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una storia originale di Andrej Koymasky


IL MERCENARIO
E IL FRATE
DUE - NEIL SI SCEGLIE AUGUSTIN

Neil, quando aveva visto entrare nell'abside il novizio malato, sorretto dal monaco e dall'altro novizio, era subito rimasto colpito. L'altro novizio, quello che assisteva il malato, se aveva capito bene doveva chiamarsi Augustin. Era un ragazzo dal volto angelico, bellissimo, puro, eppure sensuale. Labbra piene e colorite, volto ovale, capelli finemente ondulati e neri, occhi luminosi sottolineati da due sottili e lunghe sopracciglia, ben divise, e da lunghe ciglia nere.

Neil ne fu subito conquistato, e pensò che doveva a tutti i costi avere quel ragazzo. Sperò che nessuno lo scegliesse prima di lui, ma se fosse capitato, era disposto a contrattare col collega pur di averlo. La tonaca non ne lasciava indovinare la forma del corpo, ma il volto e le mani erano più che sufficienti per fargli ribollire il sangue.

Per tutto il tempo Neil non fece che guardare quel ragazzo. Sì, doveva avere Augustin. E, visto che era un novizio, e che quindi non aveva una propria stanza, doveva o trovare una stanza nella foresteria, o, se fossero già state tutte occupate, sloggiare dalla propria stanza uno dei monaci che nessuno si fosse scelto per fottere.

Quasi non guardò la scena della fottuta dell'abate. Tutta la sua attenzione era rivolta al dolce Augustin. Questi non aveva mai guardato verso di lui: un po' guardava con preoccupata attenzione il suo compagno malato, un po' la scena dei due soldati che fottevano l'abate. Quando era cominciata questa scena, il ragazzo era arrossito, ma non aveva distolto lo sguardo. Quel rossore l'aveva fatto diventare, se possibile, ancora più desiderabile agli occhi di Neil.

Poi, finalmente era cominciata la scelta delle "camere". Qualcuno di quelli prima di lui scelse di dormire da solo in foresteria, ma pochi. I più si scelsero un ragazzo o un giovane frate. Man mano andavano a sistemarsi, in modo di essere pronti per l'ora di cena. Nessuno ancora aveva scelto Augustin, e Neil ne fu da una parte contento e dall'altra stupito. Il ragazzo era così bello che gli sembrava impossibile che nessuno l'avesse ancora scelto.

E finalmente il capitano chiamò il suo nome. Neil avanzò verso il ragazzo, guardandolo negli occhi. Ora anche il ragazzo, serio, guardava nei suoi. Quando Neil fu di fronte ad Augustin, il ragazzo si alzò in piedi, senza dire nulla.

Mentre il capitano chiamava un altro nome, Neil chiese al ragazzo: "Tu non hai una camera tua, vero?"

"No, señor." rispose Augustin quasi sottovoce.

Anche la voce del ragazzo era bella, carezzevole e dolce, e a Neil sembrò anche sensuale. Gli sorrise, ma il ragazzo rimase serio, sempre continuando a guardarlo dritto negli occhi.

"Allora, portami a vedere se ci sono ancora camere libere nella foresteria." disse il mercenario.

"Sì, señor. Marcos, ti occupi tu di lui?" chiese a un altro dei giovani frati, indicando il compagno malato. Poi rivoltosi al mercenario, "Venite." disse il ragazzo e si avviò.

Neil lo seguì e ne osservava la nuca perfetta, sensuale anche quella. Dentro di sé sperò che la loro sosta in quel posto non fosse troppo breve. Voleva godersi quello splendido ragazzo il più a lungo possibile. Passarono porte e corridoi. Il giovane frate camminava lieve e sicuro, e la sua tonaca frusciava appena, mentre gli scarponi del soldato sollevavano secchi e duri echi fra le antiche mura. Finalmente arrivarono nella foresteria, che risuonava dei rumori di quelli che già si stavano installando.

"Ecco, señor, questa stanza è ancora libera." disse il ragazzo.

"Bene, entriamo." rispose Neil. "Chiudi la porta a chiave." disse poi. Estrasse dal suo sacco la scatoletta della vaselina e la confezione di preservativi e li posò sul comodino, poi si mise a sedere nel centro del letto. Non era molto grande, quel letto, ma per scopare sarebbe andato bene. E anche per dormire, se avessero dormito abbracciati, e l'idea non gli dispiaceva affatto. "Vieni qui, ora." disse quando il ragazzo ebbe chiuso la porta.

Augustin gli arrivò di fronte e si fermò, guardandolo sempre dritto negli occhi, sempre serio.

"Spogliati nudo, voglio vedere come sei fatto, sotto quella sottana." disse Neil in un tono di comando ma nello stesso tempo quasi gentile.

Il ragazzo si sfilò il nero scapolare e lo posò su una sedia. Poi si sfilò la tonaca nera, la piegò e la mise anche sulla sedia. Ora indossava solo un paio di larghi calzoni di panno marrone, lunghi fino al ginocchio, e una vecchia t-shirt rammendata. Le gambe nude, fra il ginocchio e le caviglie, erano lievemente pelose. Si sfilò la t-shirt. Il petto era glabro, come piaceva a lui, e anche le braccia. I capezzoli piccoli e rosei, leggermente ovali. L'ombelico incavato in un ventre liscio e piatto. Neil si stava eccitando, la sua erezione premeva con forza contro i panni della sua mimetica.

Augustin si slacciò la cintura di corda intrecciata, si sbottonò i calzoni e se li sfilò. Sotto aveva un paio di mutande a mezza coscia, bianche. Il ragazzo si chinò a sfilarsi le scarpe, e anche le calze nere. Quindi, senza rialzarsi, prese ai lati le mutande e se le calò, sfilando anche quelle. Poi si rialzò dritto, completamente nudo, di fronte all'uomo. Neil finalmente poté vederne il membro. Era ancora morbido e pendeva, soffice da un folto di triangolo di ricci peli neri, fra le sue cosce anche leggermente pelose verso l'esterno ma glabre all'interno. Gambe e membro da adulto su un torso e un viso ancora da ragazzo. Delizioso, desiderabile, quasi troppo bello per essere vero. Ed era lì, tutto per lui.

"Girati." chiese l'uomo eccitato.

Augustin si girò. La schiena era ampia e dritta, la vita stretta, le natiche piccole e sode, perfette. Lo fece girare di nuovo. La pelle chiara contrastava piacevolmente col volto lievemente arrossato.

"Sei molto bello!" mormorò l'uomo.

"Grazie, señor." rispose il ragazzo quasi in un sussurro.

"Vieni a sederti qui sul letto, in grembo a me." disse l'uomo tendendogli una mano.

Il ragazzo sollevò un braccio, prese quella mano tesa, e Neil lo tiro lentamente a sé. Augustin salì sul letto e sedette in grembo al soldato, fra le sue gambe incrociate, fronteggiandolo, e allungando le sue gambe ai fianchi dell'uomo. Neil cominciò a carezzarlo per tutto il corpo, in modo intimo, lieve e sensuale.

"Mi piaci molto, Augustin." mormorò l'uomo emozionato, tentando di controllare il proprio bruciante desiderio.

Il ragazzo arrossì lievemente, e lo guardò negli occhi, senza rispondere. L'uomo lo continuo a carezzare con perizia, finché lo sentì fremere, e pur senza guardare in basso, capì che anche il ragazzo stava avendo un'erezione.

"L'hai già fatto con qualcuno?" gli chiese l'uomo a bassa voce.

"No, mai..." rispose il ragazzo in un sussurro. Poi aggiunse, sussurrando con voce ancora più bassa: "Ma l'ho desiderato... e ora saprò... saprò com'è."

"Non ti dispiace?"

"No, affatto."

"L'hai desiderato..."

"Sì, da un paio d'anni, o tre. Ma fino ad oggi... non immaginavo che anche qui dentro si facessero queste cose."

"Quanti anni hai, Augustin?"

"Diciotto, presto."

"Lo sai che sei molto bello? Sono contento di averti qui con me. Non hai paura, vero?"

"No, señor. Voi non sembrate cattivo."

"Ti piace, come ti tocco?"

"Sì, fin qui mi piace. Mi state facendo eccitare." mormorò e arrossì lieve, di nuovo.

Neil gli prese il volto fra le mani e, guardandolo in quegli occhi scuri ma brillanti come gemme preziose, gli disse: "Ti voglio baciare."

"Potete fare tutto quello che volete, sono qui per voi."

"Non l'hai scelto tu, ti ho scelto io."

"Ma io lo desideravo, vi ho detto. Non so se mi piacerà o no, ma come vi ho appena confessato... desideravo provarci."

"Vedrò di fartelo piacere, allora." mormorò l'uomo, compiaciuto.

Neil accostò il suo volto a quello del ragazzo, le loro labbra si incontrarono. Neil sfregò le sue contro quelle del ragazzo, poi le saggiò con la punta della lingua. Il ragazzo schiuse le labbra e sporse la sua lingua a incontrare quella dell'uomo. Neil la succhiò, poi spinse la sua nella bocca del ragazzo, che a sua volta succhiò la lingua dell'uomo.

Il soldato slacciò e si tolse il cinturone, si aprì la mimetica e tirò il ragazzo contro il suo petto forte, ora coperto solo dalla leggera maglietta verde. Lo baciò a fondo, e frattanto gli accarezzava la nuca, le spalle e la schiena. Il ragazzo fremeva e a tratti mugolava piano.

Quando si staccarono, il ragazzo gli chiese: "Perché non vi spogliate anche voi, señor?"

"Spogliami tu, ragazzo. Vieni, alziamoci in piedi."

Scesero dal letto. Augustin finì di slacciare la mimetica del soldato, anche ai polsi e alle caviglie, e la sfilò dal corpo dell'uomo. Quindi gli sfilò la maglietta. Neil lo guardava sorridendo: ora anche il ragazzo aveva una cospicua erezione. Ma aveva ancora un'espressione seria. Poi Augustin slacciò la fibbia e aprì i calzoni dell'uomo. Neil l'aiutò a sfilarli. Il ragazzo si accoccolò e gli slacciò gli scarponi, quindi glieli sfilò e gli tolse anche le calze.

"Avrei bisogno di un bel bagno..." si scusò l'uomo pensando che i suoi piedi non dovevano avere un buon odore.

"Non importa. Lo farete dopo." disse il ragazzo alzandosi.

Quindi slacciò anche le mutande dell'uomo e gliele calò fin sulle ginocchia. Le mutande scivolarono fin sulle caviglie di Neil, che se ne liberò con i piedi scalciandole via. Lo sguardo del ragazzo era ora fisso sul suo membro nudo, duro ed eretto.

"Ce l'avete grosso!" mormorò quasi con rispetto e timore.

"No, è medio. Altri miei compagni ce l'hanno più grosso del mio, ti assicuro. Hai paura che sia troppo grosso per te?"

"Forse... ma non importa."

"Non voglio farti male, ragazzo. Voglio godere con te, e farti godere con me." gli disse l'uomo carezzandogli i capelli.

"L'ho immaginato. A voi piacciono i ragazzi, vero?"

"Sì, e tu mi piaci da morire. Non ho mai visto, non ho mai avuto un ragazzo bello come te." disse Neil attirandolo fra le sue braccia e, stringendolo a sé, lo baciò di nuovo. Ora il ragazzo rispose al bacio con maggiore partecipazione. "Vieni, Augustin, torniamo sul letto." disse il mercenario quasi sottovoce.

Si stesero e Neil di nuovo lo abbracciò, andandogli sopra. Le loro erezioni si sfregarono una contro l'altra, si baciarono di nuovo.

"Mi farete provare veramente tutto?" chiese il ragazzo con un misto di timore e di anticipazione.

"Certo, veramente tutto. E tutto quello che io farò a te, dopo, tu lo farai a me." confermò l'uomo.

"Bene." sospirò lieve il ragazzo.

Neil scese a leccare e succhiare i piccoli capezzoli del ragazzo, poi li mordicchiò. Augustin gemette e inarcò il corpo.

"Ti ho fatto male?" gli chiese Neil.

"No... mi piace troppo. Non preoccupatevi, fate tutto quello che volete." rispose il ragazzo, rassicurato da quella premurosa domanda.

Neil scese pian piano, dapprima sul ventre, poi sul pube, poi fra le cosce del ragazzo, leccando, baciando, mordicchiando, succhiando, ma evitò i turgidi genitali. Augustin ora gemeva quasi in continuazione, in preda a un crescente piacere. E finalmente, facendogli allargare un po' le gambe, il mercenario iniziò a leccare e succhiare i piccoli testicoli sodi e il sacchetto teso contro la radice del membro, mentre con le dita gli sfregava i capezzoli turgidi. Il ragazzo sussultava per l'intensità delle sensazioni.

Poi Neil risalì lentamente lungo l'asta infocata del ragazzo, lecchettandola, si soffermò sul glande arrossato, quindi se la fece scivolare tutta in bocca con goloso piacere. Il ragazzo inarcò il corpo, tremando come la corda di un violino.

"Oh! È così, allora. È troppo bello!" mormorò con voce roca.

Neil mosse su e giù la testa, succhiando, muovendo incessantemente la lingua contro quella giovane e bella asta fremente, finché si rese conto che il ragazzo era pericolosamente vicino all'esplosione dell'orgasmo. Allora rallentò, pian piano abbandonò quell'ipersensibile asta, e torno su su, fino a stendersi di nuovo sul ragazzo, che baciò.

"Ti piace." disse l'uomo guardandolo negli occhi luminosi.

"Incredibilmente. Ma, anche a voi, piace?"

"Moltissimo. Hai un buon sapore, ragazzo. E sei tutto bello!"

"Non ripetetemelo troppe volte, o finirò col credervi." disse Augustin, e per un attimo un sorriso birichino baluginò nei suoi occhi.

"E devi credermi, ragazzo mio. Mi piaci troppo."

"Adesso... tocca a me, vero?"

"Sì, certo." disse l'uomo stendendosi a fianco del ragazzo, che gli salì sopra col suo corpo.

Il ragazzo rifece coscienziosamente tutto il percorso che l'uomo aveva compiuto su di lui. Neil era deliziato. Nonostante fosse in alcuni momenti maldestro, il ragazzo si stava dedicando a lui con vero entusiasmo e gli stava dando sensazioni forti e bellissime. Quando Neil lo fece smettere per non venire ancora, il ragazzo tornò su. Si baciarono ancora.

"Non sono granché bravo, vero?" chiese il ragazzo.

"No, per essere la tua prima volta, va più che bene. Ma a te, è piaciuto?"

"Un po' è strano, un po' è bello. Mi è piaciuto comunque sentirmi in bocca il... il vostro... coso."

"Il cazzo. Chiamalo come si deve." ridacchiò l'uomo.

"Non ci sono abituato."

"Mi sa che ti ci abituerai." mormorò l'uomo.

Poi Neil riprese il suo percorso, ma giunto alle cosce del ragazzo, gli fece sollevare le gambe e gliele spinse contro il petto, in modo di avere pieno accesso al piccolo e sodo sedere di Augustin. Frugò con il naso e con la lingua fra le natiche nervose, finché cominciò a lappare il foro nascosto. Augustin emise un forte gemito a con le due mani si divaricò di più le natiche per dare un miglior accesso all'uomo. Neil lavorò a lungo il foro, un po' con la lingua un po' con le dita, finché lo sentì pronto. Allora immerse un dito nel vasetto di vaselina, quindi lo sospinse pian piano dentro il foro vergine del ragazzo. L'ano si schiuse lentamente e accolse tutto il dito, mentre il ragazzo gemeva. Allora Neil iniziò a muovere il dito, cercando la prostata del ragazzo. La sentì e il ragazzo ebbe un soprassalto e gemette più forte. Neil mosse il dito avanti e dietro, sfregando sulla prostata.

"Oh, basta, per favore, basta!" disse il ragazzo.

"Ti da fastidio?" gli chiese l'uomo fermandosi.

"No, è che sto per eiaculare e so che voi ancora non volete, giusto?"

Neil sorrise: "Sì, giusto... Ma allora, ti piaceva?"

"Non ho mai provato niente di così forte, di così speciale. Sì, mi piace, fin qui. Ma... il vostro... cazzo è molto più grosso del vostro dito e..."

"Ti preparerò bene. Forse ti darà un po' fastidio all'inizio, forse ti farà anche un po' male, ma vedrai che poi ti piacerà. Almeno, di solito è così. Io non voglio farti male, comunque, ti voglio far godere."

"Ma siete voi quello che deve godere, no?"

"Ma se tu godi con me, il mio godimento è più forte, Augustin."

"Beh, sono forse stato fortunato a essere stato scelto da voi che vi piacciono i ragazzi. Un altro, penso, non avrebbe avuto tante attenzioni e tanta pazienza con me. Per questo vi ho confessato che mi sarebbe piaciuto provare." gli disse il ragazzo e questa volta sorrise dolcemente, per un attimo.

Neil lo carezzò e il ragazzo carezzò l'uomo.

Poi Augustin soggiunse, quasi pensieroso: "Avete un gran bel corpo, e anche un gran bel... cazzo."

Neil sorrise, soprattutto all'esitazione che il ragazzo aveva prima di pronunciare quella parola "sconcia" che comunque usava.

Così gli chiese: "Ti piace il mio cazzo?"

"Sì."

"Ne hai visti molti?"

"Solo il mio."

"Ma come, e quelli dei compagni?"

"Ci dobbiamo sempre cambiare in bagno. E le docce sono singole. Non li ho mai visti completamente nudi. Beh, poco fa ho visto quelli dell'abate e dei due soldati che lo hanno..."

"Che lo hanno fottuto."

"Si. E il vostro è il più bello."

"Anche quello dell'abate non era male."

"Forse. Chi l'avrebbe detto che anche lui... Ma sono contento di farlo con voi."

"Anche io. E lo sono tanto più visto che ti piace."

"Mi avreste preso anche se non mi piaceva?"

"Penso di sì. Da troppo tempo non ho più sesso, ne ho davvero bisogno."

"Beh, io da più di voi, da quasi diciott'anni!" sorrise il ragazzo.

Neil gli scompigliò i capelli. Augustin volle rifare all'uomo tutto quanto questi aveva fatto a lui. Poi di nuovo Neil si prese cura del ragazzo. Questa volta, dopo averlo preparato di nuovo a lungo, tentò di penetrarlo. Aveva le gambe del ragazzo sulle spalle e lo guardava negli occhi mentre a poco a poco aumentava la pressione.

"Rilassati, Augustin. Più ti rilassi e meno ti darà fastidio, e più ti piacerà. Rilassati..."

"Ci provo, ma non ci riesco." mormorò il ragazzo.

"Mettiamo più vaselina, allora. E tu, quando io spingo, prova a spingere come se dovessi andare di corpo. Forse così sarà più facile." suggerì l'uomo.

Finalmente l'ano del ragazzo iniziò a cedere e Neil si sentì accogliere a poco a poco nello strettissimo e infocato ricettacolo. Il ragazzo fece una lieve smorfia e l'uomo immediatamente si bloccò, in modo di dare il tempo al corpo del ragazzo, e soprattutto alla sua mente, di abituarsi a quell'inconsueta intrusione. Tutti e due iniziarono a sudare per la tensione, cercando Neil di controllarsi, Augustin di rilassarsi. L'uomo iniziò di nuovo a premere e conquistò un altro tratto dello strettissimo canale.

"Pare anche più grosso di quello che è..." disse il ragazzo sottovoce, quasi più a se stesso che all'uomo. Poi disse: "Ma va bene, potete continuare. Non è necessario che vi fermiate a ogni centimetro, sapete?"

"Ma se ti faccio male..."

"Ma avete detto che poi va meglio, no? Che ci si abitua, non è vero?"

"Sì, ma non in una volta sola... In più volte, ci si abitua."

"E voi, quanto vi fermerete qui?"

"Finché non ci chiamano altrove. Al limite potremmo dover partire anche domani."

"Allora ci conviene farlo spesso, no?" disse il ragazzo serio.

Neil sorrise: "Non chiedo di meglio, ragazzo mio."

"Vi piaccio davvero?"

"Moltissimo."

"Spingete, señor, entratemi tutto dentro. Se il vostro... cazzo tocca quel punto dentro di me, credo che mi piacerà, giusto?"

"Credo di sì." disse Neil riprendendo a spingere e affondando lentamente nelle carni infocate e dilatate, ma vogliose nonostante tutto, del ragazzo.

Sì era stato fortunato anche lui ad aver potuto avere Augustin, e non solo perché era molto bello. Ora che il glande era completamente entrato, il membro duro scivolava dentro senza più problemi. Neil si controllava per andare lento, ma vedeva che anche il ragazzo era più rilassato. Il soldato pensò che era troppo bello affondare in quel canale vergine, desideroso di essere conquistato. Per un attimo pensò che avrebbe rapito il ragazzo, che l'avrebbe portato via con sé. Finalmente il suo pube premé deciso contro le piccole natiche divaricate. Si fermò, respirò a fondo, quasi per riprendere fiato dopo la lunga fatica di quella lenta conquista. Il ragazzo fece palpitare l'ano.

"Come va, Augustin?"

"È strano... come se dovessi andare al gabinetto... ma non va male."

"È naturale, non ci sei abituato. Ma non ti fa male, vero?"

"Male no, solo fastidio. Ma sono anche contento di avervi dentro di me."

"Davvero? E perché?"

"Non lo so. Devo ancora scoprirlo. Forse, se lo faremo abbastanza spesso, abbastanza volte, lo capirò." mormorò pensieroso il ragazzo.

Neil gli sorrise. Poi, lentamente, iniziò a muoversi avanti e dietro, cercando di far sfregare la sua soda colonna di carne contro la prostata del ragazzo. Augustin spalancò gli occhi e socchiuse la bocca.

"Che c'è?"

"Il piacere... sta cominciando davvero." sussurrò il ragazzo, e carezzò il forte petto dell'uomo.

Neil iniziò allora a muoversi dentro e fuori dallo stretto canale con maggiore vigore, un po' più velocemente. Il ragazzo si tendeva e rilassava, quasi stesse ancora combattendo fra la sua volontà e il suo istinto. Neil stava provando un piacere fortissimo e capiva che non avrebbe saputo controllarsi a lungo. A poco a poco il suo ritmo si fece più veloce, più forte. E dopo un po', il ragazzo cominciò a rispondere con tutto il suo corpo a quella cavalcata. Finché il piacere divenne così intenso che Neil non riuscì più a controllarsi, il suo ritmo si ruppe, divenne scoordinato; iniziò a gemere con forza e finalmente si scaricò dentro al ragazzo con una serie di colpi disordinati e di forti contrazioni. Infine si abbandonò su lui.

Quando si fu rilassato un po', disse al ragazzo: "Adesso tocca a te farmi sentire quel tuo bel cazzo tutto dentro. Non hai bisogno di prepararmi, io ci sono abituato. Dai, fottimi."

Il ragazzo annuì serio. Si scambiarono le posizioni. Augustin si fece passare le gambe dell'uomo sulle spalle, puntò il suo bel membro duro sull'ano e iniziò a spingere. Scivolò tutto dentro l'uomo in una sola spinta, fino alla radice, senza difficoltà.

"È... è bello!" mormorò il ragazzo con aria quasi sorpresa.

"Sì, anche a me piace. Il tuo cazzo è proprio delle dimensioni giuste per me. Dai, fottimi forte e svelto, ma non venire subito, prenditi il tuo piacere." gli disse l'uomo sorridendogli e carezzandogli il corpo.

Il ragazzo iniziò, dapprima lentamente, quasi titubante, poi sempre più veloce e con maggiore vigore, e il suo volto si aprì in un sorriso. Infine si lanciò in una entusiastica cavalcata, con tale forza che a volte usciva dall'accogliente canale dell'uomo e doveva infilarglelo nuovamente dentro.

Neil lo incoraggiava con voce roca, gli sfregava i capezzoli, gli carezzava i fianchi e le cosce, e il ragazzo gemeva forte, il viso arrossato per il piacere, gli occhi chiusi quasi ad assaporare meglio le forti sensazioni che, per la prima volta in vita sua, stava provando. Neil lo guardava agitarsi sopra di lui e pensava che davvero quel ragazzo era troppo bello. Sollevò un po' il torso, puntando i gomiti ai fianchi, finché con le labbra riuscì a raggiungere un capezzolo del ragazzo e lo mordicchiò.

Augustin mugolò forte e aumentò ancora il suo ritmo. Neil sentiva che il ragazzo era sempre più vicino al primo orgasmo della sua vita, per lo meno il primo raggiunto con un altro uomo. Il forte mercenario fece palpitare il proprio ano e mordicchiò con più forza il capezzolo del ragazzo. Questi improvvisamente si tese tutto, gli affondò dentro con tutte le proprie forze e, in una serie di violente contrazioni, con un lungo, basso mugolio strozzato, si scaricò in lui, tremando per tutto il corpo.

Quando il ragazzo iniziò finalmente a rilassarsi, il respiro profondo e pesante, il volto bagnato di sudore, Neil lo avvolse fra le sue braccia e le sue gambe, lo baciò e lo carezzò dolcemente, attendendo che Augustin tornasse padrone del proprio corpo.

Il ragazzo emise un lungo, basso sospiro, riaprì gli occhi e incontro lo sguardo del soldato.

"Come va, ragazzo?"

"Incredibile. È davvero incredibile." disse Augustin con occhi luminosi.

"Sono contento che ti sia piaciuto."

"Me l'avevate promesso." mormorò il ragazzo.

"Certo. Ma non è detto che ci sarei riuscito."

"E a voi, è piaciuto?"

"Moltissimo. Sei un vero puledro, mi piaci sempre più."

"Grazie."

Quando furono completamente rilassati, il ragazzo chiese: "Io sono comunque al vostro servizio. Qualunque cosa vi servisse, avete solo da dirmelo."

"Vorrei lavare la mia biancheria sporca, pulire la mia roba. Ma prima vorrei fare un bel bagno. Non manca molto all'ora di cena."

"Vi preparo subito il bagno. Poi, dopo cena, porto in lavanderia la vostra roba. Lasciate fare a me."

"E stanotte dormirai con me, s'intende."

"Sì, certo. E se vorrete, mi prenderete di nuovo."

"Credo che avrò bisogno di un po' di riposo. Semmai domattina, quando ci svegliamo."

"Allora forse è meglio che io non dorma con voi, almeno starete un po' più comodo."

"No, preferisco averti qui in letto con me stanotte. Se staremo stretti, tanto meglio. Non so quanto a lungo potrò goderti; anche solo la tua vicinanza mi fa piacere."

"Come volete voi, señor."

Augustin si alzò e indossò solo la tonaca sul suo corpo nudo e, a piedi scalzi, andò a preparare il bagno. Tornò dopo poco. "La vasca è piena, señor. Se volete venire..."

Neil indossò solo un paio di calzoni puliti e seguì il ragazzo, anche lui a piedi scalzi. Entrarono nel bagno.

"Vado ad aspettarvi in camera, señor?"

"No, resta qui. Mi piacerebbe che mi lavassi tu."

"Certo, señor, volentieri." disse il ragazzo.

Chiuse con il cricco la porta, poi si sfilò lesto la tonaca mentre l'uomo entrava nella vasca. Il ragazzo gli insaponò il corpo, i capelli, lo sfregò.

"Posso... insaponarvi anche qui, señor?" chiese.

Neil notò con piacere che il ragazzo non aveva detto "devo", ma "posso", e assentì con un sorriso.

"Ma non starci troppo, o mi fai venire voglia di nuovo." disse, poi chiese: "A te fa ancora male, vero?"

"No male no, non mi avete fatto male, ve l'ho detto. Ma un po' di fastidio lo sento, devo essere sincero."

"Dovresti farti un bagno anche tu, l'acqua calda attenuerebbe un po' il fastidio che provi."

"Non credo che ci sia tempo, señor, prima di cena."

"Entra nella vasca con me, allora."

"Ma voi starete scomodo."

"Ma mi piacerà sentire il tuo corpo con il mio; anzi, tu lavi me e io lavo te, d'accordo?"

"Come desiderate voi, señor, certo."

Si lavarono a vicenda. Neil dovette davvero fare uno sforzo per non ricominciare a fare l'amore con quel delizioso ragazzo. E notò che anche il ragazzo aveva di nuovo una erezione quasi completa.

Si chiese, quando se ne fosse dovuto andare via, se il ragazzo avrebbe trovato un altro dei frati con cui avere sesso. Certo, pensò, quel monastero, o abbazia che fosse, non sarebbe mai più stato lo stesso, dopo il loro passaggio.

La campana annunciò che la cena era pronta. Augustin guidò Neil fino al refettorio. Il capitano sedeva già al posto dell'abate, e parecchie coppie di soldati, ognuno col suo ragazzino a fianco, stavano prendendo posto. Alcuni dei ragazzi scelti dai soldati avevano un'aria smarrita, altri il volto rigato di lacrime, altri erano seri. Pochi sembravano tranquilli come il suo Augustin.

Il refettorio risuonava delle voci e delle risate dei soldati. I monaci sedevano agli ultimi posti, in un accigliato silenzio.

"Ah, a proposito il vostro abate vi manda i suoi saluti. Gli spiace di non poter venire, ma essendo ancora nudo e legato sul suo letto, cioè sul mio, gli è impossibile partecipare a questa allegra cena. Preparate qualcosa da portargli da mangiare, comunque."

"Capitano, l'avete già fottuto?" chiese uno degli uomini.

"Certo, e ho l'impressione che non gli sia dispiaciuto, visto che gli è venuto duro. Ha un culo bello stretto, comunque, e mi sono divertito." rispose il capitano ridendo.

Uno dei monaci anziani si alzò, e disse, fremente di sdegno: "Capitano, un minimo di rispetto per il luogo e le persone, vi prego!"

Il capitano rise: "Cos'è, sei invidioso perché nessuno pare apprezzare il tuo culo o la tua bocca? Sta zitto, vecchio rospo, o ti faccio inculare qui davanti a tutti da un paio di tuoi colleghi!"

I soldati risero, e il monaco sedette, scuro in volto, in silenzio.


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