul grembo, per carezzargli il torso. Allora il ragazzo iniziò a suggergli i capezzoli, a mordicchiarglieli lieve, mentre accelerava il ritmo con cui muoveva il bacino sul grembo del cavaliere, e frattanto gli carezzava la schiena facendo scorrere le punte delle dita lungo la spina dorsale del giovanotto.

Questi stava provando un piacere intenso: lentamente ripiegò le gambe in modo di alzarsi in ginocchio sì che tutto il peso del corpo del ragazzo ora gli premeva sull'asta dura come ben temprato acciaio. Il ragazzo si tenne stretto a lui, aggrappandoglisi con le braccia attorno al collo e con le gambe attorno alla vita. Athal allora si chinò in modo di far poggiare la schiena dell'altro sul letto, e allora fu lui ad iniziare a muoversi avanti e dietro, prendendo il ragazzo con forte passione. Il ragazzo gli si agitava sotto, godendosi quel cambiamento di posizione e la forte monta dell'uomo. Athal lo fotteva con vigore e, vedendo l'espressione beata che si dipingeva sul volto del ragazzo, scese a baciarlo in bocca. Il ragazzo gli suggeva la lingua mugolando lieve il suo piacere. Athal si scaricò in lui d'improvviso, raggiungendo un orgasmo quasi inaspettato, con una serie di affondo appassionati. Il ragazzo venne contemporaneamente a lui, fra i due ventri tesi.

"Mi sei piaciuto da morire, ragazzo." ansimò Athal abbandonandoglisi sopra appagato e carezzandogli il dolce volto su cui splendeva un sorriso luminoso.

"Grazie, signore..." rispose con voce lieve il servo.

"Come ti chiami?"

"Edel, signore."

"Resta a dormire con me, stanotte."

"Come desiderate, signore." rispose il ragazzo visibilmente compiaciuto per quella richiesta.

Athal si sfilò da lui, lo fece stendere al suo fianco e lo abbracciò, carezzandolo e baciandolo teneramente. Era la prima volta che provava una simile dolcezza per un ragazzo e, nello stesso tempo, un simile desiderio di averlo tutto e solo per sé.

"Edel?"

"Dite, signore."

"Vorresti essere mio, per sempre?"

"Oh... io appartengo al signore Waltha..."

"Ma vorresti essere solo mio?"

"Ne sarei onorato..."

"Allora domattina chiederò al mio amico Waltha che ti lasci venire via con me."

"Sarebbe bello, signore..."

"Mi piaci troppo, Edel."

"Grazie, signore."

Si addormentarono abbracciati e Athal pensò che non s'era mai sentito così felice in vita sua come ora che stringeva a sé quel bel ragazzo. Durante la notte si svegliò, nuovamente pieno di desiderio. Allora svegliò anche il ragazzo, baciandolo. Quando questi si rese conto del desiderio del cavaliere, prontamente gli si offrì con gioiosa e spontanea grazia. Athal lo prese di nuovo, godendoselo a lungo, e riportando anche il ragazzo a un nuovo intenso godimento. Di nuovo si addormentarono strettamente allacciati. Quando si risvegliarono, la mattina seguente, fecero di nuovo l'amore, con maggiore dolcezza ma non meno passione.


Athal scese a incontrare Waltha.

"Hai passato una buona notte, amico mio?"

"Splendida, Waltha, davvero splendida. Quel ragazzo, Edel, mi ha stregato. Perciò, vorrei chiederti un grande favore..."

"Dimmi..."

"Vorrei portarlo via con me, se tu glielo permetti."

"Ne vuoi fare il tuo servo?"

"Ne vorrei fare il mio amante... È adorabile..."

"Addirittura! Mah, come rifiutartelo? È tuo, te lo dono. Ma, piuttosto, hai deciso sulla mia proposta?"

"Sì, la accetto."

"Bene. Allora faccio preparare per il mio viaggio a corte e domattina partiremo assieme. Frattanto bisognerà far preparare nuovi abiti per Edel, se deve venire via con te. Da oggi non dovrà più indossare i miei colori. Ma tu, se non vuoi farne il tuo servo, come giustificherai la sua presenza a corte accanto a te? Fosse un nobile, o uno scudiero... o un tuo servo, sarebbe semplice, ma così..."

"Già, ma ho già uno scudiero, non posso averne due. E non è un nobile."

"Perciò non credi che sia meglio che tu, anche se lo considererai il tuo amante, gli faccia indossare la livrea come un tuo servo? Facciamo in tempo a farne preparare una con i tuoi colori."

"Sì, credo che tu abbia ragione. Almeno inizialmente sarà tutto più semplice. Ti ringrazio, Waltha..."

Partirono l'indomani mattina. Edel era felice nei suoi nuovi colori. Cavalcava dietro ai due cavalieri, assieme al servo del suo ex padrone, mentre i due scudieri aprivano il piccolo corteo.

Giunti a corte, Athal portò Edel nelle sue stanze, mentre il cerimoniere assegnava le stanze a Waltha e al suo piccolo seguito. Waltha, dopo aver ossequiato il re e la regina, si intrattenne con i due principi.

A sera, Bjorn si recò nella stanza di Athal: "Allora? A che punto siamo? È lui che ucciderà Niels?" gli chiese appena furono soli.

"Cominciate a spogliarvi. State tranquillo che qui a corte non ci sarà posto per due principi." disse con un sorriso enigmatico Athal, deciso a godersi comunque il corpo di Bjorn.

Questi si denudò e si stese sul letto: "Dai, prendimi, dunque, riscuoti il tuo premio." disse il ragazzo con un sorriso soddisfatto mettendosi in posizione.

Athal gli salì sopra e lo penetrò; ma frattanto pensava a quanto era diverso prendere il principe e prendere il servo: e tutto era a vantaggio del servo. Edel valeva mille volte più di Bjorn!

Dopo che si fu sfogato e che Bjorn ebbe lasciato la sua stanza, Athal chiamò Edel e si mise a fare l'amore con lui, con dolce passione per nulla affatto diminuita dalla scopata appena fatta: con un certo piacevole stupore il cavaliere si accorse di sentire che si stava innamorando del giovane servo come mai s'era innamorato di alcuno.


Waltha passò due o tre giorni parlando sia con Niels che con Bjorn, a volte da soli a volte assieme. Li studiava, senza averne l'aria. Fin dall'inizio aveva provato un'istintiva simpatia per Niels, che era stata rafforzata dai successivi incontri. E un senso quasi di disprezzo per Bjorn.

Quindi, un pomeriggio, disse ad Athal: "Ho deciso: portiamo il documento al re. Denunciamo Bjorn e mettiamo in salvo Niels. Lui dovrà essere il nostro futuro re, come ha deciso suo padre. Vale molto di più del fratello."

"Va bene. Tu chiedi udienza al re, io andrò a prendere il documento. Bjorn non sospetta nulla, anzi..."

"Lo so. Mi ha detto chiaro e tondo che vuole che faccia fuori suo fratello al più presto, il piccolo bastardo. E quando gli ho chiesto che cosa mi avrebbe dato come premio, indovina che cosa mi ha risposto?"

"Non saprei... che cosa?"

"Mi ha dato questa..." disse ridendo Waltha porgendogli una pergamena.

Athal la srotolò e la lesse: era la promessa, quando fosse stato re, di conferirgli il titolo di conte e di assegnargli le terre della corona confinanti col suo castello.

"Mostrerai anche questa al re?" chiese ridendo Athal.

"Certamente. Ora vai."

Il re concesse l'udienza privata richiesta da Waltha. I due cavalieri si presentarono e lo misero al corrente delle trame di Bjorn contro Niels, e gli consegnarono i due documenti. Re Harold fu molto addolorato per quella denuncia. Per prima cosa mandò Guntar ad arrestare Bjorn e lo fece chiudere nei sotterranei del castello. Quindi convocò i suoi più grandi feudatari per formare il tribunale che avrebbe giudicato il principe in vece sua. Tutti nel castello sapevano che cosa stesse accadendo, ma nessuno ne parlava apertamente: la cosa era di eccezionale gravità.

Giunti i grandi feudatari, si aprì il tribunale privato alla presenza del re e con i due cavalieri come testimoni. Bjorn negò tutto dicendo che era una congiura di Niels per toglierlo di torno. Ma nessuno gli credette: le deposizioni di Athal e Waltha, corroborate dai due documenti autografi recanti il sigillo di Bjorn, erano troppo evidenti. I giudici si riunirono per esprimere il verdetto, che sottomisero al re: proponevano la decapitazione di Bjorn o almeno il suo imprigionamento a vita.

Niels aveva saputo dell'accaduto e ricordò l'oracolo del vecchio. Allora chiese udienza a suo padre e gli chiese clemenza per il fratello. Questi, anche su richiesta della regina, decise di non far decapitare Bjorn ma di farlo chiudere in prigione per il resto della sua vita. Fu allestita una stanza apposita sulla sommità della torre maestra e Bjorn vi fu chiuso dentro a chiave con tre chiavi diverse di cui una era nelle mani del re, una fu affidata a Guntar e la terza al Cancelliere. Nessuno doveva entrare in quelle stanze, per alcun motivo, nessuno era autorizzato a parlare né a comunicare in alcun modo con Bjorn. Semplicemente doveva essergli passato il cibo attraverso un'apposita feritoia ed essere sorvegliato giorno e notte dagli spioncini per essere sicuri che non potesse tentare la fuga.

Niels, assieme a sua madre, tentò più volte di far mitigare la pena, ma re Harold, per quanto estremamente addolorato, fu del tutto irremovibile.


Erano passati due anni da questi fatti, quando d'improvviso, re Harold si ammalò. Furono chiamati i più famosi guaritori, astrologi e maghi, furono tentate tutte le cure e i rimedi, ma nel giro di soli undici giorni, re Harold morì senza che nessuno sapesse darsene ragione. La corte fece lutto, e si celebrarono le solenni esequie del re, che fu sepolto come voleva la tradizione in una barca dalla foggia antica, assieme al suo cavallo e alla sua spada.

Terminato il periodo di lutto, il Cancelliere radunò tutti i feudatari per l'investitura del nuovo re. Niels fu incoronato, gli fu data la spada di guerra e la spada di giustizia, il manto regale, quindi il Cancelliere e gli altri dignitari si dimisero e tutta la nobiltà e i cavalieri giurarono fedeltà a Niels.

Questi aveva ventiquattro anni.

Vennero i messi dei regni vicini a portare doni al nuovo re. Niels creò Guntar duca e Cancelliere del regno. Creò cavaliere Edel, come ringraziamento ad Athal per averlo salvato, quindi diede ordine che Bjorn gli fosse portato davanti.

"Fratello mio, nostro padre è morto, forse per il dolore di quello che hai tentato di fare. Ma come la tua azione non ha impedito che io divenissi re, così credo che la tua punizione non serva più a nulla. Non voglio che tu muoia fra quattro mura in solitudine. Sei ancora giovane. Hai ancora una vita davanti a te e non voglio essere io a prendertela."

"Tu non sei mio fratello, tu sei un usurpatore."

"Non ho voluto io essere riconosciuto come il primogenito del re, non ho chiesto io di diventare re. Né ti ho condannato io per quello che hai fatto. Rifletti, fratello..."

"Vorresti che ti giurassi fedeltà? Mai!"

"No... Ma voglio darti una scelta. O essere confinato in uno dei miei castelli in cui potrai avere servi e una vita confortevole, o andare per sempre in esilio. I miei consiglieri mi dicono che se sceglierai l'esilio, sarai libero di tramare contro di me, magari alla corte di qualche re confinante. Gli dei mi proteggeranno, non ti temo. Scegli dunque. Ricorda solo che, se tenterai di farmi guerra, non mi troverai con le mani in mano. Spargerai solo dell'inutile sangue. Ma questo, sarà la tua coscienza a deciderlo."

Bjorn scelse l'esilio. Fu scortato allora fino ai confini di sud, dove fu lasciato andare, solo, vestito con abiti di un qualsiasi paesano, senza denaro né cavallo, né armi, né servi.

Niels era addolorato per la scelta del fratello, ma non poteva fare altro.

I consiglieri chiesero al re di prendere una sposa per dare un erede al regno. Niels però ricordò che cosa gli aveva detto il padre: lui era stato consacrato al dio Niel e se avesse avuto rapporti sessuali con una donna, avrebbe attirato la maledizione su se stesso e sul regno.

Waltha, che era diventato uno dei consiglieri, disse allora a re Niels: "Sire, ti ho servito bene quando eri principe, lascia che ti serva ancora. Non puoi continuare a negare ciò che il Consiglio ti chiede, ti alieneresti il loro appoggio e certamente Bjorn ne approfitterebbe. Lasciami partire per un viaggio e vedrai che tornerò con la soluzione giusta."

"Vai, mio fido Waltha. Qualunque cosa tu abbia in mente."


Waltha partì.

Mancò dalla corte per tutto l'autunno, l'inverno, e tornò verso fine primavera.

"Sire, ho viaggiato fino al regno del re di Dina. Lì ho conosciuto una principessa bella e giovane, la minore del re, di nome Flora. La principessa ama un menestrello di nome Markus, ma il loro è un amore impossibile. Ho parlato a lungo con lei guadagnandone la fiducia: è dolce, buona, bella e intelligente, delicata, elegante e colta... e triste per questo suo amore che non può vivere. Allora le ho proposto di diventare la vostra sposa: se accetterà, le ho promesso che voi le permetterete di vivere il suo amore con il suo menestrello. Lei dapprima non voleva credermi, ma poi, proprio per il suo amore per Markus, ha accettato. Se quindi voi manderete una missione dal re suo padre per chiedere la sua mano, lei, che finora ha rifiutato tutte le richieste di matrimonio, accetterà la vostra. E certamente il re suo padre non opporrà rifiuto."

Niels si rallegrò. Fece preparare la missione, con ricchi doni e la richiesta ufficiale della mano della principessa Flora. Partì la nave con le insegne regali a inizio dell'estate. Niels fece preparare i nuovi appartamenti per sé e per la regina, facendo approntare due passaggi segreti, uno per poter far incontrare la regina con il suo amante, e l'altro per poter a sua volta incontrare tranquillamente il suo Guntar.

Dopo tre settimane circa fu avvistata la nave di ritorno. Niels, affiancato dal suo Guntar e circondato dalla corte, andò fino all'approdo ad attenderla. La nave attraccò e fu stesa la passerella. Ne scese Waltha seguito dalla principessa circondata da otto damigelle del suo seguito. Era molto bella.

Waltha proclamò a gran voce: "Re Niels, ecco Flora, principessa dei Dani, la tua futura sposa e nostra futura regina."

"Benvenuta, principessa Flora..." le disse allora Niels con galanteria. La giovane s'inchinò con grazia e fece un timido sorriso. Niels le porse il braccio e le disse: "Vogliate seguirmi fino ai vostri appartamenti, dove potrete riposare e rinfrancarvi, prima che inizino le cerimonie del nostro matrimonio."

La principessa appoggiò una mano sul braccio del re e lo seguì. Salirono fino al castello fra due ali di popolo festeggiante. Il re la portò nelle sue stanze, dove la lasciò in compagnia delle sue damigelle e di una dama della sua corte: "Vi verrò a trovare quando sarete riposata, principessa Flora. Credo che vorrete parlarmi, prima delle cerimonie di domani."

"Vi ringrazio, maestà."

Niels tornò da Guntar e vi trovò Waltha: "Non ho visto il menestrello." gli disse.

"Markus? L'ho fatto accompagnare nella sua stanza."

"Che tipo è?"

"Grazioso... me lo sarei portato volentieri a letto, se non fosse stato il preferito della nostra futura regina. Suona e canta molto bene. Potresti farne il menestrello di corte, ne vale la pena."

"Non c'è mai stato un menestrello in questa corte."

"Sarà lui il primo. Rallegrerà le tue feste."

"Voglio andargli a parlare." disse Niel e fece cenno a Guntar di seguirlo.

Entrò nella stanza del giovane dano. Questi, quando riconobbe il re, s'inchinò profondamente.

"Così, tu sei Markus, l'amante di Flora?"

"Maestà... sì, io la amo..."

"Bene. Falla felice, allora. Però sai che cosa vi chiedo, non è vero?"

"Sì, maestà. Che i figli che nasceranno dalla vostra regina siano da tutti considerati vostri."

"E accetti?"

"Certamente, maestà. Sarò fedele a questo patto, che mi permetterà di stare accanto alla persona che amo."

"Bene, siimi fedele e non te ne pentirai."

"Volete un giuramento, maestà? Sono pronto."

"Sì. E Guntar con Waltha ci saranno testimoni."

Dopo che Markus ebbe giurato fedeltà al re, questi gli indicò il passaggio segreto che l'avrebbe portato nella camera da letto della regina e gli raccomandò di non rivelarlo a nessuno per nessun motivo.

Più tardi andò, da solo, dalla principessa Flora.

Anche a lei disse del passaggio segreto: "Ho incontrato poco fa il vostro amante. Mi sembra una persona gradevole e a modo. Sarà il padre dei miei figli. Se saprà stare al suo posto, vi prometto che avrà sempre un trattamento di riguardo."

"Non dubitatene. Entrambi vi siamo infinitamente grati per aver reso possibile il nostro amore. Senza di voi, eravamo due amanti senza speranza se non la morte. Voi ci avete donato la vita."

"Bene. Voi dovrete stare al mio fianco, e allevare i figli che mi darete, ma sarete libera, qui nella vostra stanza, di intrattenervi col vostro Markus come e quando vorrete. Ma solo qui nella vostra stanza, lo capite?"

"Certamente, maestà."

"E nessuno, neanche le vostre dame dovranno sapere di questo nostro patto e del vostro amore per il menestrello..."

"Oh, maestà... Una sola delle mie dame ne è al corrente: è stata sempre la mia confidente..."

"Potete contare sulla sua discrezione?"

"Assolutamente, maestà."

"Bene. Ma che sia l'unica a saperlo, d'ora in poi."

"Certamente, maestà."

"Ufficialmente sarete mia moglie e dovrete comportarvi come tale, in pubblico e a corte."

"Sarò sempre ai vostri ordini, maestà..."

"Molto bene. Anche io mi comporterò come il migliore dei mariti, nei vostri confronti."

"Vi ringrazio, maestà."

Niels tornò soddisfatto nella sua stanza, dove Guntar lo attendeva. Si abbracciarono e si baciarono.

"Domani la sposerò e la incoronerò regina. Ma sai che nel mio cuore ci sei solo tu, vero?"

"Sì, amore mio. Ma ora lasciati togliere questi abiti e lasciati amare... lo sai che ti preferisco nudo, no?"

"Anche io. Mi piace sentirmi desiderato da te..."

"Non ti stancherai mai di me?"

"E tu di me?" chiese con un sorriso dolce Niels carezzando lieve i genitali turgidi dell'amante.

"Il giorno in cui mi stancherò della vita." rispose Guntar tirandolo a sé e abbracciandolo.

"A te piacciono i ragazzi giovani... io sto diventando adulto, ormai..."

"E sempre più desiderabile: mi piace la tua virilità, il tuo corpo sempre più adulto. La gioventù è come un fiore, bello da vedere, da odorare, ma passa. La maturità è come un frutto dolce da assaporare e di cui non ci si stanca mai..."

"E ti piace assaporare questo frutto?" chiese con un sorriso provocante Niels.

"Sì... e non mi stancherò mai di assaporarti. Vieni qui, amore mio, lascia che io ti colga."

"Sono tuo, lo sai. Sono tutto tuo, prendimi, fammi sentire quanto mi vuoi."

I due si strinsero, mentre Guntar lo guidava sull'ampio letto e lo piegava con dolcezza al proprio desiderio.

Fecero l'amore a lungo, dimentichi di tutti e di tutto, prendendosi e donandosi a vicenda pieni di passione gioiosa.


Tutto andava bene. Niels era amato dai sudditi, rispettato dai re vicini, ammirato da tutti per la saggezza con cui guidava il regno nonostante la sua giovane età. Con la regina Flora erano diventati come due fratelli e era diventato amico di Markus che era un giovane di ottimo carattere, allegro e piacevole e che sapeva stare al suo posto.

La regina Flora partorì il primo figlio, un bel bambino sano e robusto, a cui Niels diede il nome di Norman e a cui si affezionò subito moltissimo. In quell'occasione il re elevò Markus al grado minore della nobiltà.

Un giorno, il cavaliere Kim, tornando a corte dopo un lungo viaggio nei regni vicini, chiese udienza al re. "Sire, ho una notizia da darvi."

"Dimmi, mio fido Kim."

"Io... ho incontrato vostro fratello Bjorn."

"Ah, davvero? E come sta? Che fa?" chiese subito Niels.

"Ecco... fa il... ragazzo di locanda..."

"Il ragazzo di locanda?" chiese stupito Niels, ricordando quando era lui a sopravvivere in quel modo, "E come mai?"

"Nessuno gli ha creduto quando diceva di essere il figlio di re Harold... così..."

"Ma sta bene? Gli hai parlato?"

"Sì. Aveva passato la notte con il mio scudiero e quando il mattino sono andato a chiamarlo, ho riconosciuto il giovane che stava nel suo letto e lui ha riconosciuto me. Non sta male. Certo, ha molta nostalgia della sua terra. È bello, come sapete, molti ospiti delle locande richiedono i suoi servizi e mi dice il mio scudiero che... è molto bravo, a letto. Ma vorrebbe poter tornare."

Niels rifletté. Quando il vecchio veggente gli aveva detto di essere magnanimo col fratello, intendeva riferirsi a questo? Ne parlò con Guntar e, assieme, decisero di mandare qualcuno a cercarlo per riportarlo indietro: Niels era disposto a dargli il perdono.

Mandarono Waltha con Erin, un giovane cavaliere appena tornato dal suo viaggio di probandato, i loro scudieri e due servi. Su indicazione di Kim, i sei iniziarono a cercare Bjorn dove era stato visto l'ultima volta. Finalmente Waltha lo riconobbe. Erin, allora, che non era conosciuto da Bjorn, lo accostò e gli chiese di passare la notte con lui. Bjorn accettò. Fecero l'amore. Poi Erin gli disse che sapeva chi era lui e gli chiese se volesse tornare nella sua terra: gli disse che molti cavalieri e nobili sarebbero stati disposti a ridargli il trono.

Bjorn scosse il capo: "Mi piacerebbe tornare nella mia terra, ma non a costo di congiure, sangue, guerra. Lasciami andare per la mia strada. Dimentica di avermi incontrato."

Erin insisté ma Bjorn fu irremovibile.

Allora Waltha gli andò a parlare e gli disse che re Niels era disposto a dargli il perdono.

Così Bjorn tornò, chiese perdono a Niels e i due fratelli si pacificarono.

Niels diede a Bjorn un castello e delle terre e questi andò a vivervi.

Tutti ammirarono la magnanimità di Niels e la sua forza dimostrata nel saper perdonare.


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