LA VILLA MISTERIOSA CAPITOLO 2 - LA SALA DA BALLO

Bussò alla porta da cui proveniva la musica. Bussò più volte ma nessuno rispose. Allora pose una mano sulla maniglia e la girò, sospingendo il battente. Guardò dentro: era una vasta sala, con lampadari di cristallo a gocce pendenti dal soffitto, uno più grande in centro e quattro attorno. Tutta la sala era bianca, con lievi filettature in oro che formavano riquadri ornati sulle pareti.

Anche il pavimento era di bianchissimo marmo lustro. Alle pareti c'erano sei ricchi tendaggi che parevano di velluto bianco e che probabilmente coprivano finestre o porte. Il salone era affollato da coppie che danzavano al suono di una musica che pareva provenire d'ogni dove.

Norbert notò che tutti i cavalieri indossavano smoking bianchi e scarpe bianche, mentre le dame avevano ricchi ed eleganti abiti di molteplici colori. Ogni coppia danzava abbracciata, lieve e perfettamente a ritmo, parevano scivolare sul pavimento che ne rifletteva vagamente le figure, senza mai intralciarsi l'una con l'altra. Sembrava quasi la coreografia di un balletto.

Il ragazzo fece due passi in avanti, guardando affascinato quella scena da film, e attendendo di catturare con gli occhi lo sguardo di qualcuno, per fargli un cenno, per chiedere ospitalità, ma nessuno pareva essersi accorto di lui.

Si chiese che cosa fare, se andare a toccare qualcuno degli ospiti per farsi notare, se chiamare, dire qualcosa...

Gli pareva che gli uomini fossero tutti uguali: giovani, snelli, un'epressone seria sul bel volto, tutti della stessa altezza... le ragazze invece parevano una diversa dall'altra e ridevano, chiacchieravano incessantemente in un lieve brusio che solo a tratti riusciva a sovrastare la musica. Dame e cavalieri parevano avere gli sguardi fissi gli uni negli occhi delle altre.

Fece altri due passi avanti avvicinandosi ulteriormente alle coppie che danzavano e, rendendosi conto che nessuno pareva essersi accorto della sua presenza o comunque curarsi di lui, provò di nuovo a farsi notare.

A voce alta disse: "Scusate..."

Di colpo la musica cessò e tutte le coppie si fermarono. I volti si girarono a guardarlo e Norbert si sentì profondamente a disagio per aver interrotto quella festa, per essere guardato da tutti quegli occhi, e improvvisamente fu acutamente conscio di non essere un bello spettacolo, vestito come era, indosso gli abiti zuppi d'acqua, i capelli bagnati che ancora gocciolavano.

"Scusate..." ripeté a voce più bassa e fu quasi stupito nel sentire la sua voce sollevare come mille soffici eco nella grande sala scintillante di luci, ora perfettamente silenziosa.

Vide che le ragazze avevano un'espressione seria, quasi accigliata. I giovani uomini invece parevano avere un'espressione incuriosita negli occhi.

"Scusate..." ripeté Norbert, ora quasi a bassa voce, lievemente intimorito e vergognoso.

Le dame lentamente retrocedettero, ammassandosi dalla parte opposta del salone, e pareva che scivolassero sul pavimento, poiché le loro lunghe gonne multicolori ne nascondevano i passi.

I cavalieri invece si spostarono avanzando verso Norbert, formando un cerchio attorno di lui. I loro volti non erano ostili, anzi parevano assumere un'espressione quasi sorridente.

"Mi dispiace avervi interrotto..." disse con voce incerta Norbert, sentendosi innervosito, nonostante l'espressione dei giovani uomini non fosse né minacciosa né irritata.

"... il fatto è che... fuori c'è un furioso temporale e..."

Parlando esitante, osservava quei giovani uomini e si rese conto che la sua prima impressione che fossero tutti uguali era errata. Forse il fatto che fossero tutti vestiti nello stesso modo gli aveva dato in un primo momento quell'impressione.

"... mi sono smarrito nella foresta..." continuò incerto, e lievemente intimorito dal silenzio: nessuno degli ospiti della villa aveva ancora detto nemmeno una parola.

Poi Norbert notò qualcosa che lo fece stupire profondamente: uno di quei ragazzi assomigliava incredibilmente a Shawn... e un altro a Joel... uno a Mike... uno a Frank... poi vide anche un altro che pareva il gemello di Liam...

Non era possibile, non avrebbero nenche avuto il tempo di preprargli quello scherzo. Poi riconobbe in altri alcuni suoi amici delle scuole superiori, alcuni suoi giovani vicini di casa, altri parevano essere suoi compagni di università... si girò lentamente a guardarli e ora gli pareva di riconoscerli tutti, dal primo all'ultimo!

C'era il barista del campus, il figlio del pastore, il fratello minore del connestabile, il garzone del panettiere... C'era il ragazzo del centro fotocopie... uno degli impiegati della banca dove aveva il conto... il campione di tennis della sua università... il postino che pochi giorni prima gli aveva consegnato una raccomandata...

Riconobbe l'infermiere del suo dentista... un ragazzo che frequentava alcuni dei suoi corsi e con cui aveva scambiato poche battutte... la giovane guardia privata che spesso sostava all'entrata del campus...

Guardò verso quello che somigliava a Liam e ora avrebbe giurato che era proprio il suo amico: quello gli sorrise, senza dire niente.

"Liam? Che scherzo è questo?" chiese Norbert esterrefatto.

Poi guardò verso il gruppo delle ragzze e vide che erano scomparse: solo il lieve movimento di una delle tende di velluto bianco gli fece immaginare che fossero uscite. A disagio, guardò nuovamente i ragazzi che lo circondavano e si accorse che ora avevano stretto il cerchio attorno a lui, stavano praticamente gomito a gomito.

Si sentì innervosito, nonostante tutti i volti lo guardassero sorridendo. Forse proprio quei sorrisi e quel silenzio lo mettevano ancor più a disagio.

"Ehi, ragazzi... che scherzo è questo?" chiese con voce incerta.

Guardò verso quello che assomigliava... o forse era proprio Shawn.

"Shawn? Che cazzo è questa storia?"

"Cazzo... cazzo... cazzo..." sentì l'eco della sua voce.

"Cazzo... cazzo... cazzo..." ripeterono in tono soffice i ragazzi che lo circondavano, senza muoversi, continuando a sorridergli.

Poi le luci sembrarono tremolare e attenuarsi un poco, ma non tanto da rendere meno chiara la scena.

Morman aprì la bocca sentendosi profondamente turbato: gli abiti bianchi dei ragazzi che lo circondavano sembrarono diventare gradualmente trasparenti e Norbert poteva intravedere sempre più chiaramente i corpi nudi apparire sotto di essi...

"Cosa... cosa..." mormorò Norbert sentendosi confuso, incredulo, incapace di capire.

Vedeva i membri dei ragazzi apparire in modo sempre più chiaro sotto gli abiti via via più trasparenti, ne vedeva i petti lisci, glabri e perfetti, le forme snelle ed eleganti... e vide i membri dei ragazzi rizzarsi, inturgidirsi, puntare verso di lui minacciosi ma invitanti... li vide palpitare e indurirsi...

Gli abiti dei cavalieri erano scomparsi. Una schiera, un compatto muro di corpi completamente nudi ed eccitati ora lo circondava. Norbert girò su se stesso, fece un giro completo e vide che tutti erano in quello stato.

"Cazzo, che porcheria avete messo nel mio cibo?" chiese allarmato Norbert, che non aveva mai preso una droga in vita sua.

Eppure, per quanto ne sapeva, tutti i suoi amici erano puliti, nessuno aveva mai fatto uso di droghe. Solo Liam, una volta, gli aveva detto di aver fatto un paio di tirate dallo spinello di un amico, ma gli aveva anche detto che non gli era piaciuto...

Sempre più a disagio, Norbert inconsciamente si passò i palmi delle mani sui fianchi dei calzoni... e sotto le sue mani sentì solo la pelle nuda delle sue anche.

Si guardò e si accorse di essere, lui pure, completamente nudo. E vide che stava avendo una forte erezione. Istintivamente si coprì i genitali con entrambe le mani e, sentendosi arrossire, guardò quella serrata fila di ragazzi che lo circondava.

Gli sorridevano tutti, in modo malizioso, sensuale, invitante... e uno dopo l'altro quei ragazzi cominciarono a toccarsi, a carezzarsi in modo sensuale, a masturbarsi davanti a lui. Nessuno toccava il proprio vicino, ognuno faceva in modo di eccitare il proprio corpo, sfregandosi i capezzoli, carezzandosi il petto, il ventre, manipolandosi i genitali... e gli sorridevano, gli sorridevano, gli sorridevano...

Norbert avanzò esitante verso quello che gli pareva essere Liam. Tutto il cerchio di corpi attorno a lui si spostò sì che Norbert ne era sempre al centro. Pareva quasi un gioco, uno strano, assurdo gioco. Quando Norbert si girava e avanzava in un'altra direzione, anche il cerchio di corpi attorno a lui si spostava mantenendo inalterate le distanze.

Alle sue spalle udì un sussurro: "Norbert..."

Si girò e la voce di nuovo venne dalle sue spalle: "Norbert..."

"Norbert... Norbert... Norbert..." dicevano le voci e lui non riusciva mai a vedere chi pronunciasse il suo nome.

"Toccami..." disse una voce suadente alle sue spalle.

Si girò di nuovo e, da dietro giunse un'altra voce soffice: "Baciami..."

"Leccami..."

"Succhiami..."

Norbert continuava a girare su se stesso sempre più confuso, sempe più turbato.

"Lasciatemi andare!" gridò quasi.

"No... resta con noi..."

"Divertiamoci, dai..."

"Te lo voglio succhiare..."

"Succhiamelo..."

"Hai un bel culetto..."

"Ho voglia di te..."

"Mi vuoi?"

"Perché non mi fotti?"

Norbert continuava a girare su se stesso, sempre più confuso, sempre più turbato.

"Basta! Basta!" gridò, "Lasciatemi uscire di qui! Che cazzo volete da me?"

Quasi disperato, si gettò verso una delle tende: il cerchio di corpi si aprì davanti a lui e lo lasciò passare. Norman, affannato, raggiunse la pesante tenda e la scostò: dietro vi era solo una parete, non una porta né una finestra come aveva immaginato.

Si girò a fronteggiare quei ragazzi. In tono bellicoso disse: "Voglio uscire di qui!"

"No... resta con noi... Dai, divertiamoci... ne hai voglia, t'è venuto duro... Non siamo belli? Scegli uno di noi... Vieni con me..." sussurrarono le voci dei ragazzi, una dopo l'altra, ma Norbert non riusciva mai a vedere chi stesse pronunciando quelle parole.

"È un incubo! È un incubo questo! Che mi avete fatto? Frank, per favore..."

"Ne hai voglia, confessalo... Ho visto come mi guardavi... come mi sorridevi guardandomi... Dai che ne hai voglia... ne hai voglia... ne hai voglia..." continuavano a sussurrargli quelle voci che ogni volta parevano provenire dalla parte opposta verso quella in cui guardava.

"Non sono un frocio, io! Laciatemi in pace! Lasciatemi in pace!" gridò quasi isterico Norbert.

Si spostò, tenendo sempre le spalle verso il muro, senza perderli di vista. Giunse a un'altra tenda e la scostò: di nuovo non vi era che il muro, dietro di essa.

"Voglio uscire..." gemette quasi.

"Ma perché? Dai, lasciati andare... Non vuoi scoparmi?... Hai un cazzo proprio bello... Il tuo culetto è delizioso... Facciamo un bel sessantanove..."

Norbert s'accorse che qualcosa era cambiato sotto i suoi piedi nudi. Guardò il pavimento e ora, invece della polita superficie di marmo lucidata a specchio, c'era un folto e morbido tappeto bianco che andava da parete a parete.

"Stendiamoci... tocchiamoci... baciamoci... carezziamoci... facciamo l'amore... succhiamocelo... fottiamo..." le voci continuavano a ripetere, in una specie di ossessivo ritornello.

Norbert balzò quasi fino alla terza tenda, ma anche dietro questa c'era solo la solida parete. Cercò con gli occhi la porta da cui era entrato, girò con lo sguardo le quattro pareti, ma c'erano solo pesanti tende di velluto bianco.

Ogni volta che si spostava, quel compatto muro di corpi si spostava con lui, continuando a fronteggiarlo. Non gli si accostavano né si allontanavano. Continuavano a sorridergli tutti, invitanti, sensuali, gli occhi lucenti di libidine.

"Norbert... lasciati andare... ne hai voglia, confessalo... ti piace guardarci, ammettilo... Sei eccitato, non l'hai mai avuto così duro... lasciati andare, Norbert..."

"Non sono frocio, io! Lasciatemi in pace! Smettetela! Lasciatemi uscire di qui!" gridò ora il ragazzo, spaventato.

"Ma sei tu che lo vuoi... t'è venuto duro solo a guardarci... è bello, dai, provaci... scegli uno di noi... siamo qui per te..." continuavano a sussurrargli quelle voci che parevano provenire da ogni dove e da nessuno in particolare.

"Piantatela, basta!" urlò Norbert e corse a sollevare un'altra tenda: di nuovo un muro. Vi batté contro con i pugni, ma era solido e duro come gli altri. Lasciò ricadere la tenda e si spostò rapido a un'altra.

"Sei bello, Norbert... Mi piaci... Hai voglia anche tu, lo sai... Dai, scopami... Lasciatelo succhiare... Mi piace il tuo culetto... Succhiamelo, fammi venire... Fattelo mettere..."

Norbert ebbe l'impressione che le mille luci dei sontuosi lampadari tremolassero, traendo suggestive ombre dai muscoli dei lisci corpi dei ragazzi che continuavano a fronteggiarlo.

Tenendo le mani appoggiate alle pareti, scivolò fino a un'altra tenda, respirando affannosamente. Non tentava neppure più di coprire la propria erezione palpitante. Voleva solo uscire di lì, doveva uscire di lì.

Notò che due dei ragazzi s'erano stesi sul soffice e candido tappeto e avevano cominciato a fare l'amore. Norbert per un po' li guardò, quasi affascinato, poi si scosse e cercò di raggiungere un'altra tenda.

Altri due, restando ritti in piedi, si strofinavano i corpi l'uno contro l'altro e si baciavano a fondo, con passione. I mugolii di piacere delle due coppie sorgevano soffici e si rifrangevano in mille echi sulle pareti della grande e lussuosa sala da ballo.

La musica ricominciò a suonare lieve, un'altra coppia di ragazzi si formò e si mise a fare l'amore...

Norbert continuava a tentare una tenda dopo l'altra, senza successo. Guardava i corpi dei ragazzi che ancora lo fronteggiavano, poi le coppie che a poco a poco si formavano e che facevano l'amore qua e là... Ora due erano stesi sui loro fianchi ed erano uniti in un appassionato sessantanove, e Norbert notò che i loro volti erano sorridenti...

A Norbert sembrava di aver già fatto il giro di tutta a sala, di aver provato tutte le tende, eppure sapeva che era impossibile: come minimo doveva esserci la porta da cui era entrato e quella da cui erano scomparse tutte le ragazze.

"Fermati con noi, Norbert... Perché vuoi scappare?... Lasciati andare, dai... Ne hai voglia, ammettilo..."

"No! Io non sono frocio!" gridò Norbert, rosso in volto ed irato.

"Frocio... frocio... frocio..." gli rimbalzarono mille echi.

Si chiuse le orecchie con entrambe le mani, inutilmente.

"Frocio... frocio... frocio..." continuva a ripetere la sua voce dentro la sua testa, dentro il suo cervello.

"No!" urlò Norbert e gli eco cessarono come d'incanto, e udì di nuovo la musica, ora un po' più forte di prima.

Come una furia scostò un'altra tenda per scoprire un altro tratto di muro, poi la prese con entrambe le mani e la strattonò finché riuscì a farla cadere a terra. Corse a un'altra tenda e strappò via pure quella, di nuovo scoprendo un altro tratto di muro.

"Fermati... lasciati andare... facciamo l'amore... Godiamo asieme... Aahh, aahh, ahhh, è bello... Godoooo... Norbert, dai... Norbert, prendimi... Lasciati baciare... Oohh, sì, così... Più forte..."

Le voci si mescolavano, si sovrapponevano, lo incalzavano.

Norbert aveva già strappato via, senza trovare la porta, metà delle tende.

Si trovò di fronte Shawn... o quello che assomigliava a Shawn... e qualcuno finalmente gli parlò, Norbert lo vide formulare chiramente le parole...

"Facciamo un bel sessantanove, Norbert..."

"Va a fa'n culo, Shawn!" gli gridò Norbert rosso in volto.

Fece per scostarlo con violenza, ma quel ragazzo era già fuori dalla sua portata e gli sorrideva con occhi maliziosi, tenendosi il membro duro in mano e agitandolo verso di lui.

Lo guardò in volto e vide che non era Shawn, ma Liam... Stupito si guardò intorno: Shawn pareva scomparso... Riguardò Liam e... ora il ragazzo che lo fronteggiava e che si masturbava davanti a lui, aveva le fattezze di Frank...

Norbert, fuori di sé, si precipitò a un'altra tenda e strappò via violentemente anche quella.

"Non puoi scappare da te stesso, Norbert..." gli disse una voce alle spalle.

Si girò e vide due Joel, fianco a fianco, che assieme gli ripeterono: "Non puoi scappare da te stesso, Norbert..."

Non ci vedeva doppio, i due Joel si muovevano indipendentemente, come una coppia di gemelli identici, uno si masturbava, l'altro si carezzava il petto e il ventre e si stuzzicava i capezzoli eretti.

Norbert corse a un'altra tenda e strappò anche quella.

"Lasciati andare, Norbert, non essere sciocco..." sentì dire alle sue spalle.

Tre Mike completamente nudi lo guardavano con una luce lievemente ironica negli occhi, e la musica sembrò aumentare di ritmo e di volume.

Norbert chiuse gli occhi e scosse la testa violentemente. Quando riaprì gli occhi, quattro Liam lo fronteggiavano muovendosi lievi quasi in una danza del ventre, stranamente sensuale e attraente.

"No, basta! Basta!" singhiozzò quasi Norbert distogliendo lo sguardo da quelle quattro immagini.

Ma ovunque girasse lo sguardo, ora vedeva coppie di ragazzi che facevano l'amore sul soffice pavimento della vasta sala e gli parve che il numero delle coppie fosse aumentato: ve n'erano ovunque, quasi a riempire tutto il centro del salone da ballo.

La musica aumentava ancora di intensità e Norbert riconobbe ora il "Bolero" di Ravel, che con il suo ritmo incalzante sembrava accompagnare e sottolineare quell'orgia di coppie che gemevano in mille accoppiamenti sessuali...

Norbert si sentiva spossato, confuso, turbato... ed eccitato al tempo stesso.

"Non sono frocio!" urlò quasi, e fu stupito nell'udire il tono stridulo, isterico della propria voce.

"Frocio... frocio... frocio..." sembrò deriderlo l'eco che rimbalzò di parete in parete, quasi a ritmo con la musica sempre più forte e incalzante.

Si precipitò disperato a un'altra tenda e la strappò via con tale violenza da cadere sul tappeto. Immediatamente si rialzò, temendo che uno di quei ragazzi tentasse di andargli sopra, ma nessuno s'era mosso.

Guardò e dove prima aveva visto i quattro Liam, ora c'erano cinque Frank che gli sorridevano con espressione libidinosa e invitante...

"Andatevene... lasciatemi in pace... voi mi avete drogato... Che cazzo volete da me?" singhiozzò Norbert.

"Il tuo cazzo..."

"La tua bocca..."

"Il tuo culetto..."

"Le tue mani..."

"Il tuo corpo..." risposero i cinque Frank, uno dopo l'altro.

Norbert si precipitò sull'ultima tenda e la strappò via... e finalemente vide una porta, una porta bianca con i filetti d'oro e due ragazzi nudi e con il membro eretto tratteggiati in oro sui due battenti.

Spinse disperatamente i battenti che si schiusero, e finalmente poté uscire dalla grande sala da ballo.


DIETRO - AVANTI