LA VILLA MISTERIOSA | CAPITOLO 7 - LA PISCINA |
Si trovò a nuotare in una specie di corridoio sommerso dall'acqua, le cui pareti erano lastre di vetro bucherellate in cui e da cui fluiva l'acqua. Nuotando sott'acqua con forti bracciate guardando un po' davanti a sé, un po' attraverso i vetri che formavano quella specie di corridoio, si accorse di star nuotando dentro a un fiume. Stava iniziando a temere di non aver più abbastanza ossigeno nei polmoni, quando vide che il corridoio di vetro piegava verso l'alto. Con altre forti bracciate continuò a nuotare finché emerse dall'acqua e finalmente poté respirare a fondo. Tenendosi a galla vide che si trovava ora dentro una vastissima piscina al coperto. Attraverso il soffitto e la parete alla sua sinistra, che erano un'unica vasta vetrata, vide il cielo azzurro e sereno. Alla sua destra c'era una parete rocciosa che pareva scolpita in un enorme blocco di lapislazzuli, con qua e là ciuffi di erbe con minuscoli fori celesti che gli sembrarono essere non-ti-scordar-di-me. Di fronte a lui c'era una lunga striscia di sabbia, su cui vedeva figure muoversi. Ripreso il fiato, decise di raggiungere a nuoto la riva sabbiosa. Dovette nuotare a lungo, pareva che ci fosse una corrente che tendeva ad allontanarlo dalla riva, a ostacolare la sua avanzata. Doveva aumentare il ritmo e il vigore delle sue bracciate. Doveva mettercela tutta. Continuò a nuotare con energia e vide la riva avvicinarsi lentamente. Si sentiva quasi sfinito, quando finalmente sentì sotto di sé, nell'acqua, il dolce declivio della sabbia che poco oltre emergeva. Camminando, sentendosi stanco, finalmente fu all'asciutto. Si stese sulla fine sabbia per riprendere fiato, e si rilassò. Mentre ritrovava le proprie energie, vide uomini che passeggiavano su e giù per la spiaggia, a volte da soli, a volte a coppie, o anche in piccoli gruppi. Erano tutti molto ben fatti, completamente nudi, e molti, passandogli accanto, lo guardavano da capo a piedi con evidente interesse. Notò che qualcuno gli sorrideva e sentì che anche quell'essere guardato, ammirato, gli stava facendo nuovamente venire una gradevolissima erezione. Non provava più alcuna vergogna nell'essere guardato mentre era nudo e in quello stato. Anzi, gli dava piacere. Senza esibizionismo, senza mancanza di pudore, senza narcisismo: era bello e giusto guardare quei corpi nudi così come lo era essere ammirato nella sua totale e bella nudità. Norbert si aspettava che qualcuno di quegli uomini si fermasse accanto a lui, attaccase bottone o semplicemente lo toccasse, lo carezzasse, magari lo abbracciasse, lo baciasse... ma tutti continuavano a passare oltre, nonostante i loro sguardi espliciti, nonostante rispondessero ai suoi sorrisi. Allora il ragazzo si alzò e cominciò lui pure a passegiare su e giù per la spiaggia, ammirando i corpi nudi esposti al sole o quelli che incrociava e con cui si lanciava eloquenti occhiate. Continuava a camminare, la sua bella e fiera erezione dritta davanti a lui, il suo membro inclinato leggermente verso l'alto, la sua pelle carrezzata da una lieve e gradevole brezza che contribuiva a mantenere viva la sua eccitazione. Dopo la terza o quarta volta che percorreva su e giù quella spiaggia, Norbert si disse che era sciocco attendere che accadesse qualcosa. Si disse che, se tutti lì attendevano come lui e nessuno avesse fatto il primo passo, avrebbero continuato a camminare a vuoto, su e giù, fino alla fine dei tempi. Si fermò davanti a un ragazzo, steso sulla sabbia, che poteva avere la sua età e gli sorrise. Il ragazzo rispose al suo sorriso. "Posso sedere acccanto a te?" gli chiese Norbert. "Certo..." annuì l'altro alzandosi a sedere. Norbert gli sedette accanto "Mi chiamo Norbert..." gli disse. "Anche io." rispose l'altro tendendogli la mano. Se la strinsero e a Norbert fece piacere sentire la stretta forte, vigorosa ma gentile dell'altro. "Davvero?" gli chiese un po' stupito, "anche tu ti chiami Norbert?" "Oggi sì..." gli rispose l'altro con un misterioso sorriso. "Oggi? Cioè... vuoi dire che... anche gli altri, qui, oggi, si chiamano Norbert?" Il ragazzo annuì di nuovo e gli sorrise: "Proprio così..." Norbert sorrise scuotendo il capo: "Eppure... nessuno di loro, e neanche tu sei... neanche tu sei me." "Certo, ci sono tanti Norbert, ma mai due uguali, no?" "Comunque... sei molto bello." "Anche tu." "Mi piacerebbe fare l'amore con te." "Ti ho visto passare quattro volte e mi chiedevo quando ti saresti deciso a chiedermelo, o a chiederlo a un altro." "E perché non me l'hai chiesto tu, o qualcuno degli altri che sono qui?" "Perché oggi toccava a te, non a noi. Noi siamo qui per te..." "Per me? Tutti?" chiese Norbert stupito. "Tutti quelli che vuoi." "Anche se li volessi tutti?" chiese ancora Norbert, incredulo. "Sicuro." "Un'ammucchiata?" chiese il ragazzo quasi sottovoce. "Se lo vuoi." "Non so... Non ho mai pensato a un'ammucchiata, sinceramente." "Solo io ti piaccio, qui? Ti senti attratto solo da me?" gli chiese il ragazzo con un sorriso malizioso. "No... direi che mi piacciono, mi attirano quasi tutti." "Perché allora hai deciso si fermarti qui con me?" "Forse perché sei della mia età, forse perché mi sento più a mio agio per questo. E comunque perché mi sembri bello." "E cosa hai voglia di fare, con me?" "Tutto." rispose Norbert con un certo calore. L'altro sorrise: "L'entusiasmo del neofita!" gli disse. Norbert allungò una mano e carezzò il petto dell'altro. Poi lo attirò a sé, lo abbracciò e lo baciò in bocca. Il ragazzo ripose con vera passione al suo bacio e iniziò a carezzarlo a sua volta. Norbert era sempre più eccitato nel sentire le mani dell'altro sul suo petto. Il ragazzo gli mise una gamba sopra le sue e si girò verso di lui. Norbert ne percepì il respiro contro la sua pelle. Le sue mani carezzavano i fianchi di Norbert che sentì ogni millimetro della sua pelle diventare ipersensibile. Poi una mano del ragazzo finalmente si impadronì del membro di Norbert. "Oohh, sì!" mormorò questi. "Ti piace, eh?" gli chiese il ragazzo guidando la mano di Norbert al proprio membro. Norbert si sentì quasi sorpreso nel sentire quanto fosse soffice la pelle sopra il durissimo membro dell'altro. Era caldissimo, specialmente il glande che pareva coperto di seta. "Voglio prendertelo in bocca." gli disse il ragazzo spingendolo a giacere sulla sabbia. Si chinò su di lui, e appoggiò la testa su una sua coscia. La sensazione dei capelli contro la sua pelle, fece eccitare ancora di più Norbert, specialmente quando sentì la lingua del ragazzo scorrere su e giù per tutta la sua dura asta. Poi l'altro gli prese la punta fra le labbra e se lo fece scorrere su e giù dentro la bocca mentre con la lingua ne solleticava il glande. Norbert dopo un po' lo fece fermare: "Lo prendi nel tuo bel culetto?" gli chiese, eccitato a essere lui finalmente a provare a penetrare un altro. Il ragazzo annuì con un ampio sorriso, si girò stendendosi sulla schiena e si portò le gambe ai lati del petto. Norbert si inginocchiò davanti al bel culetto così offertogli e allargandone le natiche, guardò la bella rosetta di carne. Si chinò e senza pensarci due volte prese a leccarlo: fu sorpreso dalla piacevole sensazione che questo gli dava. L'anello di carne era soffice, caldo e molto liscio. Dopo un po' che lo leccava e stuzzicava insalivandolo bene, il ragazzo gli disse: "Mettimelo dentro, dai!" Norbert gli avvicinò la punta del membro all'ano, ora arrossata per l'eccitazione, ve la puntò e iniziò a spingere. Man mano che gli si spingeva dentro, Norman sentì l'anello di carne circondargli strettamente il membro: era una sensazione incredibile! Mugolò e continuò a spingere e si fermò solo quando fu completamente immerso in lui, e il suo ventre premeva contro i testicoli del ragazzo. Poi iniziò a pompargli lentamente dentro. Norbert vide un'ombra e sollevò lo sguardo: un giovane e bell'uomo, il membro gloriosamente eretto, li stava guardando. Norbert gli fece cenno di avvicinarsi, gli prese con una mano la dura asta e iniziò golosamente a succhiarlo. L'uomo gli carezzava i capelli e muoveva il bacino avanti e dietro fottendogli la bocca. Norbert sentì due mani carezzargli le natiche. Smise di succhiare e si girò a guardare: un altro giovanotto era accoccolato dietro di lui. "Me lo vuoi mettere dentro?" gli chiese Norbert. "Se ti fa piacere, sì." rispose l'uomo. "Dai, allora!" lo incoraggiò Norbert e, continuando a pompare nel sedere del primo ragazzo, riprese a succhiarlo al secondo. Sentì l'altro divaricargli le natiche, poi ne sentì la lingua e le dita stuzzicargli l'ano in modo sapiente. Norbert si sentiva esilarato, pieno di piacere. Poi l'altro, alle sue spalle, calò su di lui e, con pochi colpi ben assestati, gli si inserì completamente dentro. Ogni spinta che il nuovo arrivato gli dava rafforzava le spinte che lui dava dentro il primo ragazzo. Dopo un po' che si stava divertendo con quei tre, arrivò un quarto che gli carezzò il corpo e glielo baciò, finché si chinò sotto di lui e prese a succhiargli uno dei capezzoli. Norman pensò che era incredibile, quanto gli stava accadendo, incredibilmente piacevole. Un quinto uomo, dopo non molto, si accostò al gruppo e lentamente prese parte alle loro attività, finché anche questo si infilò sotto il corpo di Norbert e prese a succhiargli l'altro capezzolo. Il ragazzo pensò che era davvero troppo eccitante: aveva ben cinque uomini che si dedicavano al suo piacere. Dopo poco, però, pensò che le sue mani erano ancora libere... non aveva terminato di pensarlo che altri due si accostarono al gruppo così strettamente intrecciato, inginocchiandosi ai due lati, e Norbert afferrò i loro membri e si mise a masturbarli: era davvero il massimo! Norbert e i sette giovani uomini cambiarono più volte le posizioni, prendendosi e dandosi piacere, e il ragazzo raggiunse l'orgasmo diverse volte. Eppure ogni volta si sentiva pronto a ricominciare, il suo membro pareva non volersi mai mettere a riposo! Gli altri sette non erano sempre gli stessi, a volte l'uno o l'altro veniva rimpiazzato da un altro dei nudisti di quella spiaggia. L'orgia continuò a lungo, finché Norbert, esausto e finalmente sazio, si abbandonò sulla sabbia e, carezzato da uno dei compagni, scivolò soddisfatto in un buon sonno ristoratore. E di nuovo sognò... Questa volta non sognò nulla di sessuale. Vide una serie di scene quasi come una sequela di cortometraggi... Prima vide due ragazzi che avevano sete e cercavano come dissetarsi. Uno dei due sedette in una birreria e ordinò un boccale di birra, che si mise a bere a piccoli sorsi... L'altro, con lui, nello stesso spazio di tempo aveva bevuto qualcosa come dieci, dodici boccali di birra. I due ragazzi poi uscirono e il primo era allegro, tranquillo, soddisfatto. Aveva ancora forse un po' di sete, ma non impellente come prima. L'atro invece a un certo punto dovette appoggiarsi a un muro... e vomitò anche l'anima. Era ridotto a uno straccio e l'amico lo dovette accompagnare a casa, e anche aiutarlo a mettersi a letto. Poi vide altri due giovani uomini che entravano in una libreria. Uno ne usciva con un libro, l'altro con due sacchetti pieni di libri... Sedettero entrambi su una panchina. Il primo iniziò a leggere il suo libro, a volte tornando indietro di alcune pagine per rileggere qualche passaggio, a volte sottolienando alcune righe, a volte fermandosi a pensare. L'altro frattanto sfogliava rapidamente un libro dopo l'altro, leggendone tratti qua e là, a volte strappandone pagine, piegandole e mettendosele in tasca, poi, finito un libro, lo gettava nel vicino cestino dei rifiuti. Quando il primo uomo chiuse il libro e lo rimise nel sacchetto di carta con il logo della libreria, l'altro stava gettando l'ultimo libro nel cestino dei rifiuti. Norbert notò che la copertina di quell'ultimo libro era la stessa del libro che il primo ragazzo aveva letto con attenzione. Mentre i due giovani uomini si alzavano e prendevano a camminare per la strada, Norman notò che i fogli che il secondo aveva strappato dai libri e s'era cacciato nella tasca dei calzoni, uno dopo l'altro scivolavano fuori e cadevano a terra. Norbert vide poi due uomini maturi che camminavano lungo una strada su cui c'era un mercato all'aperto. Il primo osservava la frutta esposta, ne guardava il prezzo, la tastava per sentirne il grado di maturazione, a volte chiedeva al commerciante se poteva avere un piccolo assaggio. Il secondo, a ogni bancarella comprava, e a volte non visto rubava, un frutto e se lo mangiava velocemente, quasi ingozzandosi. Il primo ancora osservava, assaggiava, guardava, finché si decise a comprare un frutto. Ne tolse la buccia con cura poi lo divise in spicchi e ne assaporò uno spicchio dopo l'altro con calma, masticandolo lentamente. Il secondo poi si fermò in una farmacia e comprò una bustina di digestivo, lo bevve storcendo il naso e facendo smorfie... Il primo uomo stava finendo di mangiare gli spicchi del suo frutto, continuando ad assaporarli con evidente piacere. L'ultima cosa che Norbert vide in quel sogno, furono due uomini anziani. Uno era seduto in casa, aveva davanti a un tavolo su cui era un piatto con spicchi di frutta, accanto aveva un boccale di birra, e stava lentamente sfogliando un libro, il volto sorridente, e di tanto in tanto mangiava uno spicchio di frutta oppure beveva un sorso di birra. Dalla porta aperta veniva la voce di un altro uomo che cantava e si sentiva il rumore dell'acqua che scorreva in una doccia. Fuori, in strada, c'era un altro uomo anziano, seduto sul marciapiede con la schiena appoggiata al muro, un cappello davanti a sé, a terra, e nel cappello poche monete, solo spiccioli. Questo uomo guardava i passanti con una muta implorazione negli occhi, ma nessuno lo guardava, tutti tiravano dritto, raramente qualcuno gettava una monetina di poco valore nel cappello. C'era vento, e attorno al mendicante seduto sul marciapiede volavano pagine di libro strappate e piegate, bucce secche di frutta, etichette sgualcite di bottiglie di birra... Norbert si svegliò e si guardò attorno. Tutto pareva identico a prima. Poi però si accorse che ora tutti gli uomini erano immobili come statue, niente si muoveva. Si alzò, un po' stupito, e si avvicinò a quegli uomini, riconoscendo anche qualcuno di quelli con cui, non molto prima, aveva avuto l'orgia di sesso. Li toccò e si accorse che erano veramente statue, perfettamente eseguite in quanto a forma e colore, ma fredde, dure, immobili. Anche il primo ragazzo con cui aveva attaccato bottone e cominciato a fare l'amore, era steso nella stessa posizione di quando l'aveva accostato la prima volta e lo guardava con lo stesso sorriso e lo stesso sguardo invitante. Quando Norbert si chinò accanto a lui e lo toccò, si rese conto che anche questo era solo una statua perfetta. Leggermente turbato e stupito, si alzò: si disse che doveva uscire di lì. Gli mancava ora solamente di trovare l'ultima porta, l'ultima via da percorrere. Esplorò la parete alle spalle della spiaggia e vide che c'erano sette porte identiche. Non vi era una scritta, non vi era un colore, e non erano trasparenti, perciò non poteva vedere che cosa ci fosse dal'altra parte. Poi, osservando meglio, notò che su ogni porta vi era uno spioncino, ma in basso. Allora si accoccolò davanti alla prima porta e osservò attraverso lo spioncino. Vide una stanza bianca in cui c'era una coppia: un ragazzo vestito tutto di bianco stava baciando una ragazza che indossava un abito fatto con stoffe di sgargianti colori. Attorno a loro c'erano grandi foto in bianco e nero: una con due coppie anziane sorridenti; una con un prete e un giudice, che avevano un'aria solenne; una con un insegnante vestito con la toga che porgeva a qualcuno un diploma; l'ultima con un poliziotto e un uomo vestito in modo classico e perfetto, che sorridevano... Quando guardò nello spioncino della seconda porta, vide una stanza rossa, le cui pareti erano alte fiamme. Al centro c'erano alcuni ragazzi e ragazze che si guardavano attorno con aria impaurita. Poi si formavano coppie... Un ragazzo e una ragazza, tenendosi per mano, andavano verso una parete, le fiamme si separavano e i due uscivano. Allora due ragazze si prendevano per mano, e avanzavano verso un'altra parete: anche qui le fiamme si separavano e le due uscivano. Due ragazzi si presero per mano e anche loro uscirono sani e salvi... gli altri restavano nella stanza, senza muoversi e con aria terrorizzata. Nello spioncino della terza porta Norbert vide l'interno di una grande tenda da campeggio di colore arancione. Qui vide alcuni ragazzi che, attraverso piccole finestre, guardavano fuori con espressione preoccupata. Poi vide che, uno dopo l'altro, i ragazzi si denudavano e con espressione allegra uscivano dalla tenda... Accoccolato davanti al quarto spioncino, Norbert vide una sfera di vetro giallo, come un'enorme palla da albero di Natale, e dalla parete ricurva entrava luce dorata. Al centro fluttuavano due uomini nudi ed eccitati e Norbert riconobbe in essi il suo ex-professore e il suo giovane pastore. Vide che contro la curva parete di vetro giallo, dall'esterno, si premevano volti di ragazzi e ragazze che guardavano i due uomini, poi si allontanavano, incessantemente... Il quinto spioncino gli fece vedere una stanza cubica, verde. Uomini nudi stavano dipingendo sagome di altri uomini nudi sulle pareti, allacciati in posizioni degne di un kamasutra figurato... e quando uno aveva terminato la sua opera, un altro arrivava e vi disegnava sopra un'altra scena... Poi Norbert si spostò alla porta seguente e guardò nello spioncino: vi era un grande specchio e, su questo, vide riflessa la propria immagine. Stava ritto in piedi e si guardava attorno con aria perplessa, come se non sapesse decidere che cosa fare... Norbert sorrise e pensò che quello davvero pareva essere lui... Andò all'ultima porta, si accoccolò e guardò nello spioncino. Qui c'era un pannello bianco con sopra disegnato un ghirigoro viola, estremamente complesso, che gli fece pensare a un labirinto. Qua e là si accendevano e si spegnevano piccole luci, apparentemente senza uno schema logico. Norbert si chiese che significato avesse quanto vedeva, ma non riusciva a capirlo. Rifletté per qualche momento, si alzò, e finalmente prese la sua decisione: sospinse quell'ultima porta che docilmente si aprì mostrandogli un lungo corridoio viola, interrotto a destra e sinistra da molti passaggi. Entrò e appena fu nel corridoio, la porta alla sue spalle si chiuse. Si girò a guardare, ma non vi era la minima traccia della porta che aveva appena varcato.
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