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una storia originale di Andrej Koymasky


MA QUANTI INTRIGHI! CAPITOLO 2 - IL VERDETTO DEL DOTTORE

Quando Amedeo tornò a casa da scuola, mentre stava andando nella sua camera per posare i libri e togliersi la giacca, trovò il padre nel corridoio e dall'espressione dell'uomo capì che doveva essere accaduto qualcosa di grave. Non aveva mai visto un'espressione tanto corrucciata sul volto del padre.

"Allora, Amedeo, non hai niente da dirmi?" gli chiese il conte Demetrio in tono grave.

Il ragazzo lo guardò senza capire, poi disse, esitante: "Buongiorno, papà..."

"Non fare lo spiritoso! Da quanto va avanti questa storia?"

Sempre più confuso, Amedeo chiese: "Di quale storia parli, papà?"

Il conte sembrò perdere la pazienza, afferrò il figlio per un braccio e lo trascinò quasi nella stanza che pomposamente chiamava il suo studio. Lo sospinse davanti al vecchio tavolo che gli fungeva da scrivania e puntò il dito sulla rivista che era posta sul ripiano.

"Vorresti negare che questa rivista sia tua?" l'uomo chiese al figlio con voce indignata.

Amedeo iniziò a tremare lievemente, cercando invano di restare padrone di se stesso. Nel suo cervello vorticavano mille pensieri, ma il dominante era come togliersi da quell'impiccio. Poi come aveva potuto il padre scoprire quella rivista. Poi quale linea di condotta fosse più opportuno seguire... Alla fine semplicemente scosse la testa.

"Certo che non puoi negarlo, dato che tua madre l'ha trovata fra le tue cose! Chi ti ha dato quella rivista?"

"L'ho... l'ho comprata, papà."

"Ah. E tu sprechi i nostri soldi per... per quelle oscenità? E perché l'hai comprata? Sentiamo!"

"Per... perché... perché io sono... gay, papà."

"Non credere, usando l'inglese, di attenuare la gravità della cosa! Come puoi affermare di essere omosessuale? Che ne sai tu della sessualità? Hai per caso... vuoi dire che... tu con... sei già stato... con un uomo?"

"Sì, papà, qualche volta." ammise il ragazzo arrossendo.

"Ah! Qualche volta! Ma come? Dove? Quando?" chiese il conte salendo di tono a ogni domanda.

"Quattro volte, papà... in una sauna dove vanno gli uomini che... che vogliono fare... quelle cose."

"Una sauna per omosessuali?" chiese il conte sgranando gli occhi. "Esiste anche una sauna per omosessuali?"

"Ve ne sono tre, papà, qui in città." mormorò Amedeo abbassando gli occhi.

"E tu le frequenti... tutte e tre?" chiese inorridito il padre, immaginando il suo unico figlio fare i suoi sordidi pellegrinaggi da una sauna all'altra.

"No... io vado solo in quella di là dal fiume, vicino alla palestra dove mi mandi a fare scherma."

"Ah! E tu, invece di andare a lezione di scherma..."

"Solo una volta il mese... da quando ho diciotto anni... perché non lasciano entrare i minorenni."

"E come sanno se uno è minorenne?"

"Per entrare bisogna dare la carta d'identità e fare una tessera..."

"Questo significa che... che il nostro nome è... è sui loro registri?" chiese inorridito il conte. "Ma poi... poi non capisci? Non ti vergogni? Non hai pensato che se lì avessi incontrato qualcuno che ci conosce..."

"Papà... se lì dentro incontrassi qualcuno che ci conosce... significa che è... che è come me... quindi non ci sarebbe nessun problema. Comunque... comunque non ho mai incontrato nessuno che conosca la nostra famiglia, che sapesse chi sono."

"Ma insomma, tu mi stai dicendo che... che sei andato in quella... sentina di... di vizi per... per fare le cose che ci sono in quella rivista? Tu con... con altri uomini?"

Amedeo assentì, guardandosi la punta delle scarpe.

"Di fronte a tutti, come due cani?" chiese il conte con orrore.

"No... ci sono... ci sono stanzette dove due... possono chiudersi..."

"Ah! Un bordello per uomini, dunque! E la polizia non le ha chiuse? E ti rendi conto se la polizia facesse una retata, il nostro nome... la tua fotografia sarebbero pubblicati sui giornali? Vuoi farci morire di vergogna, Amedeo?"

Il ragazzo non sapeva che cosa rispondere.

"Ma via! Come puoi essere così... come puoi aver fatto cose... Devi smettere immediatamente, devi dimenticare queste... queste cose. Devi tornare sulla retta via! Capisco se tu fossi andato... se avessi voluto fare... con una ragazza... alla tua età sarebbe... naturale, ma..."

"Ma io sono fatto così, papà. Io sono gay... omosessuale. Non ci posso fare niente." mormorò Amedeo.

"Ma via!" ripeté il conte. "Dopo tutto solo poche volte... e sei ancora così giovane, non è ancora diventato... diventato un vizio, no? Magari con l'aiuto di uno... specialista, di un medico... magari possiamo farti curare in tempo. Certamente possiamo farti curare!"

"Papà... essere omosessuali non è una malattia... e io sono fatto così, non ci posso... non ci possiamo fare niente! Io so di essere così da... da almeno quattro anni, se non più."

"Ma mi hai detto che sono solo pochi mesi che..."

"Prima non sapevo come... non potevo... Ma a me le ragazze... non mi fanno nessun effetto, papà. Non mi hanno mai fatto nessun effetto."

"Nessun effetto! E gli uomini... gli uomini... invece..." disse il conte scuotendo il capo, incredulo. "Com'è possibile? Ma no, no, non è come credi tu, non può essere. Forse una cura ormonale... o alcune sedute dallo psicologo... o tutte e due le cose... Non capisci che dobbiamo fare tutto il possibile per... per farti guarire da questa... da questa tua... fissazione? Dobbiamo fare in modo che siano le ragazze a... e non gli uomini! Ma dimmi, ci hai mai provato con una ragazza, tu?"

"No, mai. Non mi... non m'interessano le ragazze... non mi fanno nessun effetto... e le fotografie delle donne nude mi... mi... mi dà fastidio solo vederle."

"E invece... e invece queste..." disse il conte irato, aprendo la rivista a caso e mostrandogli una coppia di uomini che lo facevano alla pecorina, "e invece queste... ti eccitano?"

"Sì, papà, mi eccitano." rispose Amedeo in un tono quasi di sfida. Poi abbassò la voce: "Non ci posso fare niente." si scusò.

"E ti piace farti montare come una cagna in calore!" gridò quasi il conte, richiudendo con rabbia la rivista pornografica. "O almeno... almeno... sei tu che... che monti quegli uomini là in quella... in quella sauna?"

"L'uno e l'altro, papà. E mi piacciono entrambe le cose. Mi piace fare... tutto... tutto quello che... che c'è in quella rivista, papà."

"Non è possibile... non è possibile... E io che credevo di avere un figlio... un figlio normale!"

"Ma io sono normale, papà."

"Sì, normale! Normale è farlo con una donna, con una ragazza! No, no, non posso accettare che tu... Dobbiamo andare dal nostro medico di famiglia, dal dottor Ernesto Carradori, e lui certamente saprà come fare a curarti! Dopo tutto sei appena diciottenne, forse siamo ancora in tempo per... prima che tu prenda il vizio..."

Così, preso appuntamento con il dottore, il conte accompagnò il figlio nello studio medico. Spiegò al dottore il problema del figlio, gli chiese di fargli un'accurata visita per assicurarsi che fisicamente fosse tutto a posto, poi di decidere come curarlo, magari consigliandogli anche un serio ed esperto psicologo, purché fosse a totale carico del servizio sanitario nazionale...

Il dottore disse al conte di attendere in sala di aspetto e di lasciarlo solo con il ragazzo. Ebbe con lui una lunga conversazione, e quando fu convinto che il ragazzo fosse realmente gay, gli disse di mandare dentro suo padre e di attendere fuori: lui avrebbe fatto del proprio meglio per convincere l'uomo che suo figlio era normale, che l'omosessualità è un tipo di sessualità normale.

Quando il conte Demetrio entrò nello studio, mentre sedeva di fronte alla scrivania del medico, chiese: "Allora, dottore? C'è qualche speranza che... Secondo lei mio figlio è veramente omosessuale o... o si sbaglia? E se lo è, è possibile curarlo?"

"Calma, calma signor conte. Una cosa alla volta." disse il medico con un sorriso. "Tanto per cominciare, nel 1973 L'Associazione Psichiatrica Americana ha cancellato l'omosessualità dalla lista del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali e nel 1993 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito l'omosessualità una variante normale della sessualità umana. Quindi da molto tempo l'omosessualità non è più considerata una malattia. L'omosessualità non è una malattia, come ho appena detto, ma neanche una perversione, una depravazione, un vizio. Basta con questi luoghi comuni."

"Ma... dottore... eppure ho sentito dire che ci sono centri di cura per guarire dall'omosessualità!"

"Sì, ci sono: truffe per spillare soldi ai creduloni... oppure anche iniziative fatte in buona fede da gente senza una vera preparazione e per di più accecata da pregiudizi. Come ha sancito da decenni anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità, queste pseudo-terapie, anziché aiutare quei gay che non sono orgogliosi di esserlo ad accettarsi e raggiungere un proprio equilibrio, li illudono, talvolta aumentando angosce, insicurezze, sensi di colpa. Inoltre nel 1997 le associazioni scientifiche internazionali hanno dichiarata inefficace se non addirittura dannosa la cosiddetta terapia per guarire gli omosessuali."

"Ma lei è sicuro che il mio Amedeo sia veramente... sia veramente omosessuale?"

"Credo di poterlo essere. Amedeo, già prima della pubertà aveva nette sensazioni che lo facevano sentire diverso dai suoi coetanei. Ha poi iniziato a capire che le sue sensazioni e i suoi comportamenti potevano esser definiti omosessuali e questo lo ha gettato in un periodo di confusione. Ha sperimentato sensazioni d'insicurezza, imbarazzo, colpa e isolamento ma per sua fortuna ha iniziato a capire che ci sono anche altre persone con le sue stesse sensazioni così l'idea dell'isolamento ha potuto ridursi fino a scomparire.

"Nel periodo della tarda adolescenza, Amedeo, che è un ragazzo sano, ha iniziato ad accettare la sua identità sessuale. Ha iniziato a vedersi e accettarsi come omosessuale ma non sapeva come presentarsi agli altri come tale, avendo così la possibilità di incontrare altri omosessuali e di conoscere la cultura omosessuale. In questa fase l'omosessualità era tollerata da Amedeo ma non ancora accettata. Finalmente maggiorenne, Amedeo ha potuto frequentare quella sauna gay: il contatto con altri omosessuali è stato importante per lui e gli ha insegnato come convivere con le opinioni degli eterosessuali.

"Finalmente l'omosessualità è vissuta da Amedeo come una parte importante della propria identità personale, sta imparando ad accettare le sensazioni e i desideri omosessuali e si sente a proprio agio con questa identità e questo ruolo. So bene che per i genitori non è sempre facile convivere con l'omosessualità di un figlio: molte aspettative devono essere modificate e si deve imparare ad accettare il suo modo di essere. È importante che in famiglia abbiate un atteggiamento di apertura verso Amedeo, magari anche sottolineando che vi è difficile parlare di questo problema, ma che desiderate accettare questa sua realtà ed essergli di supporto." concluse il medico.

"Quindi, secondo lei... Amedeo sarebbe... normale!" sbuffò il conte.

"Non secondo me, ma secondo le più importanti organizzazioni mondiali di medici e di psicologi. È normale che il dieci per cento dell'umanità sia omosessuale, così com'è normale essere mancini, benché anch'essi siano una minoranza."

"Dieci per cento, dice lei! Ma per noi... per noi è il cento per cento!"

"Beh..." disse il dottore con un sorriso lieve, "se lei avesse avuto dieci figli anziché uno solo... anche la sua famiglia sarebbe rientrata nella... normalità."

"Quindi... non c'è cura?"

"Non più che una cura per far diventare anche lei un omosessuale. O per far diventare un moro biondo, o un riccio liscio."

"Ma un moro si può ossigenare i capelli e un riccio se li può fare stirare..."

"E un omosessuale può fingere di non esserlo... ma la realtà non cambia. Chi deve cambiare, mio caro signor conte, non è il vostro Amedeo.... Site voi, suo padre e sua madre, se non volete fare del male a vostro figlio. Dovete accettare ciò che è, per il bene vostro e suo. La nostra società purtroppo non è ancora abbastanza matura, è ancora piena di assurdi pregiudizi, come nei confronti dei negri, degli ebrei, degli zingari..."

"Avrei preferito avere un figlio zingaro, ebreo e magari anche negro!"

Il medico rise: "Dice così perché non lo è. Suvvia, signor conte, cerchi di non essere schiavo di assurdi pregiudizi. Capisco che non sia facile, alla sua età, maturare..."

"Ed ecco che ora è colpa mia!"

"Nessuna colpa, né sua né di suo figlio. Ma se Amedeo non può cambiare, lei lo può. Non si può cambiare la natura, ma si può cambiare un pregiudizio."

"Ma solo l'idea che mio figlio... che Amedeo possa fare... quelle cose con un altro uomo..."

"Quelle cose, come lei le chiama, sono le cose che la sua natura lo spinge a fare. Quando la chiesa le definisce contro natura, semplicemente non sa quello che dice. Nella natura l'omosessualità è diffusa, fra gli animali quanto fra gli uomini. Si metta in testa, signor conte, che suo figlio Amedeo è perfettamente normale. Non cerchi di opporsi alla sua natura... o sarebbe lei... contro natura!"

Il conte Demetrio scosse il capo più volte, come per tentare di rimettere ordine nei propri pensieri. Poi chiese: "Ma lei... è veramente sicuro di quanto mi sta dicendo?"

"Più che sicuro. La stragrande maggioranza dei medici e degli psicologi è sicura. Solo una piccola minoranza di persone accecate da pregiudizi religiosi e personali non vuole accettare la realtà delle cose."

"Ma la bibbia dice..."

"Oh via, signor conte! Se prendiamo la bibbia alla lettera... dovremmo ancora lapidare le adultere, castrare i nemici vinti in guerra, avremmo ancora la schiavitù... Nella bibbia è anche scritto che nessuno deve accostarsi all'altare di dio se ha un difetto nella vista... quanti nostri preti devono portare gli occhiali? E nella bibbia è scritto che bisogna lapidare chi bestemmia... dovremmo continuare a farlo? Perché alcune regole sono ritenute non più valide ma non altre?"

"Ma la bibbia dice di non uccidere! Allora dovremmo uccidere?"

"Nei dieci comandamenti non è scritto nulla riguardo all'omosessualità... anzi, nulla sulla sessualità in genere."

"Non commettere atti impuri..." citò il conte.

"E se lei avesse letto la bibbia, avrebbe visto che fra gli atti impuri elencati vi è mangiare carne di maiale, o accoppiarsi con una donna mestruata, ma non vi è nulla riguardo all'omosessualità!" insisté il dottore. "Qui non stiamo discutendo di religione, comunque, stiamo parlando di scienza. E la scienza ha da molto tempo dichiarato che non è il sole a girare attorno alla terra, com'è scritto nella bibbia, ma la terra a girare attorno al sole!"

"Insomma, la bibbia contiene solo sciocchezze e dovremmo tutti essere omosessuali!"

"Suvvia, non mi metta in bocca parole che non ho detto. Prendere alla lettera la bibbia è da sciocchi presuntuosi e il dieci per cento dell'umanità sia composta di omosessuali è normale. Se lei riesce a capire questo... come spero... vivrà una vita più sana ed equilibrata. E poiché il suo Amedeo è omosessuale, il giorno in cui s'innamorerà di un uomo, dovrete accettare il fatto come lo fareste se si fosse innamorato di una donna."

Quando il conte Demetrio e Amedeo tornarono a casa, il ragazzo sentì che il padre e la madre discutevano animatamente su quanto il dottore aveva detto. Le discussioni fra i suoi genitori continuarono per alcuni giorni, ma sempre più raramente e in tono gradualmente più calmo. Anche nei confronti del ragazzo i genitori a poco a poco ripresero a comportarsi come prima che scoprissero l'orientamento sessuale del figlio.

Amedeo perciò ricominciò a frequentare la sauna, circa una volta il mese, per dare sfogo alle sue impellenti necessità sessuali, e anche per parlare con altre persone come lui e capirsi meglio, conoscere più a fondo la realtà della comunità gay.

Dopo avere ottenuto il diploma di maturità classica ed essersi iscritto all'università, un giorno in sauna aveva incontrato un compagno di corso, Sergio De Sanctis. Poiché entrambi si piacevano abbastanza, finirono presto in uno dei cubicoli per una seduta di sesso.

"Cosa ti piace fare, Amedeo?" gli chiese il compagno.

"Un po' di tutto... e a te?" rispose mentre si toglievano l'asciugamano da dosso e, nudi, si stendevano sul lettino.

"Anche a me." rispose l'altro e, abbracciandolo, lo baciò profondamente in bocca.

Si sfregavano addosso le loro forti erezioni, palpandosi e carezzandosi per tutto il corpo e continuando a baciarsi, sempre più eccitati. Ad Amedeo normalmente piacevano uomini più maturi, ma stava godendo anche quanto stava facendo con il compagno, che pareva essere piuttosto esperto sul piano sessuale. Le loro membra si intrecciavano e si stringevano, le loro lingue giocavano una con l'altra, i loro corpi si sfregavano vibrando sempre più per l'eccitazione.

Sergio si sciolse dall'abbraccio, si stese sul ventre e disse ad Amedeo, guardandolo con un sorrisetto libidinoso: "Vienimi sopra; mettimelo tutto dentro! Ho proprio bisogno di una solenne fottuta!"

Amedeo accondiscese immediatamente. Si stese sul compagno, dirigendo con una mano il proprio membro duro fra le natiche di Sergio e calò giù, spingendoglielo dentro con il peso del proprio corpo. Lo sentì scivolare nel retto, che lo accolse aderendogli attorno, caldo e morbido. Entrambi emisero all'unisono un breve mugolio di piacere.

Poi Amedeo, puntando le ginocchia e i gomiti, iniziò a muoversi su e giù, con vigore e velocità, gustando quell'unione così piacevole dopo un mese in cui si era potuto sfogare solo masturbandosi. Sergio gli si agitava sotto lievemente, ad arte, per far aumentare il piacere che entrambi stavano provando. Amedeo accelerò il ritmo e il vigore delle sue spinte. Dal box vicino giungevano gemiti di piacere di un'altra coppia, che non facevano che aumentare l'eccitazione dei due giovani.

Amedeo sospinse le mani sotto il petto del compagno e prese a sfregargli i capezzoli, mentre martellava in lui con crescente entusiasmo. Sergio emise un lungo mugolio e, avendo raggiunto l'orgasmo, a ogni getto contro l'asciugamano steso sul lettino, stringeva con forza l'ano, così portando rapidamente anche Amedeo a raggiungere un forte orgasmo.

Quando, calmatisi e rilassatisi a sufficienza, uscirono dal box per andare a lavarsi nuovamente, Sergio gli disse: "Senti, Amedeo... che ne dici, adesso che ci siamo scoperti, se si comincia a studiare assieme... così possiamo scopare di nuovo e abbastanza spesso?"

"Beh... mi piacerebbe, ma io non posso portarti a casa mia... c'è sempre qualcuno."

"Nessun problema. I miei vivono a cento chilometri da qui e mi hanno affittato una mansarda dove vivo da solo. Lì nessuno ci può vedere... A parte i week-end quando torno a casa dai miei, potremmo farlo anche tutti i giorni. Che ne dici?"

"Ottimo. Almeno posso smettere di masturbarmi ogni sera!" gli disse allegramente Amedeo, felice per la sua fortuna.


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