LA VILLA MISTERIOSA | CAPITOLO 3 - LA DARK-ROOM |
Norbert richiuse i battenti dietro di sé e vi si appoggiò contro, ansante. Non si udiva più la musica, ora. Si guardò attorno. Era in una stanza stretta e lunga, come un ampio corridoio, una galleria, e tutto era rosso: rosse le pareti coperte di damasco, rosso il tappeto, rossi i pochi arredi e rossi i dipinti che vagamente scorgeva alle pareti. Per tutta la lunghezza vi erano doppieri con candele di rossa cera accese, poggiati su mensoline laccate di rosso. E non vi era nessuno, oltre lui. Stava osservando la stanza per individuare un'altra porta, quando una folata di caldo vento percorse la strana galleria, le fiammelle tremolarono, guizzarono e si spensero. Norbert si trovò nel buio più totale. Sentì che il cuore gli batteva con violenza nel petto e cercò di respirare a fondo per calmarsi. Sentiva un rumore sibilante. Trattenne il respiro e il suono cessò. Riprese a respirare e si rese conto che il sibilo altro non era che il rumore del proprio respiro. Quando si sentì più calmo, iniziò finalmente a muoversi. Non vedendo nulla, decise di avanzare lungo la parete di sinistra, sfiorandola con le dita per non perdere il contatto. Muoveva i piedi lentamente, prudentemente, uno davanti all'altro, saggiando cautamente il tappeto per non inciampare. Infatti aveva intravisto che lungo le pareti vi erano anche alcune panche e sedili, oltre alle mensole su cui era posti i doppieri ora spenti. Sotto i polpastrelli sentiva il sericeo damasco del lussuoso parato che ricopriva le pareti. Avanzava molto lentamente. Si chiedeva come fosse capitato lì, che posto fosse quello... I suoi polpastrelli avvertirono un ostaclo. Esplorandolo lievemente e con prudenza, riconobbe la forma di una cornice: doveva trattarsi di uno dei grandi quadri che aveva intravisto quando era entrato lì. Superata la cornice... sentì qualcosa di strano. Non era né un vetro né la superficie di una tela dipinta, era soffice... era tiepido... gradevole ma strano... mosse cautamente le dita per esplorare quella superficie, per capire che cosa potesse essere... Allontanò di colpo la mano come se si fosse scottato: era un corpo! E un corpo maschile, ne aveva sfiorato il membro eretto! Stranamente, si rese conto, prima non aveva sentito sotto i propri polpastrelli i peli del pube che, solitamente dovrebbero circondare un membro... C'era qualcuno lì! "Chi sei?" chiese sottovoce. Nessuno rispose. Di nuovo alzò la mano e di nuovo si trovò a sfiorare un membro eretto. Eretto e caldo, palpitante. Tolse la mano. "Chi sei?" chiese di nuovo. Una soffice risatina gli giunse alle orecchie e sentì una mano sfiorare il suo membro. Scartò indietro e quel contatto cessò. Ma il suo membro, che era tornato morbido da quando era riuscito ad abbandonare il salone bianco, iniziò a indurirsi nuovamente. La mano dello sconosciuto gli carezzò di nuovo il membro semieretto e Norbert nuovamente scattò indietro interrompendo quell'imbarazzante contatto con lo sconosciuto. Un'altra risatina risuonò lieve nella stanza e Norbert non riuscì a capire da dove giungesse. Poi una voce soffice mormorò: "Hai un bel cazzo, Norbert... lasciamelo toccare..." "No, tieni le mani a posto!" disse Norbert seccato. Ma quello che forse lo faceva sentire più irritato era che quell'improvviso e ripetuto tocco sul suo membro, gli aveva provocato una nuova erezione. Poi si rese conto che quella voce, che non aveva saputo riconoscere, l'aveva chiamato per nome: quindi chi aveva parlato lo conosceva, era qualcuno che lui conosceva. Eppure non riusciva ad associare quella voce con un volto. La mano dello sconosciuto lo toccò di nuovo in modo più intimo, e la voce gli sussurrò: "Lasciatelo succhiare, Norbert... ti faccio godere..." "Ma va al diavolo!" rispose il ragazzo irritato, tentando di sottrarsi a quella mano, ma appena fece per indietreggiare, un'altra mano gli carezzò il sedere. "Nessuno ci vede qui, nessuno ci può vedere, lasciati fare una bella pompa, Norbert..." insisté la voce. I ragazzo si mosse quasi con violenza, per liberarsi da quelle due mani che lo toccavano sia davanti che dietro, e il contatto cessò. Si mosse, cercando di riprendere, se pure con qualche timore, la sua esplorazione a tentoni. Aveva perso completamente il senso dell'orientamento, non riusciva più a capire in che direzione dovesse camminare. Una mano gli carezzò il petto all'altezza dei capezzoli. Norbert scattò via di lato e andò a cozzare contro un altro corpo nudo e ne sentì il membro eretto premergli contro il fianco. Si mosse nell'altra direzione. Udì di nuovo un risolino basso: "Dai, Norbert... sei eccitato, no? Ti piace sentirti il mio cazzo duro addosso, no?" gli sussurrò la voce. "Ma va a fa'n culo!" "Sì, il tuo bel culetto mi piace..." gli rispose la voce e di nuovo una mano gli carezzò il sedere. Norbert ebbe l'impressione di essere circondato da maschi nudi e arrapati, ovunque si muovesse, sentiva un corpo, un membro, un sedere... Ma la voce aveva sempre lo stesso timbro, lo stesso tono, pareva di una sola persona... ma chi era? Chi erano? "Dai, Norbert, lo so che ne hai voglia... Siamo al buio, no? Goditi l'occasione, godiamo assieme... mi piaci... tu ne hai voglia..." insistè la voce. Norbert pensò che era come se l'altro, o gli altri, lo vedessero. Le mani lo toccavano sempre nei punti giusti, mai a caso... Rimase immobile, trattenendo il respiro: non un suono giungeva ora alle sue orecchie. Sollevando entrambe le mani davanti a sé, avanzò lentamente. Dopo un paio di passi toccò qualcosa: istintivamente ritrasse le mani, ma poi si rese conto che aveva di nuovo toccato la superficie di damasco delle pareti. Riprese allora ad avanzare con cautela, facendovi scivolare sopra i polpastrelli. Improvvisamente sentì un alito caldo sulla nuca e la voce ricominciò a parlare. "Mi piace il tuo culetto, Norbert..." Contemporaneamente sentì un membro duro e caldo sfregarsi lieve fra le sue natiche. Il ragazzo si girò rapido, per fronteggiare l'invisibile persona e respingerla, e sentì alle proprie spalle la parete. "Non mi toccare!" esclamò minacciosmente. Una mano da un lato gli sfregò per un attimo un capezzolo e si allontanò subito. Norbert si girò un po' per fonteggiare la nuova "minaccia", ma un'altra mano gli sfiorò il membro duro. Il ragazzo fece roteare con vigore le braccia attorno a sé ma trovò il vuoto. La voce rise sofficemente: "Ma dai, Norbert, non resistere ai tuoi desideri. Ce l'hai duro come marmo! Hai voglia, ammettilo..." "No!" "Lasciatelo succhiare, sborrami in bocca..." "Vai via! Andate via!" "Sei peggio di una donna: dici no, no, ma ne hai voglia." "Sono un maschio e non sono frocio!" "Sì, sei un gran bel maschio... e SEI frocio." "No!" Di nuovo una mano gli carezzò i testicoli e la parte inferiore del suo bel membro duro. Norbert si protesse con entrambe le mani il membro e non trovò le mani che l'avevano appena toccato. Ora il ragazzo era quasi piegato in avanti, per proteggersi meglio. "Se vuoi uscire di qui, te lo devi far succhiare... dai... lasciati fare un bel pompino... Muori dalla voglia, lo so... ti farò godere..." "Va al diavolo! Lasciami in pace!" "Una bella, lunga, piacevole pompa... togli le mani di lì, lasciami fare... nessuno ci vede... nessuno ne saprà mai niente..." Norbert, strisciando con la schiena contro la parete, cercò di allontanarsi da quella voce. Improvvisamente sentì un membro premergli sul sedere, eppure la schiena sentiva la parete! Si mosse in avanti e sentì come un soffio sui capezzoli e contemporaneamente sulle mani con cui ancora cercava di porteggersi i genitali. "Norbert... Norbert... lasciati andare... godi con me..." sospirò la voce dal buio. Poi sentì due labbra e una lingua sul capezzolo di destra. Sottraendosi sollevò le mani per interromperre quel contatto lascivo, e subito una mano gli palpò i genitali. "Mi piace il tuo cazzo, Norbert..." "Lasciami in pace!" urlò in ragazzo. "No... sei eccitato, ammettilo... hai voglia... muori dalla voglia, dillo..." "Basta..." mugolò quasi Norbert. Una cascata di risatine, come emesse da mille voci, lo avvolse. "Dai, toccami il cazzo... bacialo... leccalo... succhiamelo, dai..." la voce gli disse, provenendo da un'altra direzione. Sentì un membro sfiorargli una guancia e si scostò violentemente. Andò a battere di nuovo contro la parete. Con le mani la tastò spostandosi e sentì un'altra cornice. La superò, c'era un pannello liscio... forse era una porta. Affannosamente la esplorò e, come sperava, le sue mani individuarono la maniglia. La afferrò e fece per girarla, ma improvvisamente quella divenne calda e morbida: era un sodo membro eretto quello che ora stringeva e girava nella mano. Stava per togliere precipitosamente la mano ma poi un pensiero feroce si fece strada nella sua mente turbata e strinse più forte, torcendo e tirando con tutte le sue forze... e il membro era di nuovo una fredda maniglia di metallo, ma la porta non si apriva. "Aprite! Aprite! Lasciatemi uscire!" gridò disperato. Batté con entrambi i pugni contro la porta, ma una mano si posò sulle sue natiche nude e un dito cercò di infilarsi nel solco. "No!" gridò Norbert e si gettò di lato. Inciampò contro una panca di legno e, per non cadere, vi si appoggiò con entrambe le mani... e il legno diventò un corpo soffice e sodo. Si allontanò arretrando, ansando forte, spaventato. La voce di nuovo ridacchiò, questa volta davanti a lui: "Dai, sono qui, a quattro zampe... mettimelo in culo, su! Fottimi, godimi dentro..." Norbert furioso andò in avanti finché le sue gambe sfiorarono il corpo che immaginò attenderlo, a quattro zampe. Allora vi abbassò sopra con vigore entrambi i pugni... e batté contro il ripiano della panca, e il colpo rimbombò nella stanza. La voce ridacchiò alle sue spalle: "No, non così, bruto! Ma non ti rendi conto? Il tuo cazzo è sempre duro, vuole soddisfazione... hai voglia... lasciatelo succhiare, dai... Girati, io sono qui in ginocchio, pronto a farti una bella pompa... vieni qui... mettimelo tutto in bocca, spingimelo fino in gola, sborrami dentro..." La voce ridacchiò alla sua destra e una mano nuovamente gli sfiorò il membro che era sempre duro e ritto in avanti. Norbert si scostò andando verso la parte opposta della galleria. Doveva trovare la porta, piuttosto sarebbe tornato nella sala da ballo, almeno là nessuno l'aveva toccato... Aveva di nuovo perso l'orientamento. Si immobilizzò e restò in ascolto. Non udì alcun rumore. Si avviò allora a passo svelto, dritto davanti a sé: prima o poi avrebbe ritrovato la parete. Il suo corpo andò a cozzare contro un altro corpo, e sentì il suo membro duro piegarsi verso l'alto per l'impatto, scivolando contro un corpo. Sentì il membro dell'altro premergli sul pube, sfregare contro il suo. Arretrò mulinando inutilmente le braccia davanti a sé. "I nostri cazzi si sono toccati... hanno fatto cincin... ti piaceva, no?" disse la voce alla sua sinistra. "Dai, smettila di scappare, lasciati andare... godi con me... ti farò provare il paradiso, Norbert, te lo prometto..." "Ma chi cazzo sei? Chi sei? Come sai il mio nome?" "Ti conosco, Norbert, meglio di come tu conosci te stesso... Ti ho visto come ti piace guardarti nudo davanti allo specchio, mentre ti fai una sega..." "Non puoi conoscermi, non puoi avermi visto... ero sempre solo..." protestò Norbert. Poi si dette dello stupido: era evidente che l'altro stava bluffando, ci aveva azzeccato per caso. Chissà quanti ragazzi lo fanno... pensò. La voce riprese: "Ti ho visto quando ti fai seghe nella doccia..." "E chi non se le fa?" chiese Norbert cercando di calmarsi, in tono di sfida. "E quando chiudi gli occhi e fantastichi... vedi sempre un maschio nudo che sta scopando..." "Certo, che scopa una ragazza!" "No... non l'hai mai vista nelle tue fantasie la ragazza, solo un paio di gambe, di braccia... perché quello sotto era un ragazzo, non una ragazza..." insinuò la voce. "No, non è vero. Non l'ho mai fatto con un ragazzo, io!" "Ma ti piaceva farti seghe con i tuoi amici, confessalo..." "Ognuno di noi se la faceva da solo..." "Sempre? Quest'ultima volta, là accanto al fuoco... Ti piaceva come Shawn te lo teneva in mano... ti piaceva avere quello di Shawn in mano, dai, non lo puoi negare!" "Che cazzo ne sai tu? Chi sei? Shawn? Frank? Dai, ragazzi, questo scherzo è durato anche troppo, mi fate dare di matto. Piantatela..." "Chi vorresti che fossi io? Scommetto che ti piacerebbe se io fossi Liam... Hai sempre guardato il suo cazzo con interesse... ti attrae Liam, vero?" "Ma chi cazzo sei? Che cazzo vuoi?" "Voglio fare sesso con te... e anche tu lo vuoi, ammettilo." "Ma piantala, stronzo!" "Ti sei incazzato con Shawn perché avresti voluto farlo con Liam, ammettilo..." "Stronzate!" "Se era Liam a proportelo e se non c'erano gli altri... lo facevi, lo sai bene." "Tu sei matto. Sei bacato nella testa. Sei solo un frocio, un pervertito..." "Non più di te, Norbert, non più di te..." "Io non sono frocio!" urlò Norbert. "Continui a ripeterlo, a gridarlo. Chi vuoi covincere? Te stesso? Gridi perché sai che non è vero. Lo ripeti perché hai paura di ammetterlo. Hai voglia di cazzo... hai voglia di sesso con un maschio..." "Io l'ho sempre fatto solo con ragazze..." gemette quasi Norbert, spostandosi lentamente come per sottrarsi in qualche modo a quella voce incalzante. "Le tue cinque ragazze? Quelle di cui ti vantavi coi tuoi amici? Aha! Solo un paravento dietro a cui ti nascondevi a te stesso..." "No! Non è vero!" "Sì... Con Melissa, Judy e Margie... vi siete solo pastrocchiati, non sei arrivato a niente di più... Raquel... ti ha fatto una sega, e neanche eccezionale, non ci sapeva fare... e tu non le hai neanche infilato un dito nella fighetta calda e umida, non t'è neppure venuto in mente..." "Ma Deborah l'ho fottuta!" "Sì... perché lei lo voleva più di te..." "Ho goduto..." "Certo, lei ci sapeva fare... è riuscita a farti venire... ma poi... poi ti sei pentito, avresti voluto non esserci cascato..." "Solo perché avevo paura di averla messa incinta." protestò Norbert. "È vero... perché hai pensato che non valeva il prezzo di averla messa incinta per un piacere che non era niente di speciale, dopo tutto... perché non t'era davvero piaciuto..." "Ma ho goduto..." "Non più che farti una sega, ammettilo... Niente di speciale... Con me invece... impazziresti per il piacere... e vorresti farlo di nuovo..." "Sei Liam? Solo lui sa tutte queste cose..." "Lui... e tu... e io... Tu sarai felice solo quando scoperai con un maschio..." "No!" "Sì... tu vuoi provare l'ebrezza di un bel cazzo in bocca..." "Tu sei malato!" "Vuoi scoprire quant'è bello inculare un ragazzo..." "Piantala, stronzo!" "Vuoi provare quant'è bello prenderlo in culo..." "No, no!" "E fartelo succhiare da un maschio come te..." lo incalzava la voce. Norbert durante tutto questo dialogo aveva continuato ad arretrare lentamente. Improvvisamente sentì premergli contro la schiena la dura maniglia di una porta. Si girò e afferrò la maniglia, la fece ruotare... Questa volta la porta cedette, si aprì, una luce abbagliante gli fece chiudere gli occhi, ma varcò la soglia e chiuse il battente alle sue spalle.
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