LA VILLA MISTERIOSA CAPITOLO 5 - LO STUDIOLO

Norbert si trovò sulla soglia di una piccola stanza. Alle pareti c'era una carta da parati a striscie verticali di varie tonalità di giallo. Una libreria di legno di ciliegio, giallo, copriva la parete davanti a lui, e aveva davanti una sedia a braccioli, vuota, a lato di una scrivania dello stesso legno di ciliegio. Sopra al ripiano del tavolo c'era una lampada accesa che proiettava un largo cono di luce verso il basso e che illuminava la sedia a braccioli.

Norbert si girò lentamente attorno osservando tutto. Alle sue spalle c'era lo specchio da cui era entrato. Sulla parete di destra un porta chiusa. Sulla parete di sinistra era dipinta una finestra... Guardò di nuovo verso la libreria e la scrivania.

Sulla sedia a braccioli era ora seduto un giovane uomo e Norbert immediatamente riconobbe in lui il suo ex professore di matematica delle superiori. Indossava un paio di calzoni di cotone grigio e una camicia scozzese a scacchi gialli e grigi, e lo guardava sorridendo.

Norbert fu improvvisamente conscio di essere nudo e si coprì i genitali con entrambe le mani, arrossendo.

"Professor MacKinney!" esclamò a bassa voce, sorpreso

"Ehi, Norbert, sono lieto di rivederti!"

"Mi scusi, professore... non sapevo che questa fosse casa sua..." balbettò il ragazzo completamente confuso.

"Casa mia, ragazzo? Ma no, questa è casa tua, questa è villa Norbert!"

"Eh? Come? Casa mia? No, professore, non è casa mia..." rispose il ragazzo ancora più confuso.

Il giovane uomo sorrise: "Mi sembri turbato, ragazzo. Che capita? Ma... te l'ho mai detto che sei davvero un bel ragazzo? Togli quelle mani di lì, tanto ormai ho già visto tutto quello che c'era da vedere..."

"Io... io..." balbettò Norbert.

"Via, togli quelle mani... Così, bravo. Anche il tuo cazzo è bello, ti sei sviluppato bene. Eri già il più bello dei miei studenti, d'altronde. Il più desiderabile..."

"Lei, professore..."

"Vieni qui, vieni più vicino..." gli disse il giovane uomo sorridendogli invitante e allargando un po' le gambe.

Norbert non poté fare a meno di notare il generoso ringonfio sotto la patta del giovane professore biondo...

"Professore... io voglio uscire da questa casa... non è casa mia... e non capisco dove sono finiti i miei vestiti... I miei amici mi staranno cercando... penso. Abbiamo montato le tende da qualche parte, qui fuori... ho perso la strada..." disse quasi tutto d'un fiato il ragazzo.

"Calmati... calmati, ragazzo. Va tutto bene." gli disse il giovanotto sorridendogli e, allungate le mani, lo prese per i polsi e lo tirò a sé, fra le sue gambe divaricate.

"Va tutto bene..." gli ripeté con voce calda e suadente.

Lo spinse in giù, obbligandolo con gentile determinazione a inginoccharsi davanti a lui, poi si sbottonò la camicia di lana. Sotto non aveva niente e Norbert vide l'ampio petto glabro e muscoloso dell'uomo e il suo ventre piatto. Due scuri capezzoli con pochi peli biondi attorno, adornavano quel bel petto...

"Dai..." disse semplicemente il giovane professore.

Norbert si chinò sul quel bel petto e iniziò a suggere, lecchettare, mordicchiare ora l'uno ora l'altro dei capezzoli.

"Sì, bravo, così." lo incitò l'uomo.

Norbert gli passò le mani sotto la camicia e gli carezzò la schiena, continuando a suggere i capezzoli induriti del suo ex professore.

Lo sentì trafficare in basso. Si staccò e guardò: il giovanotto si stava aprendo la patta dei calzoni. Norbert tratteneva il fiato e continuava a guardare, affascianato. La patta si aprì e anche sotto i calzoni l'uomo non indossava nulla: il suo membro già duro, eretto verso l'ombelico e aderente al ventre, apparve alla sua vista.

"Succhialo, Norbert, dai!" gli disse l'uomo, sospingendolo sulla nuca verso il proprio pube.

Norbert si chinò senza nemmeno tentare di resistere, prese con entrambe le mani il grosso membro duro e i testicoli e prese a baciarli, leccarli... gli piaceva... Era caldo, forte, sodo... e palpitava sotto le sue labbra e la sua lingua.

"Succhialo, Norbert... fammi godere." lo invitò di nuovo il giovane professore.

Il ragazzo lo prese fra le labbra, e se lo fece scivolare in bocca abbassando la testa: la sensazione era incredibilmente gradevole. Quando il suo naso fu premuto contro i biondi peli del pube del giovane uomo, ne sentì l'odore maschio e muschiato e anche quello gli sembrò bello, inebriante.

Iniziò allora a succhiarlo, muovendo su e giù la testa in un ritmo sempre più sicuro e forte. Le mani dell'uomo gli carezzavano le spalle e la schiena, la nuca ed i capelli.

"Bravo, Norbert, così... succhialo, fammi godere... E bevi tutto... Ti piace succhiarlo, Norbert, vero?"

Il ragazzo smise per un attimo, lo guardò e mormorò: "Sì..." e si accorse che il bell'uomo non aveva più la camicia indosso.

"L'hai sempre desiderato, io lo so. Continua allora, fammi godere, ora che finalmente puoi farlo."

Norbert si chinò di nuovo e ora erano scomparsi anche i calzoni e vedeva le forti cosce dell'uomo coperte da una lieve peluria bionda che brillava come oro fino nel cono di luce della lampada da tavolo.

Senza chiedersi come potesse non avere più i calzoni indosso, ché ormai non si mervigliava più di nulla, Norbert si rituffò a succhiare quel gustoso tocco di carne fremente.

Sì, gli piaceva... gli piaceva l'odore, gli piaceva il gusto, la sensazione fra le labbra e contro la lingua, gli piaceva quando gli solleticava l'ugola e gli si affacciava in gola... Con le mani carezzava i pesanti testicoli dell'uomo, l'interno delle cosce, il ventre piatto e incavato, fino a salire a stuzzicargli i capezzoli.

"Bravo, Norbert, così... hai sempre desiderato farlo, io lo so... E anche io ho sempre desiderato farmelo succhiare così da te... Fammi godere, dai!"

Il ragazzo sentì i muscoli dell'uomo tendersi e rilassarsi sotto le sue carezze e capì che stava per raggiungere l'orgasmo. Si dedicò a quel grosso e bel membro con maggiore entusiasmo, e si chiese che gusto potesse avere quello che, lo sapeva, presto l'uomo gli avrebbe fatto assaggiare.

L'uomo ora tremava, sussultava quasi, poi, senza emettere un solo suono, iniziò a riversargli in bocca ondate di tiepida crema. Norbert la bevve tutta, rapidamente, schizzo dopo schizzo, sentendola depositarsi sulla sua lingua, ingoiandola in grossi sorsi. Ne sentiva il sapore: era strano ma piacevole, lievemente salato, saporito, come liquida crema, fluido come il caldo custard che si fa colare sul pancake...

Quando ne ebbe estratto anche l'ultima goccia, continuando a succhiare, l'uomo con gentilezza gli fece allontanare il capo dal propro grembo. Norbert guardò in su e vide l'uomo sorridergli.

"Sei un succhia-cazzi nato, Norbert. Io l'ho sempre saputo... Sei davvero bravo... Ti è piaciuto, vero?"

"Ha... un buon sapore." ammise il ragazzo sentendone ancora, con piacere, il gusto in bocca.

"È la tua prima volta, questa." affermò il giovane professore, carezzandogli i capelli.

"Sì, la mia prima volta." mormorò Norbert quasi un un'eco, chiedendosi come il suo ex professore potesse saperlo.

Ma in quella misteriosa e strana villa, tutti parevano sapere ogni cosa di lui, anche meglio di lui stesso.

Norbert era rimasto inginocchiato davanti al corpo nudo del suo giovane e bel professore e ne ammirava il corpo maschio. Vide che sulla punta del membro, ora morbido, riluceva una goccia di seme. Con un dito la raccolse e la leccò. Sì, gli piaceva davvero.

In quel momento qualcuno bussò alla porta. Norbert si alzò in piedi, allarmato e si girò a guardare. La porta si aprì e vi comparve il giovane pastore della sua chiesa, vestito di nero, col collarino bianco.

Norbert si girò preoccupato verso il suo ex professore, e vide che la sedia era vuota e che l'uomo non era più nella stanza.

Il pastore entrò e si chiuse la porta alle spalle.

"Oh, Norbert! Ti stavo cercando." gli disse il pastore con un sorriso, senza apparentemnte curarsi della completa nudità del ragazzo.

"Mi... cercava, reverendo?" gli chiese il ragazzo incerto.

"Sì, Norbert, ti cercavo."

"Sono i miei amici... che le hanno detto di cercarmi?"

"No, Norbert." gli disse il pastore avvicinandosi a lui.

"Io... cercavo i miei vestiti, reverendo." gli disse il ragazzo senza neppure più cercare di coprirsi i genitali.

"I tuoi vestiti, Norbert? E perché? Sei così bello... bello così tutto nudo..." gli disse il giovane pastore e con una mano carezzò i genitali del ragazzo che sussultò sorpreso, ma non si sottrasse alla lieve e intima carezza.

"Sì, sei davvero bello..." gli ripeté il pastore sorridendogli e continuando a carezzare lieve il membro di Norbert.

I due si guardavano negli occhi. Il ragazzo sentì il suo membro rispondere alle carezze della calda e lieve mano del giovane pastore.

"Io... io vorrei uscire di qui..." gli disse il ragazzo quasi sottovoce.

"Sì, lo so. Dopo... Dopo ti dirò come uscire... ma ora... Non stare così teso, ragazzo mio... va tutto bene."

"Che cosa vuole, da me?" gli chiese Norbert fremendo.

"No, sei tu che vuoi qualcosa da me... E io sono qui per dartelo, ragazzo."

"Io... voglio qualcosa da lei, reverendo?"

"Sì..."

"Perché mi sta toccando così?" gli chiese Norbert a bassa voce.

"Perché so che ti piace. L'hai sempre desiderato."

"No..."

"Sì. Credi che non abbia notato come mi guardavi, ogni domenica in chiesa durante il sermone? Non mi staccavi gli occhi di dosso."

"Mi piace come predica... Io l'ho sempre ammirata, reverendo Connery."

"Ma se non stavi quasi a sentire... ti piaceva il suono della mia voce, forse... Ti piaceva come sorrido, ti piaceva guardarmi... e la tua ammirazione era per il mio corpo, non per le mie parole."

"No..." gli disse il ragazzo turbato.

"Sì. Non te ne rendevi conto, lo so, ma è così... anche adesso... ti piace come ti tocco... e ti stai chiedendo come sono, sotto questi abiti..."

"No..." gemette il ragazzo, rendendosi conto, in quel momento, che era vero.

"Sì. Sii onesto con te stesso, prima che con me. Sono qui per te, te l'ho detto. Per darti quello che desideri."

"No..." esalò lieve il ragazzo, ma sentiva che il suo membro era per l'ennesima volta ritto e duro nella calda mano dell'altro.

Il giovane pastore si sbottonò la camicia nera e se la sfilò: sotto aveva una T-shirt celeste, su cui in grandi lettere d'oro erano serigrafate le parole "You Need It!"

Poi si aprì i calzoni e con uno strappo secco se li tolse come fossero calzoni per strip tease. Sotto aveva boxer dello stesso celeste della T-shirt, con sopra in grandi lettere oro era scritto "It's Here!"

Norbert lo guardava affascinato. Il giovane uomo si sfilò la T-shirt restando a torso nudo: il suo petto era leggermente villoso e i peli scuri tracciavano una sottile riga al centro del petto, che scendeva sul ventre, quasi come una freccia che indicasse sotto i boxer.

"Tu lo vuoi, l'hai sempre voluto, Norbert. Fallo..."

Norbert gli si inginocchiò davanti, sollevò le mani ai lati della cintura elastica dei boxer e li fece calare lentamente. Il bel membro del pastore saltò fuori, ritto e duro, e puntò verso il volto del ragazzo.

Norbert si chinò in avanti e lo baciò, lo leccò, lo prese fra le labbra e, mugolando per il piacere, si mise a succhiarlo muovendo avanti e dietro il capo.

Il giovane uomo si chinò su di lui, e gli carezzò la schiena. Norbert fremette. Sì, era vero, lo voleva, l'aveva sempre voluto! Come poteva non essersene accorto prima? Era vero, la sua ammirazione per il giovane pastore era solo desiderio, desiderio sessuale... e ora poteva finalmente esaudire quel suo sogno segreto, talmente segreto che lui stesso non aveva mai saputo riconoscerlo!

Il bel membro del giovane uomo di chiesa gli riempiva piacevolmente la bocca e palpitava con forza fra le sue labbra, sopra la sua lingua. Se lo faceva scendere il più a fondo possibile nella bocca, con forza, e lo succhiava con crescente piacere. Lo assaporava e gli pareva impossibile, ora, aver rifiutato solo poche ore prima di farlo con il suo amico Shawn, laggiù accanto al fuoco, nella radura.

Succhiava quel forte membro con entusiasmo, con passione, con golosità. Le sue mani carezzavano le forti gambe del giovane uomo davanti a cui era devotamente inginocchiato.

Sentiva il giovane pastore fremere in preda al piacere, e la coscienza di essere lui a dargli quelle emozioni sempre più forti lo faceva sentire quasi come se fosse ubriaco.

Con la coda dell'occhio colse un movimento alla sua sinistra: girò gli occhi senza smettere di succhiare e vide la propria immagine riflessa nello specchio da cui era entrato in quello studiolo. Vide il bel membro scivolare dentro e fuori dalle sue labbra e questo lo fece eccitare ancora di più.

Vide riflesso nello specchio il bel corpo nudo del giovane pastore, saldamente in piedi sulle forti gambe lievemente divaricate, ricurvo su di lui e pensò che era una scena incredibilmente sensuale.

Anche il giovane pastore girò il capo verso lo specchio e, attraverso questo, gli sorrise.

"Ti piace, Norbert, non è vero?"

Il ragazzo annuì con convinzione.

"Sì, l'hai sempre desiderato e ti piace... lo sapevo. Per questo sono venuto qui, da te. Per soddisfare il tuo bisogno, la tua sete... Ho sentito il tuo desiderio. Muovi la lingua... così... goditi questo mio bel tocco di carne calda."

La voce sensuale del giovane uomo era come una carezza e lo faceva fremere almeno quanto le mani che continuavano a spaziare su tutte le parti del suo corpo che riuscivano a raggiungere. Con la lingua, ogni volta che arretrava con il capo, tracciava piacevoli cerchi attorno al glande liscio, caldo e gonfio. Ogni volta che spingeva avanti la testa, premeva il naso contro il folto ciuffo di peli biondi e ne aspirava il vago ma eccitante odore di maschio.

"Succhialo, succhia... tra poco ti disseterò, ti farò assaggiare il nettare di maschio, ti farò bere alla fonte di eterna giovinezza. Succhialo, Norman." lo incoraggiava con voce sempre più roca per il piacere il bell'uomo.

Il ragazzo impastava con le mani il sacchetto che pendeva sotto il bel membro, carezzava l'interno delle forti cosce... il giovane pastore sollevò il torso e gemette, fremette...

"Ecco... bevilo tutto... ecco... è tuo... bevi... beeeeviii..." mugolò l'uomo spingendoglielo con forza fino in gola e inziando a svuotarsi nelle profondità della sua bocca.

Norbert succhiò più forte e, ogni volta che ingoiava, le pareti della sua gola mungevano la forte canna di carne traendone tutto il liquore di vita e aumentando il piacere del giovane uomo.

Quando il ragazzo finalmente si lasciò uscire dalla bocca il bel membro, si accoccolò sedendo sui propri calcagni ed emise un lungo sospiro soddisfatto. Anche il seme del bel pastore aveva un piacevole sapore, notò Norbert leccandosi le labbra soddisfatto.

Sollevò lo sguardo e vide il bell'uomo ritto davanti a sé, ora completamente vestito di nuovo. Il pastore gli sorrideva.

"Sei soddisfatto?" gli chiese l'uomo.

"Sì..." rispose Norbert con un lieve sorriso.

"Alzati, ora. Non mi hai detto che vuoi uscire da qui?"

Norbert si alzò agilmente: si sentiva di nuovo forte, pieno di energie, e ora non gli importava più di essere completamente nudo davanti a un altro, anzi, ne provava quasi piacere.

"Sì, vorrei uscire..." rispose tranquillo, "devo tornare indietro. I miei amici saranno preoccupati per me, penso."

"Sì... vieni, allora."

Il pastore riaprì la porta da cui era entrato e Norbert lo seguì.

Si trovarono in una stanza ottagonale. Anche questa era gialla, e sulla carta da parati c'erano dipinti gigli come quelli dello stemma dei re di Francia, in foglia d'oro. La luce proveniva da una cornice che correva sotto la volta della stanza.

Oltre alla porta da cui erano entrati lì, c'erano altre tre porte. Sopra ognuna era appeso un cartiglio, con la cornice coperta di foglia d'oro e con tre frasi scritte sopra.

Una era dipinta in azzurro e leggeva "La via dell'Applicazione", un'altra era verde e recitava "La via della Natura" e la terza infine era viola e c'era scritto "La via della Volontà".

"Ecco, ragazzo mio, hai tre vie da seguire per uscire da questa villa. Devi scegliere da quale cominciare, ma comunque devi percorrerle tutte e tre, e nel giusto ordine. Se sbagli, rischi di restare qui troppo a lungo e di non trovare facilmente la via d'uscita."

"Come faccio a sapere se ho sbagliato?" chiese il ragazzo.

"Se sceglierai quella giusta, ognuna ti porterà all'altra. Se invece scegli la sequenza sbagliata, ti ritroverai qui e dovrai ricominciare tutto da capo. Troverai porte aperte e porte chiuse, in base a che cosa deciderai di fare in ogni stanza."

"Non mi può dare un consiglio, pastore?"

"No. Fin qui sono gli eventi che hanno deciso per te, ma da qui in poi la scelta dipende solamente da te."

"Potrò uscire? Tornare fuori?"

"Certo che puoi, ma quando e come, ormai dipende solamente da te."

"Ma come posso scegliere così alla cieca?"

"Mio caro ragazzo... sei stato cieco fino a oggi... non continuare a esserlo e vedrai che farai le giuste scelte."

"Pastore... quando tornerò fuori da qui... come farò per trovare la via giusta?"

"Quante domande..."

"E per quanto tempo ancora dovrò rimanere qui dentro... se dovessi sbagliare?"

"Vedi, Norbert, qualcuno ci ha messo pochi minuti, qualcuno anni..."

"Anni?"

"Sì, anni. Anni per capire, anni per accettare, anni per iniziare a..."

Ma mentre il giovane pastore stava dicendo questo, la sua immagine iniziò a tremolare, divenne trasparente e prima che finisse la frase, svanì.

Norbert riguardò i tre cartigli. Doveva esserci un indizio, un'indicazione, non poteva essere una scelta fatta alla cieca, oppure non sarebbe stata una vera scelta. Allora, per la prima volta, ripensò a tutto quanto era accaduto da quando aveva messo piede in quella misteriosa villa. E a poco a poco un'intuizione si fece strada nella sua mente. Sì, si disse, forse aveva capito.

A passo risoluto si accostò alla porta sopra cui pendeva il cartiglio con su scritto in verde "Via della Natura", spinse deciso il battente della porta e ne varcò la soglia.


DIETRO - AVANTI