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una storia originale di Andrej Koymasky


I TRE BUDDA CAPITOLO 2
IL CELEBRE PROFESSORE

Ohmori Goroh, primario di Medicina Interna nell'Ospedale Universitario di Kyoto e professore di Patologia Oncologica nella facoltà di Medicina, era un uomo di quarantacinque anni, autore di numerose pubblicazioni tradotte in varie lingue, conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Da un anno era anche membro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Entrò nell'aula del corso degli studenti dell'ultimo anno, salì in cattedra, prese l'elenco degli allievi e li chiamò a uno a uno, studiandoli attentamente man mano che si alzavano in piedi. Accanto a ogni nome della sua lista, quando l'allievo rispondeva, tracciava alcuni segni con la sua elegante stilografica d'oro.

Tra i primi dell'elenco, stilato nell'ordine sillabico giapponese, chiamò Kimura Kiyoshi. Come gli altri prima di lui, lo squadrò da capo a piedi, con espressione indecifrabile, e scrisse qualcosa a fianco del suo nome: erano tre piccoli cerchi concentrici.

Quando ebbe terminato l'appello, guardò, nel silenzio generale, la lista. L'unico che aveva tre cerchi era quel Kimura Kiyoshi. Cinque avevano due cerchi, sette ne avevano uno, gli altri nessuno o una crocetta.

Iniziò a esporre il contenuto del suo corso. Qualcuno dei ragazzi prendeva rapidamente appunti, altri avevano un miniregistratore acceso, altri semplicemente lo ascoltavano, immobili.

Il professor Ohmori, mentre parlava, continuava a scrutare i volti dei suoi nuovi allievi: in questo modo li obbligava ad ascoltarlo... o almeno a fingere. Al tempo stesso si imprimeva bene in mente i loro volti, a cui sapeva già unire un cognome e un nome: era conosciuto, in facoltà e in clinica, per la sua prodigiosa memoria.

Si narrava che il professor Ohmori conoscesse a memoria tutti i testi del teatro Noh di Zeami, oltre a tutta la produzione poetica di Buson. Nessuno mai l'aveva potuto verificare, ma certo era che spesso ne citava interi brani e ben raramente due volte gli stessi.

Aveva inoltre, l'illustre professore, la capacità di fare contemporaneamente diverse cose, come leggere o scrivere un testo, ascoltare una conversazione che avveniva accanto a lui e parlare con un interlocutore o fare una lezione: diceva di avere "dissociato" nel proprio cervello tre livelli in modo di seguire, con ognuno, una diversa attività. La spiegazione non era molto scientifica, comunque di fatto era in grado di farlo.

Così, quella mattina, mentre continuava a parlare ai suoi studenti, stava programmando le sue attività della giornata, e pensava a Kimura Kiyoshi e al fatto che doveva farlo suo, portarselo a letto. Da un anno era rimasto vedovo, quindi godeva di una maggiore libertà di azione. Non che prima avesse mai avuto problemi, semplicemente ora ve n'era uno in meno.

Se il corpo di Kimura fosse stato bello quanto il suo volto, avrebbe avuto lì nell'aula uno dei più affascinanti ragazzi su cui avesse mai posato lo sguardo. Nascosto dalla cattedra alla vista degli studenti, Ohmori si sistemò con una mano la forte erezione che gli premeva sotto i calzoni al pensiero di fare sesso con il bel ragazzo a cui aveva assegnato tre cerchi.

Terminata la lezione, il professore si recò all segreteria studenti e chiese di visionare il fascicolo di Kimura Kiyoshi. Lo sfogliò lentamente. Il ragazzo era nativo di Hikone, sul lago Biwa, dove ancora vivevano i suoi, una famiglia di bottegai, ed era alloggiato al collegio universitario. Aveva superato tutti gli esami con risultati buoni o ottimi ottenendo così una borsa di studio.

Non risultava molto di più dalle carte. Bene, si disse il giovane ma brillante e famoso professore, quel ragazzo dallo sguardo intenso e pulito, sarebbe stato, in un modo o un altro, suo. Sapeva essere affascinate, il professore. Non si curava del fatto che quel Kimura fosse gay o no: non pochi ragazzi non gay avevano ceduto alle sue lusinghe.

Frattanto Kiyoshi, mentre si recava all'aula per la lezione seguente, si sentiva turbato: era rimasto colpito dal professor Ohmori, il cui sguardo penetrante gli era disceso fin dentro l'anima, fin dentro il cuore come un bisturi. Si era sentito come ipnotizzato dal bel docente, elegante, sicuro di sé, famoso.

Si disse che doveva stare molto attento: lui amava Kobayashi Shinji, gli si era dato anima e corpo, non doveva lasciar entrare nessun altro nel proprio cuore, non doveva permettere a nessun altro di turbare la bella relazione con il suo amante.

Però non riusciva a togliersi dalla mente lo sguardo del suo nuovo professore. Si disse che comunque non correva rischi: certamente Ohmori-sensei non si sarebbe curato di lui, un qualsiasi, semplice studente dell'ultimo anno.

Fu perciò sorpreso quando, solo due mesi dopo l'inizio delle lezioni, ricevette tramite la posta un elegante cartoncino di invito, firmato personalmente dal professor Ohmori, a un party nella sua villa in Arashiyama che sarebbe culminato con la partecipazione allo spettacolo notturno della pesca delle trote con i cormorani, su barche appositamente noleggiate per gli ospiti del professore.

Kiyoshi ne fu profondamente stupito. L'invito specificava che era stato scelto come rappresentante degli studenti della facoltà di Medicina. Non poteva certo rifiutare un simile onore: sarebbe stato un gesto estremamente rude. Perciò prese una pregiata carta a mano, il pennello e la pietra da inchiostro e stilò con eleganti caratteri la risposta di accettazione che inviò al professore.

Un allegato all'invito specificava che gli ospiti erano pregati di indossare il kimono, cosa che non dispiacque affatto al ragazzo, e che dovevano presentarsi alla villa per le quattro del pomeriggio. Per la notte, dopo lo spettacolo dei cormorani, sarebbero stati tutti ospiti del professore, fino al pranzo del giorno seguente.

Pochi giorni prima del party, il professore lo fermò nei corridoi della facoltà: "Sono lieto che abbia accettato il mio invito, Kimura-kun." gli disse con uno sguardo che lo fece fremere.

"È un grande onore, Ohmori-sensei. Temo di non essere all'altezza dei suoi pregiati ospiti."

"Tutt'altro. Ho invitato il migliore dei miei infermieri, dei miei aiuti, alcuni colleghi, pochi amici e lei, il migliore dei miei studenti. Vedrà che si troverà a suo agio. Ho molta stima per lei, Kimura-kun, seguo i suoi studi con particolare attenzione e... prevedo per lei un brillante futuro... se vorrà accettare la mia guida, i miei consigli."

"Sono veramente molto onorato per la sua cortesia."

Kiyoshi era emozionato. Il professore gli aveva detto, in pratica, che gli stava preparando quel "brillante futuro". Avere come guida il professor Ohmori gli avrebbe certamente spianato tutte le strade, aperto tutte le porte. Si disse che era fortunato che il professore si fosse interessato a lui.

Venne il giorno del party. Nella sua stanzetta del collegio universitario, Kiyoshi fin dal primo mattino fece i preparativi. Aveva solo tre kimono: scelse quello blu notte di seta opaca, il migliore che aveva. Lo controllò minuziosamente. Poi scelse l'obi di damasco in varie sfumature di grigio con lievi disegni geometrici. Depose sul letto anche il sotto-kimono, il fundoshi e gli altri elementi per completare l'abbigliamento.

Prima andò al sento, il bagno pubblico, dove si lavò accuratamente e si rilassò, poi andò dal barbiere per farsi radere il volto e sistemare i capelli. Si recò alla mensa e fece un pranzo leggero. Tornò in camera, ricontrollò quanto aveva deciso di indossare e procedette alla vestizione. Poi, messi i geta di legno ai piedi, infilato il ventaglio cerimoniale nell'obi, uscì e prese un taxi per farsi portare alla residenza del professore.

Mentre si avvicinava alla villa, il cuore gli batteva sempre più forte: era terribilmente emozionato. Si presentò al portale di ingresso e fu accolto da un servo a cui mostrò l'invito. Questi, fattogli traversare l'ampio e bel giardino tradizionale, lo introdusse in una saletta d'attesa e gli chiese di attendere. Kiyoshi sedette su uno dei cuscini, il torso ben eretto, le mani sulle cosce.

Dopo pochi minuti la porta scivolò di lato e apparve il professor Ohmori. Kiyoshi s'inchinò subito in modo cerimoniale. Era la prima volta che vedeva il professore in kimono e pensò che era veramente elegante. L'uomo lo salutò e sedette quasi di fronte a lui.

Con voce basa e calda, gli disse: "Sono molto lieto che sia venuto, Kiyoshi-kun. Gli altri ospiti stanno arrivando, ma ho notato che lei è l'unico a essere perfettamente puntuale, cosa che apprezzo molto. Alcuni sono giunti prima del tempo, altri arriveranno in ritardo..."

La porta scorse di nuovo di lato, un servo entrò e depose davanti al padrone e all'ospite due tazze di tè verde e un vassoietto di dolciumi, poi si ritirò in silenzio.

Mentre Kiyoshi, dopo aver ringraziato, sorseggiava il tè, si rese conto che il professore lo stava esaminando con uno sguardo attento, un lieve sorriso sul volto maschio... e fremette.

Si udì il lieve suono di un gong lontano. Ohmori si scusò: "Devo andare ad accogliere un altro ospite, mi scusi, Kimura-kun. Mi spiace lasciarla."

"La prego, Ohmori-sensei." rispose il ragazzo inchinandosi.

Dopo diversi minuti, un servo entrò e lo pregò di seguirlo. Lo condusse in una parte del giardino dove erano già radunati gli altri ospiti, una dozzina di persone, sotto un'elegante tettoia di corteccia di cipresso rosso. Ohmori fece le presentazioni. I servi servivano rinfreschi all'occidentale. Masuda, uno degli amici del professore, istruito da questi, iniziò a conversare con il ragazzo.

"È fortunato, Kimura-san, che Ohmori-sensei si interessi tanto a lei, che l'abbia ammesso a uno dei suoi esclusivi party. Ciò significa che lei ha saputo suscitare la sua benevolenza."

"Senza merito... Masuda-san." mormorò il ragazzo.

"Non lo credo. Conosco da anni Ohmori-sensei. Se l'ha inclusa fra le persone che gradisce ospitare, significa che riconosce in lei un grande valore. Ogni anno invita il migliore dei suoi studenti, perciò se lei è stato invitato, questo mi dice che lei è senza alcun dubbio uno studente di notevole merito."

"Sono confuso..."

"Ohmori-sensei è particolarmente sensibile alla bellezza, sia di un'opera d'arte, di un paesaggio, di una persona. È un vero intenditore. La sua villa è piena di opere d'arte provenienti da tutto il mondo, questo giardino è stato progettato dallo stesso maestro che ha fatto il nuovo giardino privato a Palazzo Imperiale. Questa villa è opera del famoso Kenzo Tange, che ha saputo unire il meglio dell'architettura giapponese e occidentale in un tutt'uno armonico. Inoltre... lei è un ragazzo molto avvenente."

Kiyoshi arrossì lievemente a quest'ultimo complimento.

"Un'opera d'arte... fra opere d'arte, oltre a essere uno studente eccezionale. Ha molto buon gusto il mio amico Ohmori, davvero!" aggiunse l'ospite in tono basso, con un sorriso.

Kiyoshi arrossì di nuovo. "Spero... di non deludere Ohmori-sensei." mormorò confuso.

"Non lo deluderà, se gli saprà rispondere con la sua gratitudine per dimostrare tanto interesse nei suoi confronti. Si lasci... guidare dal mio amico, e tutto andrà per il meglio, mi creda." disse l'uomo, poi, prima che Kiyoshi potesse rispondere, lo guidò verso un gruppetto di altri ospiti, includendolo nella loro conversazione.

Il ragazzo si sentiva quasi stordito. Di tanto in tanto incontrava lo sguardo del suo professore, e ogni volta provava un fremito per tutto il corpo. Sembrava che l'uomo non lo perdesse mai di vista, anche se si intratteneva con altri ospiti.

A sera, Ohmori si avvicinò a Kiyoshi: "Fra poco entreremo in villa per un kaiseki, una leggera cena, poi andremo a imbarcarci per lo spettacolo notturno. Ho noleggiato quattro barche, lei Kimura-kun verrà nella mia assieme al mio amico Masuda."

"È un onore, sensei."

"E per me un piacere. Si sta divertendo?"

"È tutto così... speciale, così bello, qui da lei... E la sua gentilezza mi confonde."

"Vorrei, invece, che lei si sentisse completamente a suo agio e vorrei potermi dedicare a lei più di quello che sto facendo. Lei mi piace molto, Kimura-kun, sono lieto di averla qui, mio ospite. Ma avremo modo di passare più tempo assieme, ne sono certo. Lei mi affascina, avrò piacere di poterla conoscere meglio."

Kiyoshi ringraziò con un lieve inchino, sentendosi sempre più confuso e anche turbato per la vicinanza e la gentilezza del bell'uomo.

La cena, pur essendo tradizionale, fu servita in una sala arredata all'occidentale. Kiyoshi fu fatto sedere fra Masuda e il primario di chirurgia, un altro suo professore. Il cibo era squisito ed era servito da giovani ragazze che indossavano delicati kimono dipinti. Il sake era di prima scelta, veramente delizioso.

Poi si avviarono tutti al fiume e presero posto nelle barche. I rematori si inoltrarono nella corrente del fiume, governando abilmente i natanti. Le barche dei pescatori con i cormorani, illuminate da torce, stavano già mettendosi in posizione per iniziare la pesca.

Nella barca, Ohmori fece sedere Kiyoshi al suo fianco, al centro. Davanti a loro c'era il barcaiolo, in piedi, e alle loro spalle era seduto Masuda. Le quattro barche noleggiate dal professore erano in ottima posizione, affiancate l'una all'altra, ma appena visibili nell'oscurità della notte. Musiche tradizionali e canti provenivano dalle rive quasi invisibili, affollate di spettatori e turisti.

La pesca ebbe inizio. Kiyoshi la guardava, affascinato. Un braccio del professore gli cinse lievemente la vita e Kiyoshi ebbe un lieve soprassalto: non s'attendeva un gesto di tale intimità.

Ohmori gli sussurrò: "Tutto bene, Kimura-kun, tutto bene. Si rilassi."

"Sensei..." gemette quasi il ragazzo, sentendosi in fiamme.

"Lei mi piace molto, Kimura-kun."

"Non siamo soli, sensei..."

"Masuda è un caro amico, non si preoccupi per lui. Questa notte... lei sarà mio, Kimura-kun. La passerà nella mia camera, sul mio letto."

"Ma... sensei..."

"Non mi dica di no." mormorò l'uomo con voce sensuale, poi, passando improvvisamente al tu, aggiunse: "Ti voglio!"

"Sensei..."

"Dimmi di sì..."

"Io..."

"Dimmi di sì."

Kiyoshi tacque a lungo, scosso da un forte fremito, gli occhi fissi sulle luci delle torce che si specchiavano tremolanti nell'acqua scura del fiume. Si sentiva incredibilmente eccitato e altrettanto debole.

"Io..." ripeté incerto.

"Dimmi di sì!" ripeté l'uomo, ponendogli una mano su una coscia.

Kiyoshi sentì come una scarica elettrica percorrerlo e con voce strozzata, quasi impercettibile, infine esalò un basso "sì".

Quasi non vide il resto dello spettacolo. Non si accorse del passare del tempo. Quando la barca tornò a riva, seguì gli altri fino alla villa. Si augurarono tutti la buona notte e i servi condussero ognuno degli ospiti nella camera che gli era stata assegnata.

Allora Ohmori, restato solo con Kiyoshi, lo condusse nella propria stanza. Era arredata in stile occidentale, con un vasto e basso letto quadrato in centro. Appena vi entrarono, Ohmori lo prese fra le braccia, lo tirò a sé e lo baciò con passione. Kiyoshi si sentì le gambe cedere e solo il virile abbraccio dell'uomo lo sostenne.

Ohmori lo spogliò con gesti rapidi e febbrili, e quando fu completamente nudo, lo sospinse sul letto, quindi si denudò rapidamente e lo raggiunse, stendendoglisi sopra. Kiyoshi chiuse gli occhi e il contatto con il forte corpo dell'uomo gli mandò brividi di piacere per tutte le membra.

"Ti voglio!" gli disse Ohmori.

"Sì..." mormorò emozionatissimo il ragazzo.

L'uomo si preparò, lo mise in posizione facendosi passare le gambe del ragazzo sulle spalle e si immerse in lui con pochi virili colpi ben assestati.

"Sì..." bisbigliò di nuovo Kiyoshi guardando negli occhi l'uomo, il cui volto si apriva in un compiaciuto sorriso di vittoria.

Iniziò una lunga, appassionata, bella e forte cavalcata che procurò un incredibile piacere a Kiyoshi. L'uomo, mentre lo prendeva, lo toccava ad arte dandogli un crescente piacere, suscitando nel corpo del ragazzo appassionate risposte. Quasi d'improvviso, il ragazzo venne fra i loro ventri e subito dopo il professore si scaricò in lui emettendo un lungo mugolio in cui si sentivano gioia e vittoria, piacere e soddisfazione.

Giacquero, lievemente ansanti. Ohmori prese alcuni morbidi fazzolettini di carta e ripulì i loro ventri e petti. Poi con un telecomando spense le luci, lo abbracciò tirandolo a sé, lo baciò di nuovo. Si addormentarono quasi subito, il ragazzo spossato per l'emozione, l'uomo esausto per la forte e lunga cavalcata.

La mattina seguente Ohmori lo svegliò, lo baciò e, prima di alzarsi per fare una doccia e rivestirsi, si fece promettere che sarebbe tornato da lui. Kiyoshi non fu capace di dirgli di no.

Si videro diverse volte, Ohmori lo seguiva negli studi, lo consigliava, lo guidava, gli faceva regali... e faceva l'amore con lui due o tre volte alla settimana, con immutata passione.

Kiyoshi sentì che si stava innamorando del bel professore. Ma anche Ohmori, che inizialmente aveva pensato soltanto di divertirsi con lui, ne fu gradualmente conquistato, se ne innamorò e infine i due si confessarono il reciproco sentimento.


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