LA CASA DEI MASCHI CAPITOLO 7 - DOCCE SEPARATE

Il viaggio di nozze è finito. Tornati a casa, si sistemano.

Fiore e Daniele stanno cercando il modo di dire alle loro donne che faranno la doccia assieme, quando Elvira dice: "Sai Fiore, io e Lidia abbiamo deciso che ci faremo la doccia assieme, così ci possiamo lavare la schiena..."

"Ah, giusto, una buona idea... e si risparmia pure l'acqua calda, così." dice Fiore cogliendo la palla al balzo, "Devo proporre a Daniele la stessa cosa..."

"Eh, sì. E magari noi due usiamo sempre la doccia e il bagno di qua e voi due quelli di là, anche per farvi la barba, almeno c'è meno casino..." dice Elvira pratica.

Fiore gongola: come è stato facile! Lo va a dire subito a Daniele.

Questi nota: "Possiamo farla mentre la fanno loro... così se anche... non ci sentono..."

"Giusto... Una volta chiuse le porte... Questa è sistemata."

"E noi siamo gente pulita... la doccia la faremo spesso..."

"Il lavoro dei campi sporca, dovremo farla ogni sera..." i due ridono come ragazzini.


Sono nudi, davanti allo specchio, si stanno facendo la barba e si guardano di tanto in tanto sorridendo. Le donne ci stanno secoli, nel bagno. Gli uomini di solito sono veloci. Non Fiore e Daniele. Si sciacquano il volto, si asciugano, si spalmano la lozione. Fiore carezza Daniele fra le gambe, il membro si rizza subito fiero. Si accoccola davanti al suo giovane uomo, glielo prende fra le mani, lo lecca. Daniele allarga un po' le gambe, si appoggia al lavandino, si gode quel piacevole fuori-programma. L'amore lo faranno stasera, dopo il lavoro nei campi, sotto la doccia. Fiore glielo prende tutto in bocca, facendoselo scivolare lentamente fra le labbra. Daniele gli carezza i capelli con affetto.


Nell'altro bagno, Elvira e Lidia si pettinano i lunghi e bei capelli, in sottoveste.

Lidia dice: "Sai, non mi sono venute questa volta..."

"Davvero? Magari solo un ritardo..."

"Dovevano già essere venute da una settimana..."

"A me domani... ma sei contenta?"

"Sì..."

"L'hai detto, a lui?"

"Non ancora, voglio essere sicura, prima."

"Sai che in farmacia vendono un prodotto per capirlo? Perché non ce lo compriamo?"

"Una buona idea. Ah, sai, a Daniele è venuto il pallino della caccia..."

"Ah sì? Allora vedrai che verrà pure a Fiore. Beh, sai, hanno bisogno di svagarsi. E almeno mangeremo un po' di buona selvaggina..."


È sera. I quattro tornano dai campi, affaticati, sereni. Salgono in casa. Le due donne vanno nel loro bagno, i due uomini nel loro. Si spogliano, si infilano sotto l'acqua calda, cominciano a insaponarsi a vicenda. è bello far scivolare le mani insaponate sul corpo sodo e muscoloso dell'amante, sentirsi le mani dell'amato sul corpo. Si stringono, si strofinano l'uno contro l'altro i copri scivolosi, le erezioni prepotenti. Riaprono il forte getto che toglie la schiuma e massaggia la loro pelle, si baciano.

"Ti amo, Daniele."

"Ripetilo!"

"Ti amo!"

"Anch'io."

Le mani carezzano le natiche e i membri sodi, togliendo le ultime tracce di sapone. Fiore siede fra le gambe di Daniele e lecca goloso i bei testicoli, le cosce, le natiche, poi l'asta. La lecca su e giù, la mordicchia lieve, la prende fra le labbra, la ingolfa fino a sentirne la punta in gola, poi inizia a muovere il capo avanti e dietro, muovendo la lingua contro la punta infocata. Daniele freme, gli tremano le gambe per il piacere. Quando il piacere diventa troppo forte, si sfila dall'amato, lo fa alzare.

Si baciano di nuovo, poi è Daniele ad accoccolarsi fra le gambe di Fiore: gli lecca il ventre teso, gioca con la lingua nell'ombelico, scende a leccare l'inguine e sente il palo sfregargli sulle guance, scende a suggere un testicolo, poi l'altro, lecca golosamente l'asta. Fiore gli prende il capo fra le mani, gli punta il bel palo sulle labbra che l'amico schiude, glielo infila dentro. Daniele lo sugge con piacere crescente e con le mani sale a stuzzicare i capezzoli del suo maschio. Questi trema per il piacere, chiude gli occhi e pensa che è fortunato ad avere un amante così.

Un improvviso bussare frenetico alla porta li fa staccare precipitosamente.

Fiore chiude l'acqua e chiede ad alta voce: "Che c'è?" seccato per quell'interruzione inopportuna.

Sente le voci eccitate delle due donne che dicono qualcosa, sembrano allegre.

"Non capisco, non capisco..." grida Fiore.

La voce di Lidia forte e chiara: "Daniele, aspetto un bambino!"

"E me lo dici così?" grida questi, però compiaciuto.

"Ci sciacquiamo e usciamo!" grida Fiore.

"Vi aspettiamo di là!" grida Elvira.

I due si guardano, Fiore sorride a Daniele.

"Andiamo, papà!"

Si asciugano, si rivestono. Raggiungono le due donne.

"Allora?" dice allegro Daniele.

"Aspetto un bambino." dice Elvira.

"Ma come? Non era Lidia ad aspettarlo?" chiede Daniele leggermente deluso.

"Anche. Lo aspettiamo tutte e due!" risponde Elvira.

I due giovani abbracciano le loro mogli, poi le loro sorelle. Fiore tira fuori il moscato bianco per brindare.

"Facciamo proprio tutto assieme, noi due, eh?" dice allegro Fiore.

Daniele annuisce sorridente. Brindano.

"Come li chiamiamo?"

"Non sappiamo ancora se sono maschi, o femmine, o uno e una."

"Prepariamo due nomi maschili e due femminili..."

"E li faremo anche battezzare assieme..."

Le voci si mescolano, si sovrappongono in una confusione felice.


I piccoli Dario e Felice compiono un anno. Fiore e Daniele stanno facendo la loro consueta doccia serale.

Mentre si insaponano e si carezzano a vicenda, Daniele dice: "Però, quando cominceranno a essere grandicelli, dovremo farli lavare con noi... Bella fregatura, no?"

"Ma no. Prima li laviamo, poi li mandiamo fuori e ci laviamo noi e facciamo il resto." dice Fiore.

"Mah, non so; forse dovremo trovare un'altra soluzione."

"Comunque, fino a ora, non ci poteva andare meglio di così. E, per allora, forse un'altra idea ci può anche venire. Godiamoci il presente, no?"


Dario e Felice hanno quattro anni, Alberto e Ivano ne hanno due e le due donne sono di nuovo in felice attesa. I due uomini sono nella loro stanzetta in città: nel piccolo frigo hanno già riposto la selvaggina da portare trionfalmente a casa. Sono a letto, hanno appena fatto l'amore.

"Sai Daniele, mi chiedevo se anche questa volta saranno due maschi."

"Mi sa di sì, che noi due siamo capaci di fare solo maschi."

"E di' un po', se per caso due dei nostri figli si innamorassero come noi due?"

"Io sarei contento. Fossero un maschio e una femmina essendo cugini sarebbe un problema, ma essendo due maschi..."

"Ma credo che noi non verremmo mai a saperlo."

"E perché no?"

"Immagina, per esempio, se mio padre e tuo padre fossero amanti: noi non sappiamo niente di loro e loro non sanno niente di noi. Dovrebbero cavarsela da soli come ce la siamo cavata noi... Ehi, perché ridi?"

"Stavo pensando a mio padre e tuo padre: non ce li vedo proprio a fare l'amore fra loro."

"Magari anche i nostri figli rideranno pensando la stessa cosa. Guarda che diventeremo vecchi noi pure."

"E continueremo a fare l'amore pure da vecchietti." dice sorridendo Daniele mentre cominciano a rivestirsi per tornare in paese.


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