LA VILLA MISTERIOSA | CAPITOLO 8 - IL LABIRINTO DEGLI IDOLI |
Norbert guardò il lungo corridoio e iniziò a percorrerlo. Passç davanti alle aperture e vide che portavano a corridoi identico a quello, che, più o meno a breve distanza piegavano da una parte o dall'altra ad angolo retto. Alcuni, prima della curva, avevano anche altri passaggi... Il ragazzo si rese conto di trovarsi in un labirinto. Allora ricordò che una delle tecniche per non perdersi in un labirinto, oltre al famoso "filo di Arianna" che comunque lui non aveva, era percorrerlo tenendo sempre rigorosamente la destra oppure sempre la sinistra. Si chiese se tornare indietro per applicare questa regola fin dall'inizio e, quando si girò, notò che il pavimento aveva l'impronta dei suoi piedi dove lui aveva camminato. Si chinò a toccarne una e vide che non era umida, né impressa sulla superficie, ma che pareva incastonata, come intarsiata, era fatta di un materiale anche viola, ma più scuro. Si rialzò e fece altri due passi e vide nuove impronte apparire appena sollevava il piede, identiche alle prime... Si disse che quelle impronte, se non fossero svanite, sarebbero state il suo filo d'Arianna... Comunque, per sicurezza, decise di applicare anche la regola della "destra o sinistra". Tenendo perciò la mano sulla parete di sinistra, avanzò, girando ogni volta che la parete girava. Di tanto in tanto si voltava indietro a controllare le proprie impronte e, fin dove il suo sguardo giungeva, vide che erano ancora lì, chiare e ben visibili. Mentre procedeva nel suo percorso a zig zag, Norbert si chiedeva da dove provenisse la luce uniforme che illuminava quei corridoi senza trarre nessuna ombra dal suo corpo. Non vi erano fonti di luce apparente, né pareva che la luce provenisse dalle pareti. Poi si chiese perché dovesse percorrere quel labirinto deserto, che scopo avesse, a che cosa lo dovesse condurre, a parte l'uscita che sperava prima o poi di trovare. Era già un po' che camminava e nulla accadeva. Non gli era neppure mai capitato di ritrovare tratti di corridoio in cui già ci fossero le sue impronte, perciò si chiese anche quanto potesse essere esteso quel labirinto. Poi pensò che era come trovarsi dentro a un videogioco e si chiese se all'improvviso non avrebbe visto spuntare da dietro un angolo un qualche mostro, o un guerrigliero, o magari una sfera che tentava di mangiarlo. A un certo punto Norbert si trovò in un corridoio cieco. Fece per girarsi e tornare indietro, ma alle sue spalle la parete s'era chiusa senza fare il minimo rumore. Il ragazzo si guardò attorno un po' perplesso. Che avrebbe dovuto fare? Cercare una porta? Apparentemente non vi erano connessioni visibili. Ci stava ancora pensando quando vide la parete alla sua destra scorrere via e scomparire, sempre senza il minimo rumore. Dietro la parete che era scomparsa vide una stanza quadrata, con al centro un tavolo e due sedie. Su una delle sedie era seduto qualcuno, che gli voltava le spalle. Norbert vi entrò a passo incerto, e sentì che la parete si richiudeva alle sue spalle con un lievissimo fruscio. Si girò a guardare e vide che in effetti s'era richiusa. Aggirò il tavolo e restò a bocca aperta. La persona seduta al tavolo aveva l'inequivocabile aspetto di Leonardo Di Caprio! "Buongiorno..." lo salutò con voce incerta. "Buongiorno." rispose l'altro con un sorriso gentile, poi aggiunse, indicando l'altra sedia: "Accomodati." Norbert sedette, e gli chiese: "Ma lei... è veramente..." "Che importanza ha? Posso esserlo o non esserlo... Come stai, Norbert?" "Lei sa chi sono?" "Certo, sono qui per te." Il ragazzo si accorse che, sotto le mani di quello che era quasi certo essere il famoso attore, c'era un album e lo riconobbe subito: era l'album in cui aveva raccolto tutte le foto di Leonardo Di Caprio che era riuscito a trovare, ritagliando riviste, comprando cartoline, e procurandosele ovunque ce n'era una. "Il mio album..." disse il ragazzo. "Sì. Il tuo album. Ti va se lo guardiamo assieme?" "Come crede..." Leonardo, o chiunque fosse, lo aprì. Norbert lo guardò e arrossì: c'era la fotografia di Leo che lo rappresentava in "The Basketball Diaries" in cui Mark e Leo erano fotografati l'uno accanto all'altro, solo che non era la foto originale che Norbert aveva ritagliato e incollato: Leo era completamente nudo ed accanto a lui era seduto Norbert anche lui nudo... "Ma... ma..." balbettò Norbert. Leo lo guardò sorridendo: "Non era così che il tuo subconscio aveva fantasticato di avere questa foto? Eccola!" "Io... io..." balbettò di nuovo Norbert, arossendo ancora di più. "Eh via! Non essere così confuso: dopo tutto è solo una foto..." disse Leo, continuando a sfogliare l'album. Tutte le foto rappresentava Leo nudo e se era raffigurato con un altro attore o attrice, al suo posto vi era sempre Norbert, nudo; anche in quella di "Romeo and Juliet" dove Romeo baciava Giulietta: solo che lì stava baciando Norbert! "Questi erano, dopo tutto, i tuoi desideri." "Non avevo mai pensato davvero..." "No, certo, non coscientemente, lo so. Ma come mai allora, invece di collezionare foto di attrici, hai collezionato quelle di Leo? E così tante? Che ci trovavi in lui di tanto attraente?" "Il tuo viso pulito, bello, intelligente, romantico..." "Sì, d'accordo. E poi?" "Sei ben fatto... sei un ideale per me..." "Anche tu sei ben fatto, non hai granché da invidiare a Leo." "Mi sarebbe piaciuto... incontrarti, conoscerti... averti per amico." "Sì, chiaro... E magari anche toccarmi, baciarmi... come in quest'altra foto." "Non ci pensavo, te lo giuro..." "Ma ora? Non vorresti... spogliarmi, baciarmi, fare l'amore con me?" "Non so... forse... ora mi sento... diverso da prima." Leo, lo guardò fra le gambe: "Lui direbbe di sì, lui sta dicendo che ti piacerebbe." gli fece notare indicando la vistosa erezione. Herbert arrossì di nuovo. "Spogliami, allora, dai!" disse Leo alzandosi in piedi e, facendo ruotare il tavolo su un invisibile asse orizzontale, rivelò che in realtà era un letto. Norbert si alzò in piedi e, lentamente, iniziò a denudare quel bel giovane uomo che, fosse o non fosse Leo di Caprio, sentiva di desiderare fortemente. Leo lo sospinse sul letto e gli andò sopra. Norbert lo abbracciò e lo strinse a sé: non gli pareva vero, aveva Leo, o il suo sosia, fra le braccia e le gambe. Le loro bocche si incontrarono e si baciarono... e Norbert si sentì in paradiso. A differenza delle molteplici esperienze di sesso di ogni tipo che aveva avuto fino ad allora in quella strana e misteriosa villa, ora si sentiva pieno di tenerezza, di delicatezza, e sentiva che voleva veramente fare l'amore con Leo, non solo scopare. Si carezzarono l'un l'altro, si baciarono, si esplorarono, si guardarono negli occhi, si baciarono ancora e Norbert si sentiva sempre più felice. Non era solo eccitazione fisica, per quanto forte come quelle che aveva provato, ma una festa per tutti i sensi, per il cuore, per l'anima, per la mente. Si unirono in un dolce e appassionato sessantanove, poi ognuno si offrì all'altro e si presero a vicenda. Non fu un orgasmo squassante, ma di una dolcezza che Norbert non aveva mai provato né pensato possibile provare. E dopo, continuarono a baciarsi, a carezzarsi, senza dire nulla, semplicemente godendo l'uno la vicinanza dell'altro, l'intimità che avevano raggiunto. Poi Leo scese dal letto, si allontanò da Norbert guardandolo e sorridendogli, arretrando finché le sue spalle toccarono la parete... e vi scomparve dentro come se l'avesse trapassata con il corpo, come se fosse stato immateriale. Norbert si alzò a sedere e guardò la parete vuota. Scese dal letto e andò a toccare la parete: era solida, dura. Tornò al letto e lo fece girare nuovamente: il suo album era lì, aperto, e c'era ora una foto in più, in cui Leo e lui si univano su un letto viola, in una stanza viola. Cercò di prendere l'album dal tavolo, ma non veniva via, pareva far parte del ripiano del tavolo. Poi vide la parete scorrere via e la luce nella stanza in cui era si attenuò lentamente fino a diventare buia. Norbert uscì e si trovò di nuovo nel luminescente labirinto. Riprese ad aggirarvisi, percorrendone i corridoi, finché si trovò nuovamente in un corridoio cieco. Attese: di nuovo gli si rivelò una stanza. Qui c'era una persona seduta davanti a uno schermo da cinema. Vide che stavano scorrendo i titoli di testa. Entrò e andò a sedere accanto allo spettatore, lo guardò e questa volta fu meno sorpreso della prima volta: era seduto accanto a Matt Damon! Sullo schermo stava apparendo il titolo del film: "Good Will Hunting." Norbert aveva il DVD di quel film, e l'aveva guardato spesso... ma quando il film iniziò, si accorse che nelle scene compariva anche lui! Si girò a guardare Matt, che finalmente parve accorgersi di lui: "Oh. Eccoti, Norbert! Vedi, hai girato un film con me." "Sì..." mormorò il ragazzo. "Ti sarebbe piaciuto, vero?" "Sì, mi sarebbe piaciuto." "Ma avresti voluto che la storia fosse un po' diversa, vero?" "No... non credo..." "Sì... guarda... ti sarebbe piaciuto se fosse andata così..." Norbert guardò lo schermo e vide Matt che gli andava incontro, lo prendeva per mano, lo tirava a sé e gli diceva: "Vieni, Norbert... ho tanta voglia di fare l'amore con te... Vieni." Il ragazzo guardò nuovamente Matt, che continuava a guardarlo negli occhi e gli sorrideva. Matt, con voce gentile, gli chiese: "Perché ti piacerebbe che fosse andata così? Cosa ti attraeva verso di me?" "La tua allegria, il tuo senso dell'umore, la tua gentilezza di modi... oltre alla tua bellezza." "Sì... e che altro?" "La tua onestà, la tua franchezza." "Quella dei miei personaggi." "No, quella che credevo di leggere in te, nei tuoi occhi." "Quello che vorresti trovare nella persona da amare." "Forse." "E che ti ama." "Sì..." Matt si alzò e, con gentilezza, prese per mano Herbert e lo fece alzare. Lo prese fra le braccia, lo strinse a sé e lo baciò carezzandogli il corpo nudo. Norbert lo carezzò sopra agli abiti e percepì sotto le dita, con stupore, gli abiti dell'attore diventare senpre più sottili, leggeri, finché sentì che le sue mani stavano carezzando la pelle nuda dell'attore... o del suo perfetto sosia che fosse. Si baciarono ancora. Sui loro corpi nudi scorrevano le scene del film, e sul grande schermo si vedevano le loro ombre unite. Norbert si staccò da lui e lo guardò: era completamente nudo, come le sue dita avevano già sentito. "Sei molto bello." gli mormorò emozionato. "Se non ti piacessi non mi troveresti poi tanto bello." "Non capisco. Mi piaci perché sei bello." "No, non è così, credimi." "E come è, allora?" chiese Norbert un po' confuso. "Quando una persona ti piace come persona, la trovi anche bella." "Ma esiste una bellezza oggettiva... come quella di una statua, ad esempio. Oppure come quella di una persona ben fatta, anche se poi puoi scoprire che è una persona odiosa." obiettò Norbert. "Sì e no. Una persona veramente odiosa non può essere veramente bella e una persona veramente bella non può essere completamente odiosa. L'essere umano non è diviso in due entità opposte, corpo e anima, ma è un tutto unico, e l'una parte non può non influenzare l'altra. Ma ora, vieni..." Si unirono di nuovo, con desiderio, e fecero l'amore con dolce passione. Poi Matt s'avvicinò allo schermo, ed entrò a farne parte, coincidendo con la propria immagine nel film. Norbert riprese a girare per il labirinto. Finché si trovò ancora una volta in un corridoio cieco, che si aprì in un terzo locale. Questa volta la stanza aveva un letto, e c'era un uomo che stava appendendo qualcosa alla parete accanto al letto. Quando Norbert entrò nella stanza, l'uomo si girò e lo salutò: "Ehilà, Norbert, eccoti qui, finalmente. Stavo aspettando di incontrarti" Il ragazzo non si stupì più: aveva di fronte Gabriel Garko, il famoso attore italiano o, come le altre volte, un suo sosia, una sua "immagine". "Scommetto che in quel calendario ci sei tu, e completamente nudo!" esclamò Norbert. "No, ti sbagli, ci sei tu... nudo come sei ora." sorrise l'attore. "Io? Ma va! E perché dovrei esserci io?" "Se tu hai il mio calendario, non posso io avere il tuo?" "Ma io mica sono famoso come te!" "Io sono famoso in Italia, e se tu non ci venivi in vacanza non avresti forse neanche saputo che esistevo. Ma dimmi, perché hai comprato il mio calendario se neppure mi conoscevi?" "Perché sei un bell'uomo e le foto sono belle." "E che cosa hai visto, in me?" "Sei un uomo deciso, forte, aitante... sensuale e misterioso." "Qualità che vorresti avere tu o trovare nel tuo compagno?" gli chiese l'attore italiano con un sorriso. "Nel mio compagno, ora lo so... ma forse anche in me." "Misterioso, hai detto... Tutti gli altri, per noi, sono misteriosi." "No... perché dici così?" "Perché solo una persona presuntuosa può pensare che l'altro non sia misterioso." "Presuntuosa? Perché presuntuosa?" "Perché presume di conoscere l'altro al cento per cento, il che è impossibile. Infatti non conosciamo neppure noi stessi completamente, quindi tanto meno un altro." "Già... Comunque sei anche sensuale, tu." gli disse il ragazzo e gli carezzò il petto nudo che si intravedeva fra i lembi della camicia aperta. "Hai voglia di fare l'amore con me?" "Non sei qui per questo? E quel letto, non aspetta noi due?" gli chiese il ragazzo carezzandolo fra le gambe. Norbert pensò che, se pure "quel" Gabriel non era reale, quello che sentiva sotto la sua mano pareva più che reale, e molto piacevole. Sospinse il bell'attore sul letto. Gabriel lo carezzò sui genitali che già si stavano inturgidendo. Norbert gli si inginocchiò fra le gambe e iniziò ad aprirgli i calzoni. Gabriel lo lasciava fare e gli sorrideva, e frattanto gli stuzzicava i capezzoli eretti. Il ragazzo gli tirò fuori il bel membro forte e duro e si chinò fra le sue cosce a baciarlo, leccarlo. Poi guardò il bell'attore e gli chiese, quasi timidamente: "Posso..." "Mi vorresti prendere, vero?" "Sì." "Sono qui per questo, ormai dovresti averlo capito. Ma dimmi, perché mi vuoi penetrare?" "Perché sei bello... e maschio!" "Per sentirti più maschio tu, forse?" gli chiese Gabriel. "No... mi sentirei completamente maschio, anche se fossi tu a prendere me... e comunque puoi anche essere tu a prendere me, se ne hai voglia." "Tu non mi conosci, non sai neppure se a Gabriel Garko piacerebbe farlo con te o no, sia in un modo che nell'altro." gli disse il bell'uomo con un sorriso. "Ma ormai so che tu, chiunque sia, sei qui per me." "Sono chi vuoi, non l'hai ancora capito? E per questo puoi fare con me qualsiasi cosa vuoi." "Vorrei che tutto questo fosse... vero. E che tu mi accettassi o mi mandassi via, come TU senti giusto fare, per te stesso." "E tu?" "Io... io vorrei che tu fossi vero, come ho detto. No, vorrei incontrare, prima o poi, qualcuno che sia vero, che desideri stare con me." "Sei un bel ragazzo: chissà quanti desidererebbero stare con te, su questo... o su un altro letto." "Sai cosa intendo dire." gli disse il ragazzo, finendo di spogliarlo e sospingendolo sul letto. "Sì, ora che lo sai tu, lo so anche io." Norbert lo carezzò, poi gli chiese: "Ha senso che io faccia l'amore con una mia fantasia?" "Tu che ne dici?" gli chiese Gabriel con un sorriso. "Non so come scomparirai, tu, ma... puoi dirmi come uscire di qui?" "Apri semplicemente quella porta." Norbert si girò a guardare nella direzione che Gabriel gli aveva indicato e vide che, realmente, era comparsa una porta che prima non c'era. Si girò di nuovo verso l'attore iniziando a dire: "Chissà che un giorno..." ma il letto era vuoto, benché conservasse l'impronta del bel corpo che fino a poco prima vi era steso. Allora Norman andò alla porta, guardò ancora una volta il letto vuoto, poi il calendario alla parete con le sue immagini nude, e aprì la porta, varcandone risolutamente la soglia.
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