LA CASA DEI MASCHI | CAPITOLO 3 - FIORE E DANIELE |
Finché aveva Bruno, non è che Fiore avesse mai guardato altri ragazzi per fare l'amore (Bruno gli aveva spiegato che non era un gioco ma una cosa seria): gli bastava Bruno, gli piaceva. Ma ora, di mano in mano che passano i giorni, gli manca. Inevitabilmente, e in un primo tempo inconsciamente, comincia a guardarsi intorno con altri occhi: gli occhi del desiderio. I suoi fratelli, anche se Bruno aveva imparato così, gli mettono soggezione: sono tutti più grandi. Gli altri ragazzi, ce n'è uno o due che gli piace, ma non è che abbia tante occasioni per starci solo, non è che ci sia sufficiente intimità per tentare qualcosa. Fiore torna al rifugio e si masturba, sognando i bei momenti che ci aveva passato con Bruno. Passano alcuni mesi. Bruno non sa scrivere, perciò non manda notizie. In Fiore il desiderio di un contatto fisico aumenta. Ma non sa proprio che fare. Viene l'estate. Bruno deve andare al paese vicino a fare certe commissioni per il padre. Invece di prendere la bicicletta e fare la nazionale, decide di tagliare per la collina: il tempo è piacevole e si farà una bella camminata. Taglia per i campi, passa il boschetto, sale fino ai ruderi del castello e scende verso l'altro paese. Attraversa la forra, gira verso la cappella di San Fermano, cerca il guado del torrente quasi asciutto. Si sente bene, forte, pieno di vigore e di vita. Arriva fino alla cascatella, ridotta a un filo: là si passa bene. Sta saltando lieve di pietra in pietra quando sente risatine sommesse. Si ferma. Vengono da dietro quei pietroni. Incuriosito, li aggira cercando con lo sguardo e si ferma con gli occhi sbarrati: c'è una polla d'acqua chiara e dentro, nudi come mamma li ha fatti, ci sono il suo amico Daniele con suo cugino Giovanni: questi sta ritto con l'acqua fino alle ginocchia, le gambe larghe, mentre Daniele gli sta accucciato davanti, l'acqua fino alle ascelle, e succhia di buona lena l'asta dritta del cugino! I due non hanno visto Fiore e continuano imperterriti; questi si acquatta dietro un cespuglio trattenendo il respiro. Giovanni non gli piace, ha la sua stessa età, ma ha un corpo tozzo, e poi è sempre stato un prepotente. Daniele invece ha solo quindici anni ma ha un corpo già maturo, notevolmente bello. Ed è anche simpatico, sempre allegro, la battuta pronta, lo sguardo da monello. Gioca nella squadra di calcio della parrocchia, come il cugino. Fiore si sente geloso del cugino: vorrebbe esserci lui al suo posto. Sente il cugino che dice: "Dai, Daniè, mungi, mungi che fra poco esce il latte!" Daniele mette le mani sulle chiappe dell'altro e gli dà sotto, Giovanni gli afferra la testa e comincia a muovere veloce il bacino avanti e dietro: "Dai Daniè, mo vengo... bevi 'sto latte che ti fa bene... ti fa crescere... Bevi Daniè... beeeeeviiii!" Ecco, è finito. Daniele s'alza in piedi e Fiore ne ammira la stanga dritta, più grossa persino della sua e si sente l'acquolina in bocca. Daniele se lo prende e comincia a menarselo velocemente. Ma come? pensa stupito Fiore, Giovanni non glielo succhia? Quel ben di dio? Ci fossi io là! Cazzo quant'è bello Daniele! Lo guarda venire: un getto di bianche perle luminescenti compie un arco nell'aria, cade in acqua. Il corpo di Daniele freme. Poi torna la calma. Giovanni, che l'ha guardato con un sorrisetto, gli dice: "Sai che ti dico, Daniè: che ci si dovrebbe vedere più spesso. Lo succhi che pari nato apposta." "Sì, però tu mica mi fai divertire a me. Ti fai succhiare e non fai niente." "Embeh? A te ti piace, no, abboccare a 'sto salsicciotto!" "Mi piace, mi piace. È l'unica cosa che mi piace di te, Giovà! Ma stavo meglio con Mario, prima che se ne andasse in città." "Mario... sì... te le ricordi, che partite a tre? C'aveva un gran bel cazzo, quello, sempre in tiro..." dice mentre, usciti dall'acqua, si rivestono. Cavolo, pensa Fiore, ma mezzo paese le fa quelle cose! E io che credevo d'essere solo! Aspetta che i due si allontanino ed esce dal suo nascondiglio. Ce l'ha duro, se lo tira fuori e si masturba, ripensando a Daniele, e gli si forma in mente un piano. La domenica, lo aspetta dopo messa. Riesce ad appartarsi con lui. "Daniele, ho saputo che ti piace il latte." gli dice con un sorrisetto allusivo. L'amico lo guarda e dice "Beh?" "O preferisci i salsicciotti?" chiede Fiore sicuro di sé. Daniele lo guarda di nuovo, poi dice, un po' incerto: "Pure..." "E magari meglio di tutti, i salsicciotti che danno latte, no?" Daniele abbassa la voce: "Chi te l'ha detto? Quel fottuto di Giovanni?" "No. Solo che..." "Che?" "L'altro giorno vi ho visti là vicino alla cascatella." Daniele sbianca. "Mica andrai a dirlo in giro, adesso, no?" "E che, sono scemo? Solo che..." "Solo che?" "Ecco, mi chiedo che ci trovi tu in mio cugino." "Beh, sai, è meglio che niente." "Non ti andrebbe di farlo con me, piuttosto?" butta lì Fiore e sente che il cuore gli batte. L'altro sorride: "Magari... Pure a te piace?" "Eh, e io lo farei pure a te." "Dici sul serio? Me l'abboccheresti?" chiede il ragazzo interessato. "Sì, basta che non dici niente a Giovanni, non mi piace, mio cugino." "Ci metto firma! Quando? Dove?" "Perché non andiamo a casa mia, dopo la partita?" Così, quello stesso pomeriggio, Daniele si presenta sull'aia di casa di Fiore. "C'è Fiore?" chiede ad alta voce. Il ragazzo esce immediatamente: "Eccomi... Ma', vado a fare un giro con Daniele, io!" grida verso l'interno. "Va bene." risponde la madre. "Andiamo..." "Dove?" "Zitto e vieni..." Girano dietro la casa, oltrepassano la stalla e l'aggirano. "Vedi quella finestrella? Io adesso m'arrampico e t'aspetto dentro. Sta attento che non ti vede nessuno, poi vieni... capito?" "Eh, sì..." risponde l'amico con un sorrisetto complice. Sono dentro. Fiore blocca la finestrella. Daniele vede il giaciglio, capisce e sorride. "Ma se viene qualcuno?" sussurra Daniele guardando l'amico che si sta spogliando. "Di qui non entrano e dalla stalla neppure." Daniele si spoglia a sua volta. "Ma se arrivasse qualcuno in stalla?" chiede ancora. "Non ci può vedere. Basta che non facciamo rumore e che aspettiamo che esce." I due ragazzi si contemplano: è chiaro che si piacciono, lo dimostrano le loro erezioni incipienti. Fiore fa sdraiare l'amico. "Che facciamo?" chiede Daniele eccitato. "Adesso lascia fare a me." dice Fiore e si china su di lui e comincia a leccarlo come faceva con Bruno. A Daniele piace un sacco, e, a differenza di Bruno, anche lui si mette subito a leccare e carezzare il corpo di Fiore. Le loro membra si intrecciano, si cercano, si sfregano. Daniele si impadronisce con la bocca dell'asta dell'amico e questi fa subito altrettanto: i loro corpi formano come un cerchio e il piacere fluisce in questo cerchio, dall'uno all'altro. È un crescendo di emozioni. I due giovani corpi vibrano, all'unisono. Fiore si stacca. Daniele tira su la testa: "Perché?" chiede stupito in un sussurro, "stava diventando sempre più bello, Fiore..." "Daniele... ti va di mettermelo qui?" chiede Fiore toccandosi il sedere. L'amico sgrana gli occhi: "Eh? Mettertelo in culo?" chiede con voce bassa, trattenuta. "Sì. Ti va?" "Non lo so... non l'ho mai messo. E manco preso, però. Dopo... me lo vuoi mettere tu, no?" "No, non m'importa, a me mi piace a prenderlo. Perché non ci provi?" "Beh... e perché no?" dice Daniele leggermente incerto, ma interessato. Fiore prende lo scatolino che Bruno ha dimenticato, gli spiega cosa e come deve fare, si mette a quattro zampe. Sente l'amico trafficare, prepararlo, addossarglisi, spingere, scivolargli dentro. "Ooooh, Fiore.... che bello..." ansima eccitato l'amico. "Sì, vero?" dice Fiore felice: gli piace sentirsi finalmente di nuovo riempire, "Su dai, adesso muoviti avanti e dietro... montami, dai!" lo incita. Daniele non si fa pregare. Daniele ha un anno meno di lui, ma un gran bel batacchio. Glielo agita dentro con entusiasmo, con vigore, mentre gli palpa e carezza il corpo. Fiore se lo gode e pensa che è stato fortunato: Daniele è pure meglio di Bruno! Fiore sente che l'amico sta per venire. Aspetta contento. Daniele gli si aggrappa sul corpo, spinge con furia, viene, mugolando basso il proprio piacere. Poi si stacca da lui ansante. "T'è piaciuto Daniè?" "Eccome... e a te?" "Pure." "Ma te mica sei venuto..." dice Daniele palpandogli l'asta dritta e fremente e guardandolo, "se vuoi provare a mettermelo..." "No... fammi venire con la bocca..." "Certo." dice pronto l'amico chinandosi su di lui e mettendosi golosamente a succhiarglielo. Fiore chiude gli occhi: è proprio bravo Daniele, gli sta facendo un lavoretto coi fiocchi... "Ecco... ecco..." geme Fiore inarcando le reni e getti di tiepido seme sgorgano e Daniele li beve a grandi sorsate. Sugge fino all'ultima stilla. Poi si tira su con aria soddisfatta: "Mica mi vede più Giovà... con te sì che è bello! Di', mi ci vuoi ancora, qui con te?" "Certo. Mi piaci." "Ma di' un po'... è bello a sentirselo dentro? Là dietro, voglio dire?" "A me mi piace un sacco." "Mi sa che ci voglio provare anch'io, sai, magari la prossima volta." "Ma le prime volte fa un male cane. Solo dopo ci s'abitua e diventa bellissimo. Io ci ho messo più di un mese..." gli dice con franchezza Fiore. "Ma tu ti ci sei abituato, no? E ti piace, no?" chiede Daniele carezzandogli il petto. "Sì, certo, è così." "E allora, ci posso riuscire anch'io: ho visto quanto ti piaceva. E poi, tu mica sei come Giovà: quello, pensa solo a godere lui." La volta dopo, Daniele si prepara a perdere la propria verginità. Fiore è un po' timoroso. Lo prepara a lungo, poi ci prova. Spinge, sente resistenza, questo lo eccita. Spinge con più forza e sente l'altro cedere a poco a poco e gli si incunea dentro appena un po'. "Aaah" geme Daniele. "Fa male? Mi levo?" chiede preoccupato Fiore anche se non ha nessuna voglia di togliersi. "No... Un po' fa male, ma mi piace. Spingi dai!" Fiore è contento, eccitato. Riprende a spingere e sente un gran calore, bellissimo. Spinge e gli affonda dentro, con difficoltà ma entra. Le sensazioni sono sempre più forti. Carezza il corpo dell'amico, gli palpa i genitali e sente che non gli si sono ammosciati, segno che il piacere è più forte del dolore. Allora spinge con più vigore, ancora poco e sarà tutto dentro. Le sensazioni sono fortissime. Prima di riuscire ad arrivare in fondo, Fiore esplode in un orgasmo fortissimo. "Sei già venuto?" chiede l'altro leggermente deluso. "Sì, non gliel'ho fatta, era troppo bello." Si staccano. Daniele lo abbraccia e si stendono. "Ti ho fatto male, vero?" chiede Fiore sommesso. "Sì, ma mica m'importa. Mi abituerò, no? T'è piaciuto?" "Sì." "Pure a me mi piaceva, sai. Lo faremo ancora, vero?" "Certo." dice Fiore con un sorriso. Daniele gli accosta il viso al suo e lo bacia sulla bocca. Bruno non lo baciava mai, gli piace. Risponde al bacio, le loro lingue si cercano: è bello. "Chi t'ha insegnato a baciare?" "Nessuno: ho visto che fra innamorati lo fanno e ho pensato che deve essere bello." "È bello sì. Ma allora, anche noi due siamo innamorati?" "Una specie. Tu mi piaci un sacco, Fiore." "E tu mi piaci a me, Daniele." "Lo faremo sempre insieme, vero?" "Certo." "Ma solo noi due, con gli altri no, me lo prometti?" "Tu non ci vai più con Giovà?" "Certo che no." "Allora, te lo prometto." Bruno, finito il servizio militare, non torna al paese: ha trovato lavoro in città. Ma a Fiore non dispiace. In paese tutti sanno che Fiore e Daniele sono diventati amici per la pelle, inseparabili. Nessuno sospetta che in realtà sono diventati amanti. I due ragazzi, circa un paio di mesi dopo il loro primo incontro clandestino, si sono accorti che quello che facevano non era solo per divertirsi, ma che si volevano bene. Daniele per primo aveva usato quella parola: "Fiore, se ti dico una cosa, non ti metti a ridere?" aveva detto. "No, te lo prometto." "Io stavo pensando: ma noi due, adesso, non siamo diventati due... amanti?" Fiore ci pensò su un po', poi disse: "Eh, mi sa di sì. Amanti segreti." "Ma allora... mi giuri che staremo sempre insieme?" "Sì, è naturale: Fiore e Daniele, per sempre." Fiore compie diciassette anni, Daniele sedici e smette di andare a scuola. I due continuano nei loro incontri clandestini. Una volta, Daniele sta steso sulla schiena e Fiore gli è sopra, che lo stringe e lo bacia, Daniele istintivamente cinge con le gambe la vita del suo ragazzo. Fiore sente che il suo palo dritto e duro scivola fra le gambe di Fiore, sfrega sul culetto e pensa che potrebbe forse prenderlo così, da davanti. Ci prova. L'altro capisce e lo asseconda immediatamente. Non ci riescono subito, finché Fiore intuisce che deve prendere le gambe dell'amico sulle spalle. E finalmente gli scivola dentro con una facilità e un piacere enormi. Ai due piace: si possono guardare in viso, carezzare il petto, baciare senza dover fare contorsioni. Il loro modo di unirsi, così, cambia, con reciproca soddisfazione. Fiore compie diciotto anni, Daniele diciassette. Il loro compleanno è a sole due settimane di distanza e hanno deciso di festeggiarlo assieme: gli sembra di essere più uniti, così. Nessuno dei due ha la ragazza, ma lì in campagna sono pochi i ragazzi della loro età ad averla, così a nessuno pare strano. A loro non interessa. Stanno troppo bene assieme. Stanno crescendo forti e belli. Si piacciono sempre più. Quando c'è la festa del paese, vanno a ballare, ci vanno tutti. Mentre ballano ognuno con una ragazza, si guardano di tanto in tanto. Senza bisogno di fare nessun segno, basta che i loro occhi si incontrino, sanno che dopo il ballo andranno al loro rifugio a fare l'amore. Ormai si capiscono al volo. Ognuno sa intuire il desiderio negli occhi dell'altro e s'accende subito d'altrettanto desiderio. Le ragazze con cui ballano sentono, col corpo, il risveglio del loro cavaliere, e sono contente, illudendosi di esserne loro la causa. Restano deluse quando i due ragazzi ringraziano cortesemente e le lasciano per chiedere il ballo seguente a un'altra. Non capiscono. Non sanno che i due lo fanno apposta: non vogliono legarsi a nessuna, illudere nessuna. Ne hanno parlato fra loro, hanno deciso così.
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